TUTELIAMO VOCE E DIRITTI DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
ROMA\ aise\ - “A giorni arriverà nell’aula del Senato la proposta di legge costituzionale, sostenuta dall’attuale maggioranza, che interviene sul numero dei parlamentari e riduce la rappresentanza della circoscrizione Estero dagli attuali 18 eletti a 12, rendendola ad un’espressione puramente simbolica. Se la proposta di revisione passasse, si aggraverebbe in modo insostenibile lo squilibrio, già oggi esistente, nel sistema di rappresentanza tra gli italiani residenti in Italia e quelli residenti all’estero”. A ricordarlo oggi sono i parlamentari del Pd eletti all’estero, i senatori Garavini e Giacobbe, e i deputati Carè, La Marca, Schirò e Ungaro.
“Un deputato in Italia, infatti, rappresenterebbe 150.000 abitanti, un deputato eletto all’estero circa 700.000 iscritti AIRE, un senatore in Italia circa 300.000 abitanti, uno eletto all’estero circa 1,4 milioni di iscritti AIRE. Sarebbe – ribadiscono i sei parlamentari – una lesione profonda della parità tra i cittadini, garantita dalla Costituzione, che in nessuna sua parte distingue i cittadini in base alla loro residenza”.
“In queste ore è stata lanciata autonomamente da importanti personalità – docenti universitari, scrittori, giornalisti, imprenditori, sindacalisti, esperti di emigrazione, ecc. – una petizione, sottoscritta nel giro di poche ore da circa mille persone, che chiede indistintamente a tutte le forze parlamentari di riequilibrare la rappresentanza dei cittadini italiani all’estero e, in ogni caso, di non procedere alla sua diminuzione, com’è scritto nel progetto di riforma costituzionale. Ci auguriamo che riceva il maggior numero possibile di adesioni”, l’auspicio degli eletti all’estero del Pd, che infine ringraziano “comunque quanti, dall’estero e dall’Italia, per puro spirito civico, hanno voluto essere presenti in questo difficile passaggio per gli italiani all’estero e invitiamo tutti, al di là delle distinzioni culturali e politiche, a fare sentire la loro voce prima che si crei un così grave vulnus nel principio di uguaglianza tra i cittadini italiani”.
La petizione si intitola “Tuteliamo la voce e i diritti degli italiani all'estero” ed è stata pubblicata su change.org da Vito Francesco Gironda, Professore all’Università di Bielefeld. Nel momento in cui scriviamo è stata sottoscritta da 922 persone.
Di seguito il testo integrale della petizione.
“Il Senato italiano sta esaminando una legge di riforma costituzionale che prevede la riduzione del numero dei parlamentari da 630 a 400 alla Camera e da 315 a 200 al Senato. Questa proposta prevede anche la riduzione del numero degli eletti nella circoscrizione Estero, che dagli attuali 18 passerebbero a 12 (8 alla Camera e 4 al Senato), espressione di quattro ripartizioni elettorali vaste come interi continenti.
Fin dalle elezioni politiche del 2006, quando entrò in vigore l’istituzione della circoscrizione Estero, il rapporto di rappresentanza degli italiani all’estero rispetto a quello dei residenti in Italia è stato di uno a tre. In Italia un parlamentare corrispondeva a 50.600 elettori, all’estero a 150.000 elettori: tre volte tanti. Nei 12 anni trascorsi, il corpo elettorale in Italia è rimasto sostanzialmente invariato, mentre all’estero è cresciuto del 56%. Nelle ultime elezioni, ad ogni deputato in Italia sono corrisposti mediamente 96.000 abitanti, all’estero 400.000, 4 volte tanti; per ogni senatore in Italia 192.000 abitanti, all’estero 800.000 (elaborazione dati Aire del Ministero degli Affari Esteri e del Ministero degli Interni).
Se la riforma della Costituzione all’esame del Senato andasse in porto, la riduzione del numero dei parlamentari eletti nella circoscrizione Estero andrebbe a comprimere ulteriormente il diritto fondamentale alla rappresentanza degli italiani residenti all’estero: un deputato eletto in Italia rappresenterebbe 150.000 abitanti, uno eletto all’estero circa 700.000 iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE). Per quanto riguarda il Senato, il quadro sarebbe il seguente: un senatore eletto in Italia rappresenterebbe poco più di 300.000 abitanti, uno all’estero poco meno di 1 milione e 400.000 iscritti all’AIRE. L'iscrizione all'AIRE è obbligatoria per tutti gli italiani che decidono di vivere in un altro paese per un periodo superiore ad un anno e costituisce il presupposto per poter usufruire del diritto di voto dall’estero.
Questa operazione di chirurgia numerica lede fortemente il diritto fondamentale alla rappresentanza degli italiani nel mondo. In primo luogo perché, non garantendo un adeguato rapporto tra elettori ed eletti, crea una lesione di diritto nel sistema di rappresentanza democratica e rende gli italiani all’estero cittadini di seconda classe. In secondo luogo, perché dissolve la centralità del ruolo che i parlamentari esteri hanno nel rappresentare, nel parlamento nazionale, le idee e le necessità degli italiani all'estero. Viene così sminuito il ruolo che essi rivestono per la nostra Cittadinanza estera e per tutte le istituzioni estere con cui quotidianamente si confrontano.
Infine, si screditerebbe simbolicamente il ruolo delle comunità italiane all’estero come risorsa essenziale per il sistema Italia, la cui importanza si manifesta nel contributo, sempre più rilevante, alla crescita economica, culturale e sociale del nostro Paese: attraverso le rimesse e gli investimenti, il mercato diretto e indiretto di beni e servizi per italiani all'estero, il turismo di ritorno, e sotto forma di quel capitale umano, culturale, scientifico e di innovazione tecnologica che giorno dopo giorno rappresenta il Paese nella quotidianità del lavoro.
Voler ridurre drasticamente il numero dei parlamentari a fronte di un alto numero di residenti italiani nel mondo non significa altro che trasformare la rappresentanza degli italiani all’estero ad un accessorio decorativo, svuotandola di significato e sentenziando di fatto che per il governo i cittadini italiani sono diversi sulla base della residenza territoriale.
Per questo chiediamo indistintamente a tutte le forze politiche parlamentari di considerare la riforma costituzionale come un'occasione per riequilibrare equamente la rappresentanza parlamentare assegnata alla circoscrizione Estero. Soprattutto, chiediamo di stralciare l’ipotesi di riduzione del numero degli eletti all’estero dalla riforma. Riduzione che, nei termini attuali, viola il diritto ad una piena cittadinanza degli italiani residenti all’estero”. (aise)