UTOPIA: I TEATRI SENZA FRONTIERE ARRIVANO IN BRASILE

SAN PAOLO\ aise\ - La rete italiana di Teatro per ragazzi UTOPIA (Unione Teatri Operativi per l’Infanzia e l’Adolescenza) per il decennale del progetto “Teatri Senza Frontiere” vola in Brasile.
Dopo l’Etiopia (2011), l’Amazzonia\Brasile (2012-13), l’Albania\Kosovo (2014-15), il Ghana (2016-2018) e il Kenya (2017), tredici volontari dal 15 al 30 settembre saranno ospiti delle comunità create da padre Luigi Valentini a San Paolo del Brasile, dove, con infaticabile tenacia, ha costruito scuole e comunità di accoglienza per bambini e anziani non solo a San Paolo ma anche a Belo Horizonte e Salvador de Bahia.
Un progetto unico in Italia, quello di Teatri senza frontiere, che porta il teatro per i bambini oltre confine, che ha visto negli anni la realizzazione di momenti di teatro e solidarietà in particolari luoghi del mondo dove miseria e povertà rendono l’infanzia un diritto tutt’altro che acquisito.
Nelle due settimane di permanenza, le sei compagnie teatrali attiveranno un laboratorio di teatro al quale parteciperanno circa cinquanta ragazzi dal 7 ai 14 anni, divisi in due gruppi di lavoro. Sarà allestito con loro uno spettacolo sul racconto del Diluvio che verrà rappresentato a fine corso.
Parallelamente i componenti delle sei compagnie coinvolte nel progetto rappresenteranno tutti i giorni un loro spettacolo in diverse scuole e centri nelle sterminate favelas della grande città brasiliana.
“Spenti i riflettori su una estate davvero densa di impegni e di risultati importanti venuti dalle tante cose fatte, giusto il tempo di fare un po’ di silenzio, preparare il bagaglio e rimetterci in cammino”, afferma Maurizio Stammati, presidente di Utopia. “Questa volta ci attendono i sorrisi, i volti e i piedi nudi dei bambini delle favelas di San Paolo del Brasile. Un mese insieme per rimettere al centro la ricerca del senso di un lavoro troppo spesso confuso con il commercio, con il facile successo, con il consumo sfrenato. Proveremo a restituire un granello di dignità a chi sopporta inconsapevolmente il peso di un mondo all’incontrario. Abbiamo comunque la certezza che, come sempre, saranno loro, gli ultimi, a restituirla a noi quella dignità che a volte ci sembra smarrita”.
“Crediamo che l’educazione inizi fin dalla nascita e che ogni bambino abbia il diritto di sentirsi amato e accolto in tutta la sua integrità”, afferma Marco Renzi, referente del progetto. “Eppure ancora oggi molti di loro vivono nella povertà, nel degrado e nella violenza, sono indifesi ed esposti alla miseria: tutti fattori che impediscono al bambino di svilupparsi liberamente, contribuendo alla perdita della sua dignità e della stima di sè. Per questo offriamo luoghi in cui ogni bambino che vive situazioni di difficoltà possa ricevere uno sguardo umano verso la propria persona”. (aise)