LE FORME DEL DESIGN ITALIANO

ROMA – focus\aise\ - Il confine tra architettura e design è spesso assai labile, ma di fatto si tratta di due eccellenze del made in Italy, che tutto il mondo apprezza.
Al designer del gioiello contemporaneo Giampaolo Babetto ed insieme al grande architetto del Novecento Carlo Scarpa è dedicata una mostra che si è aperta il 28 marzo a Parigi, nelle sale dell'Istituto Italiano di Cultura. “BABETTO/SCARPA. Architecture et bijou contemporain” è il titolo della mostra, in programma sino al 22 marzo per illustrare al pubblico francese quali siano le consonanze concettuali e formali tra i due maestri veneti. Promossa dal MAXXI Architettura e dalla Galleria Antonella Villanova e curata da Domitilla Dardi ed Elena Tinacci, la mostra racconta il linguaggio comune fatto di rapporti, connessioni, equilibri di pesi e volumi che condividono l’architettura e il gioiello contemporaneo, dove la visione progettuale vale più dei carati e dei metalli preziosi e l’unicità risiede proprio nella forma di un’idea. Sia su grande scala come nell’architettura sia su piccola scala come nel gioiello contemporaneo ciò che conta è dunque il progetto, l’idea, la struttura. Senza mai sacrificare l’indossabilità delle opere: i gioielli, infatti, “abitano” il nostro corpo, come noi abitiamo e animiamo le architetture.
Giampaolo Babetto maestro della scuola di Padova, lavora da sempre con grande attenzione all'architettura contemporanea ed è un ammiratore di Carlo Scarpa. La lezione del grande architetto - il suo senso ineguagliabile della forma geometrica e del ritmo, la straordinaria sapienza nella gestione dei materiali, i dettagli preziosi - è un tavolo di prova col quale Babetto non si stanca mai di confrontarsi. In mostra, i gioielli sono esposti insieme a disegni preparatori, testimonianze del loro processo di costruzione e stralci del lavoro progettuale, messi in relazione con materiali documentari - disegni, prototipi e fotografie - di specifici progetti di Carlo Scarpa che sono nella collezione del MAXXI Architettura. Evidenti relazioni formali si manifestano soprattutto - ma non solo - nei confronti delle opere più note del grande architetto. Così il Museo di Castelvecchio si presta, nella geniale soluzione ideata da Scarpa per il basamento della statua di Cangrande, a diventare un riferimento formale diretto di Giampaolo Babetto per l’anello chiamato appunto Cangrande della Scala, in un sorprendente salto dimensionale. Le forme della monumentale Tomba Brion sono studiate e ripercorse nei disegni del maestro orafo padovano, che arriva poi a tradurre il cemento scarpiano in originali creazioni di oreficeria.
Il risultato dello studio di Babetto su Scarpa sono opere di gioielleria uniche, che evidenziano i nessi materici, di processo, ideazione e costruzione con le architetture di riferimento. A fronte dell’evidente differenza di scala, la mostra, arricchita dal gioco di riflessi suggerito dall’allestimento dello studio SNA, indaga le molteplici relazioni tra la costruzione di un edificio e quella di un gioiello. E sottolinea che, come spiega Margherita Guccione: “strutture, forme, materiali, incastri, meccanismi e dettagli fanno capo a uno stesso pensiero logico, capace di trasformare l’idea iniziale in un oggetto concreto”.
Ancora i gioielli protagonisti ad Amburgo, dove è ancora una volta la sede dell'Istituto Italiano di Cultura ad ospitare la mostra "Design da indossare. L'arte di riciclare" degli architetti Lucia Masi, Rosanna Mancini e Rosita Pazzaglia. Inaugurata l'1 marzo, la mostra rimarrà aperta fino al 20 del mese con ingresso libero nell'ambito del progetto RiMATERIA.
Quest'ultimo presenta monili in pezzi unici, piccole sculture ed architetture da indossare, dove il gusto creativo è predominante. Ideazione e design sono fondamenta di un’arte del riciclare dove un divertente gioco di linee, volumi e colori genera oggetti di carattere volutamente trasgressivo, accessori pensati per essere modellati "addosso". In quest’ottica anche la cravatta è progetto e si trasforma. In un percorso di continua ricerca nell’arte di indossare, Lucia, Rosanna e Rosita sperimentano nuove linee inspirate ad Alberto Burri, in collaborazione con artisti dell’arte orafa.
Lucia Masi, Rosanna Mancini e Rosita Pazzaglia sono tre architetti italiani che vivono e lavorano in Umbria. Nonostante tre distinte attività professionali, amicizia, passione per l’architettura e attenzione all’ambiente le hanno unite in un comune progetto creativo, che hanno chiamato "RiMATERIA", con il quale firmano una linea di oggetti ottenuti dalla trasformazione di materiali destinati al rifiuto: ricerca, design e artigianalità riscoprono in ogni materia la capacità di generare nuove forme e nuovi usi.
Guarda alle nuove leve dell'architettura il concorso indetto dal Consolato generale d'Italia a Barcellona in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura e con lo IED - Istituto Europeo di Design. È stato infatti aperto nei giorni scorsi il bando di concorsoArchitetture omeopatiche per il futuro della città”: destinatari sono giovani professionisti sotto i 35 anni d'età, studenti IED (Barcellona e Madrid) dell’ultimo anno accademico 2018/2019, ALUMNI IED (Barcellona o Madrid), o architetti e designer under 35 di nazionalità italiana e residenti nella circoscrizione di Barcellona.
Il concorso è parte del progetto “ITmakES”, iniziativa dell’Ambasciata d’Italia a Madrid e del Consolato Generale d’Italia a Barcellona volta a valorizzare la collaborazione tra Italia e Spagna nei principali settori di interesse comune tra i due Paesi. Il termine per le candidature è fissato al 13 marzo. I partecipanti potranno presentare una proposta di design dedicata al tema “Architetture omeopatiche per il futuro della città”, che sarà valutata da un comitato di selezione internazionale, formato da un rappresentante di ciascuna organizzazione promotrice e da riconosciute personalità del mondo dell’architettura e del design e presieduto dall’Ambasciatore del Design a Barcellona 2019, l'architetto e designer di fama internazionale Mario Trimarchi.
I 10 disegni vincitori saranno presentati subito dopo l’intervento di Trimarchi nel corso dell’evento organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura presso il Disseny Hub di Barcellona il 20 marzo 2019, con la collaborazione del Consolato Generale d’Italia, IED Barcellona e BCD, Barcelona Centre de Disseny. I disegni saranno successivamente esposti presso lo IED Barcellona. I selezionati avranno inoltre la possibilità di prendere parte ad un workshop che Trimarchi terrà il 21 marzo. Infine, tra i 10 selezionati sarà attribuito un primo premio, ovvero l’iscrizione ad un SUMMER COURSE IED Madrid o Barcellona. (focus\aise)