SETTIMANA LINGUA ITALIANA: IL DECAMERONE DI BOCCACCIO A YANGON

YANGON\ aise\ - Per celebrare la Settimana della Lingua Italiana nel mondo, l’Ambasciata d’Italia a Yangon ha portato in scena uno spettacolo teatrale ispirato al Decamerone di Giovanni Boccaccio, rispondendo così al tema indicato per la manifestazione di quest’anno - l’Italiano sul palcoscenico -, e rendendo omaggio al padre della letteratura in prosa italiana.
La reinterpretazione in chiave moderna del capolavoro di Boccaccio - effettuata da Marco Luly, Sabrina Candeloro Zuber e Robert Jenkins - ha consentito di iniziare a diffondere, per la prima volta in Myanmar, consapevolezza non solo del valore dell’opera in questione, ma anche dell’influenza che il primo maestro della prosa italiana ha esercitato su alcuni grandi della letteratura europea, quali Chaucer e Shakespeare. La rappresentazione ha anche fornito lo spunto per illustrare l’evoluzione della nostra lingua dalle origini ad oggi, lungo un percorso - ricostruito nel discorso dell’Ambasciatrice Schiavo - partito dal latino, “transitato” attraverso il volgare (appunto con le 100 novelle del Boccaccio), e approdato infine all’italiano.
Tra i primissimi (se non il primo in assoluto) spettacoli teatrali realizzati da compagnie straniere in Birmania dopo gli anni della dittatura, la rappresentazione del Decamerone ha registrato uno straordinario coinvolgimento del pubblico, che ha spesso interagito con gli attori.
Nella stessa Settimana, è stato realizzato un Concerto delle Quattro Stagioni di Vivaldi, al quale ha presenziato anche il Chief Minister della Regione di Yangon.
Tre Maestri (Bellu, Ferri e Dindo della FOI Bruno Bartoletti) hanno suonato insieme con i giovani dell’Orchestra for Myanmar, al termine della prima fase di un progetto di formazione avviato dall’Ambasciata nell’ambito del Programma “Italy for Talent in Myanmar”.
Si è quindi tenuto un seminario, tenuto dal Maestro Gabriele Bellu, sulla manutenzione degli strumenti musicali, che ha offerto l’occasione per sottolineare la maestria dei grandi liutai italiani (Stradivari, Amati e Guarneri del Gesù), e veicolare con incisività il messaggio che l’Italiano è - in ogni sua espressione, anche attinente alla musica - la lingua della bellezza e delle tradizioni artistiche e letterarie. In breve, la “lingua della Cultura”. (aise)