L'INIZIATIVA IMPRENDITORIALE DEGLI IMMIGRATI NELLE REGIONI ITALIANE: GLI APPROFONDIMENTI DI IDOS/ I DATI SULLA SARDEGNA

ROMA\ aise\ - L’iniziativa imprenditoriale degli immigrati è una realtà ormai diffusa e radicata su tutto il territorio nazionale. Nell’ambito della campagna di informazione promossa nell’ambito di “Voci di confine”, progetto cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo, con capofila Amref e con il Centro Studi e Ricerche IDOS partner insieme a una rete di ulteriori enti e associazioni, sono state pubblicate schede di sintesi con i dati di ciascuna regione. Pubblichiamo oggi i dati sulla Sardegna.
LA SCHEDA IDOS
Anche in Sardegna l’imprenditorialità degli immigrati è ormai un fenomeno strutturato e diffuso. All’inizio del 2018 sono 10.337 le attività indipendenti guidate da lavoratori di origine straniera in regione, in circa i tre quarti dei casi avviate da cittadini provenienti da un Paese non comunitario (75,7%).
Nell’insieme si tratta del 6,1% di tutte le imprese registrate nelle Camere di Commercio dell’isola. Nonostante la leggera battuta d’arresto registrata nel corso del 2017 (-1,2%), il loro numero è notevolmente cresciuto negli anni più recenti, così duramente segnati dagli effetti della congiuntura economica negativa, mostrando come la via dell’autonomia abbia rappresentato una strategia di possibile resistenza alle accresciute difficoltà di inserimento alle dipendenze.
Nell’ultimo quinquennio le attività di lavoro autonomo e imprenditoriale gestite dai lavoratori immigrati sull’isola hanno fatto registrare un +16,6%, contribuendo a bilanciare la progressiva contrazione della base imprenditoriale autoctona (-1,3% nello stesso periodo e - 2,6% nell’ultimo anno).
Si tratta in primo luogo di attività di piccole dimensioni, che sfruttano l’intraprendenza personale e le possibilità di inserimento negli ambiti più accessibili in termini economici. Le ditte individuali sono la forma di impresa largamente più diffusa, nell’ordine dell’85% del totale, come attestano i quasi 9mila immigrati titolari di questo genere di attività operativi sull’isola, tra i quali le donne superano appena un quinto del totale (21,8%).
Sulla falsariga della distribuzione della popolazione immigrata in regione e dell’articolazione del locale sistema del lavoro indipendente, le province di Cagliari (44,9%) e di Sassari (35,0%) rappresentano i principali territori di inserimento, seguiti da Nuoro (15,1%) e Oristano (5,1%). Il dettaglio dei principali Paesi di origine evidenzia lo specifico protagonismo della collettività senegalese, cui appartiene oltre un quarto di tutti gli immigrati titolari di una ditta individuale in regione (26,2%), una quota che arriva a un terzo del totale nel cagliaritano (33,5%), dove rappresentano di gran lunga il gruppo nazionale più rappresentato.
Rilevante e diffusa sull’intero territorio regionale è anche la presenza di lavoratori autonomi e piccoli imprenditori marocchini (15,2%), che prevalgono sui senegalesi nelle province di Nuoro (24,8%) e di Oristano (17,9%). Notevoli anche le presenze cinese (8,4%), pakistana (7,6%) e bangladese (6,0%), tutte maggiormente diffuse tra gli immigrati titolari di una ditta individuale a Cagliari (con percentuali pari rispettivamente al 9,1%, l’8,1% e al 7,9% del totale), mentre la pur numerosa rappresentanza tedesca, svizzera e francese si presuppone rimandi innanzitutto ai discendenti della copiosa emigrazione sarda dei decenni scorsi.
La distribuzione per settori di attività dà conto dello spiccato protagonismo del terziario, in cui gli immigrati titolari di una ditta individuale in Sardegna si concentrano in ben 8 casi su 10 (79,9% a fronte del 61,3% calcolato a livello nazionale).
Si tratta in massima parte di attività di stampo commerciale (68,7%), un ambito che nelle sue diverse forme primeggia in tutte e quattro le province sarde, arrivando a raccogliere più dei tre quarti delle posizioni qui considerate nel cagliaritano (77,0%). Degno di nota anche l’inserimento nel comparto ristorativo-alberghiero, in particolare nelle province di Oristano (5,8%), Sassari (4,8%) e Nuoro (4,2%). Tra le attività industriali in senso stretto, si evidenzia la partecipazione dei migranti alla manifattura, un comparto in cui opera il 4,7% dei piccoli imprenditori immigrati registrati nella provincia di Cagliari (il 4,0% a livello regionale).
L’edilizia, invece, ne raccoglie nell’insieme l’8,8% del totale (il 13,9% a Sassari e il 13,6% a Oristano). Di rilievo, infine, l’inserimento in agricoltura (5,3%) che, però, va verosimilmente ricondotto in massima parte all’iniziativa dei discendenti dei migranti sardi del passato, nati all’estero e poi rientrati nei territori di origine dei padri, rilevando o riattivando un’attività di stampo agricolo. (aise)