SEMINARIO DI PALERMO: GLI ALTRI INTERVENTI DELL’ULTIMA GIORNATA
PALERMO\ aise\ - Ultima giornata di lavoro, nella Sala della Capriate di Palazzo Chiaramonte Steri, per i giovani italiani riuniti a Palermo dal Cgie. A portare i saluti istituzionali Fabrizio Micari, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo, il sindaco Leoluca Orlando e il senatore Raffaele Fantetti (Fi), in rappresentanza della presidente del Senato Casellati.
“Sono state tre giornate di un’intensità rara”, ha esordito Maria Chiara Prodi, moderatrice del panel, ringraziando il rettore per aver ospitato l’evento in questo luogo e lasciandogli la parola: “Per me è una gioia poter avere tutti questi rappresentanti dell’italianità a Palermo e in questa sede”, ha detto Fabrizio Micari, “in questi tre anni e mezzo abbiamo fortemente investito sulla mobilità dei giovani. L’internazionalizzazione è per noi molto importante. Ogni anno circa 1100 ragazzi partono per l’Erasmus, abbiamo un’offerta formativa per il 50% in inglese. C’è una simbiosi tra Palermo e l’estero. Gli studenti stranieri che vengono a studiare così aumentano di anno in anno e stiamo valutando l’ipotesi di uno studentato per questi ragazzi. La mobilità che chiedono questi giovani è straordinariamente importante ma dobbiamo gettare le basi non solo per partire, ma anche per ritornare. Un luogo come quello dove siamo oggi, luogo di intolleranza e oppressione, in quanto ex tribunale dell’Inquisizione, diventa con voi ragazzi fortemente simbolico in senso inverso. Il concetto di “rete” mi piace molto e il mio sogno è quello di riuscire a organizzare un grande evento per richiamare i laureati nella nostra Università da tutto il mondo qui a Palermo, in una logica di incontro e condivisione”.
Ha poi preso la parola Raffaele Fantetti (FI), in rappresentanza della presidente Casellati, che non è potuta essere presente a Palermo: “La Presidente Casellati è molto vicina alle nostre istanze. È cosciente di un fenomeno che gli italiani tendono a sottovalutare. La migrazione italiana non è un fenomeno del passato, ma del presente. I tassi di emigrazione, negli ultimi dieci anni, continuano a crescere. I dati Aire parlano del 10% della popolazione italiana all’estero. Noi siamo un’emigrazione come non ce ne sono nel mondo, una migrazione che va avanti da secoli e che sta riprendendo sempre più intensa. È giusto che questo fenomeno sia rappresentato nelle istituzioni a qualsiasi livello. Nessun altro Paese ha un sistema di rappresentanza così strutturato come quello italiano: I Comites sono una conquista democratica che non ha pari in nessuna altra realtà. C’è poi il Cgie, che ha reso possibile un evento come questo del seminario di Palermo. C’è poi la rappresentanza parlamentare, altrettanto essenziale. Siamo sotto attacco, è vero. La maggioranza di governo vorrebbe minare il nostro sistema di rappresentanza, ma non possiamo piegarci. L’esperienza che avete fatto qui a Palermo è importante”, ha concluso Fantetti, “ma sarà ancora più importante quello che farete una volta tornati a casa. Voi siete l’avanguardia del Sistema Italia, siete cittadini del più bel Paese del mondo”.
Letta una lettera inviata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in cui veniva espressa tutta la gratitudine per la realizzazione di un evento del genere, e dedicato un commosso ricordo alla figura di Antonio Megalizzi, giornalista ucciso nell’attentato di Strasburgo, ha preso la parola Michela Di Marco, presidente del Comites di Toronto, che ha letto un estratto della “Carta del Seminario di Palermo”.
A seguire, sul palco dei relatori sono saliti a turno i ragazzi e le ragazze protagoniste del seminario per condividere con la platea i documenti prodotti in questi giorni di lavoro condiviso. Proposte, progetti, spunti di riflessione. In molti emerge la volontà di avere l’opportunità di tornare in Italia, di fare cioè, come ha detto una ragazza argentina “il percorso inverso rispetto a quello fatto dai nostri nonni”.
Tutti i ragazzi sono stati concordi nel definire l’Italia un Paese meraviglioso, di cui andare fieri e per il quale vale la pena lavorare e fare rete. Un giovane di terza generazione rappresentante del Comites di Metz (Francia) ha raccontato l’esperienza della sua famiglia e il legame mai venuto meno con le proprie radici.
Si è poi parlato di turismo di ritorno, argomento sul quale i ragazzi e le ragazze hanno dimostrato uno spiccato senso del business, proponendo idee per implementare una la circolazione dell’economia a favore dell’Italia.
Altro panel dedicato all’arte, che per molti dei ragazzi potrebbe diventare il vero collante tra tutti gli italiani sparsi per il mondo. La proposta, nello specifico, è stata quella di creare un portale ad hoc per permettere agli artisti di organizzare festival, viaggiare in altri paesi per portate le proprie competenze, e – anche in questo caso – fare rete. Altro argomento di punta nelle relazioni dei giovani, la necessità di diffondere notizie sui Comites, per far sapere davvero a tutti il loro ruolo e la loro importanza, non solo all’estero, ma anche, anzi soprattutto, in Italia. (gianluca zanella\ aise)