RIDUZIONE PARLAMENTARI: PROSEGUE LA DISCUSSIONE IN AULA/ FANTETTI (FI): PROVVEDIMENTO INCOSTITUZIONALE/ SI VOTA DOMANI

ROMA\ aise\ - Prosegue in Senato la discussione sulla riforma costituzionale che taglia il numero dei parlamentari. Secondo quanto deciso dalla Conferenza dei Capogruppo, il testo sarà votato domani.
Intanto, in Aula è muro contro muro: secondo le opposizioni il ddl è sganciato da una visione di riforma complessiva, tende a svilire il Parlamento, veicola una concezione della democrazia rappresentativa come mera voce di spesa, è finalizzato a catturare un facile consenso elettorale in una congiuntura economia negativa e può produrre una deriva pericolosa, soprattutto se abbinato al ddl costituzionale sul referendum propositivo, all'esame della Camera.
Il ddl, sostengono le opposizioni, interviene solo sul dato numerico, senza superare il bicameralismo paritario o adeguare la forma di Stato e di governo per aumentare l'efficienza del sistema istituzionale; comprime la rappresentanza dei piccoli territori, delle autonomie speciali, degli italiani all'estero e alza implicitamente le soglie di sbarramento.
Dall’altra parte, il Movimento 5 Stelle ha ricordato che il Gruppo è contrario al superamento del bicameralismo e favorevole al contenimento dei costi della politica che, in un'epoca di crisi, è chiamata a fare la propria parte. Ha tacciato le opposizioni di ipocrisia, richiamando in particolare la riforma, approvata con enormi forzature nella scorsa legislatura, poi bocciata dai cittadini, che stravolgeva gli equilibri costituzionali e conferiva potere ad organi non elettivi.
Tra gli eletti all’estero ha preso la parola il senatore di Forza Italia Raffaele Fantetti, che ha contestato il taglio dei 18 (12 deputati e 6 senatori diventerebbero 12 deputati e 4 senatori): “non posso che ritenere un errore materiale nella elaborazione del testo l'aver incluso la circoscrizione estero nella riduzione proporzionale del numero dei parlamentari”, perché, ha spiegato, già così la proporzione tra elettorato ed eletti è sbilanciata.
“Faccio notare che quattro senatori in rappresentanza di 5,5 milioni di italiani iscritti all'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) rappresentano un'aberrazione, che viene ulteriormente esasperata dal fatto che la circoscrizione estero si divide in quattro ripartizioni”, ha proseguito il senatore. “Per la ripartizione Europa, in cui sono iscritti 3,3 milioni di italiani registrati all'AIRE, ci sarebbe un solo rappresentante in Senato. Vi segnalo che, nella dottrina internazionale, non c'è nessun criterio, nessuna formula che sia degna di questo nome che permetta un rapporto di questo genere. Avere un solo rappresentante parlamentare nel Senato della Repubblica, in un sistema bicamerale, in rappresentanza di 3,3 milioni di italiani in Europa o un senatore ogni 1,4 milioni di cittadini, considerando il totale dei quattro senatori che andrebbero a rappresentare i 5,5 milioni di italiani iscritti all'AIRE, costituisce un'aberrazione democratica”.
Secondo Fantetti “la Corte costituzionale non potrebbe assolutamente convalidare la natura democratica di un provvedimento di questo genere. C'è una violazione sostanziale del principio di uguaglianza di cui all'articolo 3 della Costituzione, ma segnalo alla vostra attenzione anche una violazione sostanziale dell'articolo 1 della Costituzione, che stabilisce che “L'Italia è una Repubblica democratica”. Come fa una Repubblica a definirsi democratica, se porta in Parlamento un rappresentante dei propri cittadini ogni 3,3 milioni di persone? Vi segnalo che la Costituzione italiana non discrimina i cittadini a seconda di dove sono residenti: i cittadini italiani all'estero sono cittadini italiani al 100 per cento”.
“Faccio appello anche all'uso esasperato del termine "cittadini" che fa una componente importante di questa maggioranza: noi – ha sottolineato Fantetti – siamo cittadini e voi, che avete come priorità la difesa dei diritti costituzionali, civili e politici dei cittadini, state abolendo, di fatto, quelli dei cittadini residenti all'estero. L'Italia non è fatta di 60 milioni di persone, è fatta di 60 milioni di persone che abitano in Italia e di 5,5 milioni di persone, ufficialmente registrate, che abitano all'estero. Sono anch'essi cittadini”.
Il senatore ha quindi ricordato l’incredibile aumento degli italiani che negli ultimi anni ha lasciato il Paese per l’estero e l’importanza di ricostituire il Comitato per le questioni degli italiani all'estero.
“La costituzionalità di questo progetto di riforma è secondo me assolutamente dubbia, perché, con la riduzione della rappresentanza della circoscrizione estero, si viola il principio di uguaglianza e il principio di democraticità dell'intervento”, ha ribadito Fantetti. “Faccio riferimento al principio di proporzionalità, congruità e adeguatezza tra mezzo e fine: non ci può essere una congruità tra la rappresentanza politica degli interessi di una comunità di 3.800.000 persone con un solo rappresentante in Parlamento. Non è democratico. Mi appello all'intelligenza del relatore e di coloro che portano avanti questa riforma costituzionale, che nei principi generali noi condividiamo e abbiamo anche in parte già votato, in passato (la riduzione del numero dei parlamentari): la circoscrizione estero, che è esplosa e che ha bisogno urgente di attenzione, - ha concluso – non può essere intaccata in questo modo”.
Di diverso avviso Marco Pellegrini (M5S): “la Camera sarà composta da 400 deputati, otto dei quali eletti all'estero, e il Senato sarà composto da 200 senatori, quattro dei quali eletti all'estero: con questa riforma, quindi, ogni deputato rappresenterà 150.000 italiani e ogni senatore 300.000 cittadini. La riduzione del numero dei parlamentari determinerà una maggiore efficienza del processo legislativo - e questo è il nostro auspicio e il nostro convincimento - ma potenzialmente anche un ruolo più incisivo dell'intero Parlamento e dei singoli eletti, con un conseguente maggior prestigio delle nostre istituzioni democratiche”.
“Per i deputati e i senatori – ha sostenuto il senatore – aumenteranno le responsabilità, ma anche l'importanza e il peso del lavoro che svolgono in un Parlamento con numeri ridotti. Questa riforma allinea l'Italia a molti Paesi dell'Unione europea, che hanno un numero di eletti assai inferiore rispetto al nostro attuale. Inoltre, con questa proposta di riforma si superano definitivamente i problemi interpretativi che si posero negli anni passati per la nomina dei senatori a vita, poiché all'articolo 3 è previsto che il numero complessivo dei senatori di nomina presidenziale in carica non possa superare in alcun caso il numero di cinque”.
“Ho sentito qualche collega delle opposizioni parlare di attacco alla democrazia ed è ben strano sentire queste frasi roboanti e antitetiche alla realtà fattuale, in quanto – ha sostenuto Pellegrini – noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo il mandato popolare per presentare questa riforma. Perché su questa riforma, vi piaccia o no, abbiamo preso i voti il 4 marzo, ma qui evidentemente c'è qualcuno che odia chi prende i voti, preferendo i salotti dove decidere chi dev'essere parlamentare, quale legge approvare e quale lobby favorire”.
La discussione in Aula andrà avanti fino alle 20.30. (aise)