NORVEGIA: CONCLUSA A BERGEN LA CAMPAGNA SCIENTIFICA DI GEOFISICA MARINA “HIGH NORTH 19” DELLA MARINA MILITARE ITALIANA

OSLO\ aise\ - Anche quest’anno si è svolta a Bergen, in Norvegia, la campagna scientifica di geofisica marina “High North 19” organizzata a bordo della nave “Alliance” dalla Marina Militare italiana e, in particolare, dal suo Istituto Idrografico.
A darne notizia è l’Ambasciata italiana ad Oslo, sottolineando come la “High North 19” abbia confermato “la persistente e crescente importanza che l’Italia attribuisce alla regione artica, anche in ragione della sua ormai consolidata importanza nell’agenda internazionale per i significativi mutamenti di natura climatica, ambientale e geo-politica che vi si stanno verificando con effetti rilevanti anche sulle altre regioni geografiche”.
La campagna scientifica – che è partita da Tromsø, “capitale” nordica della Norvegia - si è sviluppata dal 27 ottobre al 2 novembre scorsi prevalentemente nelle acque a sud-ovest dell’arcipelago delle Svalbard ed ha toccato anche un tratto del Mar di Norvegia ed una porzione del mar di Groenlandia. Essa ha complessivamente percorso oltre 2300 miglia nautiche, ha consentito la mappatura di oltre 200 chilometri quadrati di fondale marino (in alcune parti ancora inesplorato) ed ha proceduto alla rilevazione di dati scientifici su un tragitto di oltre 800 miglia nautiche.
Alla missione “High North 19” hanno partecipato ricercatori e scienziati appartenenti a diversi istituti di ricerca sia italiani che stranieri: quest’anno se ne sono contati una quindicina in rappresentanza dei principali enti di ricerca italiani quali l’OGS, il CNR, l’ENEA, l’INGV, oltre allo stesso CMRE della Nato, lo European Research Institute (ERI) ed il Joint Research Centre dell’Unione Europea (JRC-EU).
La campagna “High North 19” si è focalizzata, al punto di vista scientifico, sulla continuità delle osservazioni dell’ambiente marino al fine di studiare la loro variabilità nel medio-lungo periodo ed effettuare un confronto con i dati rilevati anche nelle precedenti missioni; ciò grazie ad attività di sperimentazione dal satellite fino al sottofondo marino, ed all’utilizzo di nuove tecnologie con sistemi multipiattaforma; e sulla mappatura dei fondali e campionamento dei dati ambientali in 70 stazioni per la rilevazione di misure acustiche, di inquinamento marino, sulla presenza di micro-nano plastiche e sulle caratteristiche bio-chimiche della colonna d’acqua. (aise)