PER IL NUOVO GOVERNO: QUALI I SEGNI DI COSCIENZA CRITICA? - di Nello Gargiulo

SANTIAGO DEL CILE\ aise\ -  “A Distanza di un mese, la crisi politica italiana sembra risolversi con la presentazione in Parlamento di un nuovo governo con lo stesso Presidente, Giuseppe Conte, che si sta dimostrando un interessante personaggio del mondo giuridico ed universitario arrivato alla politica attiva solo da 15 mesi”. Comincia così la riflessione di Nello Gargiulo, Consigliere CGIE in Cile, sull’attualità politica nostrana apparsa su un articolo pubblicato sulla rivista cilena in lingua italiana “Presenza”, che quest’anno festeggia il quindicennale.
“Il nuovo governo che si è formato ha come partner principale sempre il Movimento 5 stelle, ma questa volta con Il Partito Democratico. Il PD, nato circa 12 anni fa da una confluenza delle forze laiche progressiste ed i settori del cattolicesimo sociale italiano, e ciò che resta della sinistra più esplicita: Liberi ed uguali (LeU).
Il nuovo schieramento, almeno in partenza, dovrebbe ritrovarsi con un grado di maggiore omogeneità se misuriamo la sensibilità sui temi programmatici: lavoro, pensioni, giovani, tasse, ambiente ecc…
Sul fronte internazionale esiste condivisione per essere parte attiva dell’UE e nell’Alleanza Atlantica come fulcro che assicuri la stabilità della pace.
Sono altri gli elementi che lasciano non poche perplessità sulla tenuta della coalizione. Il primo è che per anni il Movimento 5 stelle è cresciuto prendendo di mira il PD e “rinfacciandogli” costantemente la responsabilità di una politica distante dai problemi reali, con la preoccupazione centrata sul clientelismo e il mantenimento delle quote di potere. Anni di odio sono chiamati oggi a sciogliersi nella responsabilità di una effettiva ed efficace governabilità. Anche parlare di “ricucitura” del tessuto sociale italiano è mettere addosso a questo governo un compito superiore alla forza che potrà avere. Ma in Italia, ricchi di storia, abbiamo esempi dove i nemici e gli avversari in politica si sono fatti amici per convinzione o per necessità. Pensiamo al passaggio dal Regno di Piemonte e Sardegna all’Unità d’Italia: Cavour, Rattazzi, Giolitti, Garibaldi ecc…furono costretti a mettersi insieme per parlarsi e confrontarsi. Fu un Risorgimento che al di fuori della politica aveva in personaggi come Manzoni, Verdi, Rosmini e Don Bosco una vera coscienza critica che accompagnava con la forza della penna, della musica e dello spirito anche la classe politica. Oggi, un miracolo di questa natura sembra più difficile, perché i media sono diventati gli strumenti per confrontarsi e la politica ancora non è uscita totalmente dalla stagione delle ideologie. D’altra parte importanti settori come la Chiesa e la Scuola vivono le loro difficoltà e quindi non contribuiscono sufficientemente per accompagnare i processi di cambiamento. La politica ed i politici sono molto soli.
I piani economici di questo governo vogliono superare la supremazia delle politiche delle multinazionali, per recuperare quello dello sviluppo locale appoggiato soprattutto dalle storiche banche locali.
Ritornando ai flussi migratori in entrata per ridurli efficacemente bisogna rimettere in gioco la Cooperazione con i paesi dell’Africa, ma questa volta non solo come compito del governo ma anche del mondo sociale culturale e scientifico italiano. Ci vorranno progetti di “stile profetico” per ridare al Mediterraneo frontiere di pace e luoghi di incontro. L’Italia ha questa vocazione storicamente, anche per la centralità del cristianesimo che ha fatto di Roma la Città Caput Mundi. Se la politica non si alimenta guardando alla storia migliore, si ritroverà solo sulla rete o nelle piazze ma questo, e non è sufficiente, perché ancora ci vogliono circoli, salotti, e auditorium per incontrarsi, parlarsi e sognare un futuro certamente migliore. La storia ha i suoi corsi e ricorsi, ma ci chiediamo: l’Italia, in che fase si trova?
Vista da lontano si direbbe che le forze politiche, proprio perché nessuna è in condizione di governare da sola, deve aprirsi al contributo delle altre. Capricci, imposizioni e proselitismi sono i nemici della buona pratica politica. Ultimamente questo è lo spettacolo a cui ha assistito il popolo italiano. Speriamo che si volti la pagina”. (aise)