LA VOCE DELL’UE

ROMA – focus/ aise – Se Muscat rimane in carica c’è il rischio che si compromettano le indagini sull’omicidio di Daphne Caruana Galizia. È quanto sostenuto dal Parlamento europeo che in una risoluzione non legislativa - adottata con 581 voti favorevoli, 26 contrari e 83 astensioni – afferma che “qualsiasi rischio di compromettere le indagini (...) deve essere escluso con ogni mezzo”, sottolineando anche che “tale rischio sussisterà finché il Primo ministro rimarrà in carica”.
Nel testo si fa riferimento alle accuse di corruzione e riciclaggio di denaro contro il primo ministro maltese, in particolare il suo capo di gabinetto e l'ex ministro del turismo, altri membri del governo, imprese private e persone ad esse collegate. Il Parlamento, inoltre, deplora che numerose altre indagini su casi connessi di riciclaggio e corruzione non abbiano registrato progressi o non siano state nemmeno avviate.
PROTEGGERE LA DEMOCRAZIA, LO STATO DI DIRITTO E I DIRITTI FONDAMENTALI
I deputati affermano che “gli sviluppi registrati negli ultimi anni a Malta hanno portato a gravi e persistenti minacce allo Stato di diritto, alla democrazia e ai diritti fondamentali” e si dicono preoccupati per il rispetto della libertà dei media, dell'indipendenza della polizia e della magistratura e della libertà di riunione pacifica. Inoltre, il Parlamento si rammarica per la mancanza di garanzie costituzionali adeguate sulla separazione dei poteri.
Le osservazioni della Vicepresidente della Commissione Jourová, secondo la quale la mancata attuazione di riforme giudiziarie da parte di Malta potrebbe far scattare una procedura a norma dell'articolo 7, sono state accolte con favore dai deputati. Si ribadisce inoltre la necessità di istituire un meccanismo UE in materia di democrazia, Stato di diritto e diritti fondamentali.
Il Parlamento chiede anche che siano eliminati i “programmi di soggiorno e cittadinanza per investitori" dal momento che ciò si traduce concretamente nella vendita della cittadinanza dell'UE e costituisce una minaccia alle capacità maltesi di contrastare il riciclaggio, altre fattispecie di criminalità transfrontaliera e l'integrità dello spazio.
Infine, si accoglie con favore l'approvazione da parte dell'Ufficio di presidenza del Parlamento dell'istituzione di un "Premio europeo Daphne Caruana Galizia per il giornalismo investigativo", da assegnare annualmente a esempi eccellenti di giornalismo d'inchiesta in Europa, e si invita l'Ufficio di presidenza ad adottare quanto prima le disposizioni necessarie.
In seguito alle ultime rivelazioni sull'assassinio della giornalista investigativa Daphne Caruana Galizia nel 2017 e la conseguente instabilità politica a Malta, il 3 e 4 dicembre scorso, una delegazione del Parlamento si è recata nel Paese per valutare la situazione sul campo. Il progetto di relazione sulla missione sarà discusso dalla commissione per le Libertà civili all'inizio del prossimo anno.
Gli eurodeputati hanno poi esortato la Commissione Europea a condannare tutti gli atti pubblici di discriminazione contro le persone LGBTI, in particolare le cosiddette "zone franche LGBTI" in Polonia.
Nella risoluzione adottata il 18 dicembre, con 463 voti favorevoli, 107 contrari e 105 astensioni, il Parlamento Europeo ha espresso profonda preoccupazione per il crescente numero di attacchi contro le persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI) nell'Unione Europea da parte di Stati, funzionari statali, governi nazionali e locali e politici. Esempi recenti includono dichiarazioni omofobe effettuate durante una campagna referendaria in Romania e discorsi di odio nei confronti delle persone LGBTI nel contesto delle elezioni in Estonia, Spagna, Regno Unito, Ungheria e Polonia.
