L'INIZIATIVA IMPRENDITORIALE DEGLI IMMIGRATI NELLE REGIONI ITALIANE: GLI APPROFONDIMENTI DI IDOS/ I DATI SULLE MARCHE
ROMA\ aise\ - L’iniziativa imprenditoriale degli immigrati è una realtà ormai diffusa e radicata su tutto il territorio nazionale. Nell’ambito della campagna di informazione promossa nell’ambito di “Voci di confine”, progetto cofinanziato dall’Agenzia Italiana per la cooperazione allo sviluppo, con capofila Amref e con il Centro Studi e Ricerche IDOS partner insieme a una rete di ulteriori enti e associazioni, sono state pubblicate schede di sintesi con i dati di ciascuna regione. Pubblichiamo oggi i dati sulle Marche.
LA SCHEDA IDOS
Si innesta in un’economia locale caratterizzata da una fiorente piccola-media industria (il cosiddetto “modello marchigiano”) l’iniziativa imprenditoriale dei lavoratori di origine immigrata che all’inizio del 2018 conta oltre 16mila imprese.
Un numero che è arrivato a rappresentare il 9,3% del totale delle imprese locali, cresce costantemente nel tempo (+9,3% la crescita cumulata tra 2012 e 2017) al contrario di quanto avviene per le imprese italiane (-3,4% nello stesso periodo), si ripartisce abbastanza equamente su un territorio regionale che si caratterizza di per sé per un notevole decentramento e la presenza di ben 28 distretti industriali specializzati.
Tra le imprese regionali i cui responsabili sono nati all’estero, 8 su 10 sono gestite da stranieri non comunitari (78,0%) e quasi altrettante (80,1%) hanno una connotazione individuale (12.871 su 16.067). Per quanto riguarda più specificamente le imprese individuali, gli archivi presentano ulteriori disaggregazioni statistiche che ci offrono informazioni importanti sugli stranieri che ne sono titolari.
Sono circa 3.500 le imprese individuali immigrate rispettivamente attive nelle province di Ancona e Macerata, circa 3mila nella provincia di Pesaro-Urbino e quasi altrettante sommando insieme le province di Fermo ed Ascoli Piceno. Le donne rappresentano il 26,3% dei titolari di impresa stranieri, ben 3 punti percentuali in più rispetto all’incidenza femminile complessivamente registrata in Italia, pari al 23,3%.
Tra i paesi di nascita più rappresentati tra i titolari d’impresa stranieri troviamo la Cina (14,2% su tutti i titolari stranieri), il Marocco (10,6%), la Romania (9,6%), l’Albania (9,1%) e il Pakistan (4,6%). A livello nazionale, risultano invece invertite le prime due posizioni della graduatoria, con il Marocco primo con il 14,8% e la Cina seconda con l’11,3%.
Ciascuna provincia registra poi sue precipue caratteristiche per quanto riguarda le dimensioni delle diverse collettività: nella provincia di Fermo, ad esempio, i nati in Cina rappresentano oltre un terzo dei titolari di impresa stranieri, raggiungendo il 35,7%, mentre ad Ancona ed Ascoli Piceno primeggiano rispettivamente i nati in Romania (13,7%) e quelli nati in Marocco (19,4%) Mentre in Italia lavora nel settore primario (agricoltura) il 3,1% dei titolari d’impresa stranieri, nel secondario (industria) il 32,8% e nel terziario (servizi) il 61,3%, nella regione Marche l’industria raggiunge il 39,4%, trainata con il 24,8% dall’edilizia e con il 14,6% dalle attività manifatturiere (queste ultime 7 punti percentuali in più rispetto alla media nazionale).
Per quanto riguarda il settore dei servizi, comunque maggioritario a livello regionale con il 53,7%, il primo comparto risulta essere il commercio (35,6%), seguito quindi da alberghi e ristoranti (5,3%).
Ancora una volta, per quanto riguarda i settori e i comparti di attività, si distingue la provincia di Fermo, con la sua grande comunità cinese, dove il settore industriale risulta invece maggioritario con il 57,2% e al suo interno con il comparto delle attività manifatturiere al 34,6%. Sul territorio fermano sempre più evidente risulta essere la presenza di imprenditori nati in Cina nel settore calzaturiero, nell’export dei prodotti locali ad alta specializzazione, nella vendita all’ingrosso, nonché nella grande distribuzione di prodotti importati dalla Cina.
Nelle restanti province, invece, si conferma un quadro più uniforme con il commercio primo comparto, seguito da edilizia, attività manifatturiere ed alberghi e ristoranti. (aise)