LA SCOZIA ALLERTA LONDRA: SE LA BREXIT NON CI SODDISFERÀ POTREMMO LASCIARE L’UK – di Alessandro Allocca
LONDRA\ aise\ - “Mentre Londra è ancora in una fase di stallo nel decidere tutti i dettagli in vista dell’uscita dall’Unione Europea il prossimo 31 ottobre, Edimburgo mette la marcia più veloce e prende una decisione che suona molto come una minaccia: “Se l’accordo sulla Brexit non ci soddisferà, nel 2021 decideremo se far parte o meno del Regno Unito“. Questo, in parole povere, quanto riferito oggi (il 24 aprile per chi legge, ndr) dal primo ministro scozzese Nicola Sturgeon”, riporta il portale di informazione LondraItalia.com in un articolo a firma di Alessandro Allocca, “confermando quanto per mesi si era vociferato sulla possibilità che la Scozia decidesse di uscire dall’UK per limitare i danni dovuti all’abbandono del mercato unico e dell’unione doganale.
“Il sistema di governo di Westminster non serve gli interessi della Scozia, e il sistema di decentramento, nella sua forma attuale, è ora visto del tutto inadeguato rispetto al compito di proteggere tali interessi”, ha detto il primo ministro scozzese nel corso del pomeriggio, aggiungendo: “La Brexit rende inevitabile il cambiamento per la Scozia”.
Questo significa che Edimburgo sta studiando vari piani per tutelare i propri interessi dopo che il Regno Unito avrà abbandonato l’Unione Europea il prossimo 31 ottobre.
Diverse, infatti, le opzioni proposte dalla Sturgeon: un’uscita con un accordo che tuteli la Scozia, la possibilità di rimanere quanto meno nel mercato unico, e addirittura invertire le procedure di uscita se un mancato accordo è la sola opzione tra Londra e Bruxelles.
Ma sul piatto c’è anche la possibilità di un nuovo referendum da proporre ai cittadini scozzesi nel 2021 con una sola e semplice domanda: volete far parte ancora del Regno Unito?
Proprio come avvenne nel 2014 quando il 55% decise di rimanere contro il 44% che ne chiedeva invece l’indipendenza.
Ma a quel tempo il termine Brexit ancora non era mai stato pronunciato da nessuno e, soprattutto, non era un reale pericolo per la Scozia, come invece lo potrebbe essere a partire dal prossimo 31 ottobre”. (aise)