In particolare, i deputati condannano l’istituzione, dall’inizio del 2019, delle aree "libere dall'ideologia LGBTI" da parte di decine di comuni, contee e regioni del sud-est della Polonia. Tramite circolari non vincolanti, i governi locali sono stati invitati ad astenersi dall'intraprendere qualsiasi azione che incoraggi il rispetto verso persone LGBTI ed evitare di fornire assistenza finanziaria alle ONG che lavorano per promuovere la parità di diritti. Il Parlamento europeo esorta le autorità polacche a revocare tutte gli atti che attaccano i diritti delle persone LGBTI.
Inoltre, gli eurodeputati chiedono alla Commissione di monitorare come vengono utilizzati tutti i finanziamenti comunitari, sottolineando che tali fondi non devono essere utilizzati a fini discriminatori.
Il Parlamento Europeo, ha scritto in una nota che “deplora gli attacchi contro le persone LGBTI da parte delle autorità pubbliche di alcuni Stati membri, che hanno avuto come obiettivo le istituzioni educative e le scuole”. I deputati hanno ricordato che le scuole dovrebbero essere luoghi che rafforzano e proteggono i diritti fondamentali di tutti i bambini, e la Commissione e gli Stati membri dovrebbero intraprendere azioni concrete per porre fine alle discriminazioni che possono portare al bullismo, agli abusi o all'isolamento delle persone LGBTI negli edifici scolastici.
Infine, sebbene nella maggior parte degli Stati membri siano in vigore misure legali contro la discriminazione, queste non sono sufficientemente attuate, lasciando le persone LGBTI vulnerabili ai crimini motivati dall'odio, ai discorsi di odio e alla discriminazione. Infine, si sottolinea che la Direttiva UE sulla non discriminazione, bloccata dai ministri dei Paesi membri da 11 anni, contribuirebbe a colmare questa lacuna nella protezione.
Il Parlamento Europeo condanna infine la repressione cinese degli uiguri e, in una risoluzione approvata la scorsa settimana, chiede al governo cinese di chiudere immediatamente i "campi di rieducazione" nello Xinjiang.
Gli eurodeputati condannano fermamente il fatto che centinaia di migliaia di uiguri e persone di etnia kazaka siano stati inviati in "campi di rieducazione" politica sulla base di un sistema di polizia predittiva, e esortano il governo cinese a porre immediatamente fine alla pratica delle detenzioni arbitrarie di membri delle minoranze uigura e kazaka in assenza di capi d'accusa, di un processo o di condanne per reati, a chiudere tutti i campi e i centri di detenzione e a liberare immediatamente e incondizionatamente le persone detenute, compreso il vincitore del Premio Sacharov di quest'anno, Ilham Tohti.
Internamento di massa e sorveglianza digitale intrusiva
“Esistono solide informazioni secondo cui gli uiguri e altre minoranze etniche, principalmente musulmane, nella provincia dello Xinjiang sono soggetti a detenzioni arbitrarie, torture, a pesanti restrizioni delle pratiche religiose e a un'ampia sorveglianza digitalizzata”. È quanto evidenziato dal Parlamento Ue che chiede alle autorità cinesi di garantire ai giornalisti e agli osservatori internazionali un accesso libero alla Regione autonoma uigura dello Xinjiang per valutare la situazione nel territorio.
I deputati sono poi preoccupati dalle segnalazioni su atti di vessazione delle autorità cinesi nei confronti degli uiguri residenti all'estero al fine di indurli a rivelare informazioni su altri uiguri, a fare ritorno nello Xinjiang o a non parlare della situazione di tale regione, talvolta ricorrendo alla detenzione dei loro familiari.
Sanzioni contro le autorità cinesi
L’approccio adottato e gli strumenti utilizzati fino ad oggi dall'UE non hanno prodotto progressi tangibili nella situazione dei diritti umani in Cina, che è invece peggiorata nell'ultimo decennio. È essenziale che l'UE sollevi la questione della violazione dei diritti umani in Cina in ogni dialogo politico con le autorità cinesi. I deputati continentali chiedono al Consiglio di adottare sanzioni mirate e di congelare i beni, se ritenuto opportuno ed efficace, contro i funzionari cinesi responsabili di una grave repressione dei diritti fondamentali nello Xinjiang. (focus\ aise)