ROADSHOW E DINTORNI

ROMA – focus/ aise - Tappa in Lombardia per il progetto formativo finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico e realizzato da ICE Agenzia, Confindustria e Agenzia Dogane Monopoli. Oltre 60 aziende hanno partecipato il 20 giugno, presso il Centro Espositivo Lariofiere (Erba), a “Dazio zero”, evento organizzato da Confindustria Como e Confindustria Lecco e Sondrio per preparare le imprese a cogliere le opportunità derivanti dai numerosi accordi commerciali in essere tra la UE e i paesi terzi.
Il roadshow “Dazio Zero” si articola in un ciclo di incontri studiati per fornire alle imprese gli strumenti fondamentali per accedere in maniera agevolata ai mercati internazionali attraverso un maggiore utilizzo degli accordi di libero scambio. L’utilizzo dei regimi preferenziali consente alle imprese di godere di numerosi benefici, tra cui l’esenzione dai dazi doganali negli scambi commerciali con molti Paesi.
Per avvalersi di tali opportunità, è necessario essere in grado di determinare la corretta classificazione doganale delle merci e di applicare consapevolmente le regole di origine preferenziale contenute negli accordi. Inoltre, acquisisce sempre più importanza anche l’esatta conoscenza che presiede all’attribuzione dell’origine non preferenziale alle merci, sia in relazione all’utilizzo del Made in sia per garantire un corretto approccio alle barriere tariffarie e alle misure di politica commerciale adottate dalla UE e da numerosi Paesi terzi. Altra tappa mercoledì 3 luglio presso il Park Hotel di Latina, dove ICE-Agenzia, in collaborazione con CNA di Latina, Regione Lazio e partner territoriali, organizza la tappa di Latina del Roadshow Italia per l'internazionalizzazione delle imprese. In questo contesto di grande fermento, una notizia davvero poco rassicurante: Diciassette milioni di euro in meno. È questo il bilancio, tutt’altro che esaltante, che affonda l’Abruzzo delle esportazioni nei primi tre mesi del 2019. A rivelarlo è lo studio condotto da Aldo Ronci per la CNA Abruzzo, studio secondo il quale l’ammontare complessivo dell’export delle imprese, tra gennaio e marzo di quest’anno, si è fermato a quota 2.184 milioni di euro, contro i 2.201 dello stesso periodo dell’anno passato: con una differenza di 17 milioni di euro. Cifre che, tradotte in percentuale, vogliono dire lo 0,7% in meno di un anno fa, in un Paese – l’Italia – in cui al contrario la bilancia commerciale, alla stessa voce, segna un incremento di due punti percentuali. Un dato impietoso, tanto più se confrontato con la performance di un anno fa, quando l’incremento sull’anno precedente era stato addirittura del 7%.
Bilancio negativo, insomma, senza tanti giri di parole, come illustra lo stesso curatore dell’indagine: “il risultato della nostra regione è frutto dell’andamento opposto di due settori: da una parte l’automotive, con il vento sempre in poppa, una crescita complessiva di 42 milioni di euro e un aumento percentuale del 3,8% a fronte di una flessione nazionale del 3,5%; dall’altra, invece, il crollo pressoché generalizzato degli altri settori, eccezion fatta per il ramo della pelletteria, protagonisti di un saldo negativo di ben 59 milioni di euro”.
Con l’eccezione insomma per le pelletterie (17 milioni in più in carniere), insomma, sono stati tutti gli altri comparti produttivi a segnare pesantemente il passo: così le apparecchiature elettriche (-18 milioni), la farmaceutica (-16), la gomma e la plastica (-16), le macchine e gli apparecchi (-23)”. Facile immaginare il riflesso automatico dell’andamento dell’export sulle province abruzzesi. Così, se proprio grazie ai mezzi di trasporto la provincia di Chieti conferma la propria storica leadership (15 milioni in più nell’indagine trimestrale), le altre si ritrovano a sommare le conseguenze della flessione di più comparti. Con effetti pressoché nulli all’Aquila (comunque capace di un milione in più), assai negativi nel Teramano (-13 milioni, con il buon andamento delle pelletterie non in grado di compensare le perdite dell’area farmaceutica), addirittura pesantissimi nel Pescarese: -20 milioni di euro, con un crollo percentuale del 13,5% rispetto all’anno precedente. L’agro-alimentare, infine, perde a sua volta colpi, passando da 152 milioni del primo trimestre 2018 a 149 del 2019, e dunque con un decremento di 3 milioni di euro. Anche qui, neanche a dirlo, in netta controtendenza rispetto alla media nazionale, che cresce del 5,3%, contro la flessione abruzzese dell’1,8%. (focus\ aise)