UNITI NELLA COOPERAZIONE

ROMA – focus/ aise - Si chiama “Design contro la guerra” il concorso ideato da Emergency e SOSDesign con la collaborazione di Desall per celebrare il 25° anniversario della nascita dell’organizzazione. Si tratta di un bando per creare e contribuire alla missione principale dell’Ong: offrire cure medico-chirurgiche e di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
“Design contro la guerra” è un invito a creare soluzioni per Ambienti, Prodotti, Servizi che risolvano, contengano, facilitino, supportino, sensibilizzino aspetti pratici, psicologici, relazionali, culturali in contesti deformati da un conflitto. Conflitti flagranti ed estesi come in Afghanistan e Iraq, oppure striscianti e circoscritti come in alcuni contesti in Italia. Progetti capaci di dare forma ad un concept (astratto), ad una soluzione (pratica) o ad un processo (ideativo o costruttivo) per curare, proteggere, accudire, testimoniare, conservare, tradurre, condividere, informare, analizzare, lottare, accedere, spostarsi, nutrirsi, pagare, amare…in condizioni fortemente afflitte da uno stato di guerra.
Durante il mese di settembre/ottobre sarà allestita presso Casa Emergency la Mostra dei progetti in concorso, la Premiazione dei vincitori delle 3 sezioni e un Incontro sugli scenari aperti grazie alla Call for Ideas organizzata su Desall.com. I progetti saranno valutati da una giuria presieduta da Stefano Boeri, presidente della Triennale Milano e composta da Angela Fittipaldi Responsabile Ufficio Grafica di Emergency, Luciano Galimberti presidente di ADI Associazione per il disegno industriale; Simonetta Gola, Responsabile Comunicazione di Emergency, Raul Pantaleo socio di TAM Associati, Massimo Bruto Randone fondatore di SosDesign, Davide Scomparin Fondatore e AD di Desall, Francdesco Zurlo, vicepreside della Scuola di Design - Politecnico di Milano, e rappresentanti della International association of universities and colleges of art, design and media Aalto University.
Il prossimo 4 aprile l'autrice e giornalista Antonella Napoli sarà a Düsseldorf, ospite di “Italia Altrove” per presentare il libro “Il mio nome è Meriam”. Appuntamento dalle 19:00 alla Libreria Schulz & Schultz (Geibelstraße 76) di Düsseldorf. Il volume narra la vicenda di Meriam Ibrahim Ishag, una giovane cristiana condannata in Sudan nel 2014 per apostasia e poi liberata grazie alla mobilitazione internazionale. Incarcerata all'ottavo mese, Meriam Ibrahim Ishag ha dato alla luce la sua bambina in condizioni durissime, incatenata. Anche per quella bambina Meriam non ha mai abbassato lo sguardo. Anche per lei non ha smesso di lottare. E con lei ha lottato l’autrice del libro, una giornalista italiana che ha promosso la campagna per portare il caso all’attenzione del mondo. Antonella Napoli, da anni impegnata in campagne di sensibilizzazione per i diritti umani, ha raccontato la storia di Meriam e la campagna che si è animata in Italia e che ha visto il nostro Paese pienamente coinvolto nella sua liberazione. "Questa storia non è isolata - afferma Antonella Napoli - ci sono ancora tante, troppe bambine, ragazze, donne vittime della sharia. Troppe Meriam, Malala, Hina, Sanaa, Asia, Sakineh. Oggi più che mai".
Infine, nell’area di Beira, in Mozambico, sono quasi 800.000 le persone colpite dal ciclone Idai che si è abbattuto sulla città il 14 marzo scorso. Sono in cerca di rifugio, bisognose di acqua, cibo e assistenza sanitaria, mentre si manifestano i primi segni di epidemie di diarrea.
Secondo le stime delle Nazioni Unite 74.600 sono donne sono incinte che dovranno partorire da qui ai prossimi mesi, con l’ospedale centrale e la rete delle strutture sanitarie completamente fuori uso.
Da Beira la testimonianza di Giovanni Putoto, responsabile della programmazione di Medici con l’Africa Cuamm, conferma la situazione di grave emergenza: “Sono arrivato da un giorno a Beira in Mozambico, la città colpita dal ciclone Idai. Al momento sono oltre 40 i centri di raccolta degli sfollati concentrati nella città di Beira, per oltre 40.000 persone. Altri 33 centri si trovano tra Dondo e Nhamatanda, che sono i distretti vicini. Si tratta di persone sfollate prive di tutto.
Il Cuamm si sta attivando su due versanti: l’aiuto umanitario, da una parte, portando cibo, acqua, protezione e riparo agli sfollati. (focus\ aise)