VENEZUELA: DIBATTITO IN COMMISSIONE ESTERI

ROMA\ aise\ - “Profonda angoscia” per la “grave situazione umanitaria che il Venezuela sta attraversando come diretta conseguenza della politica liberticida del dittatore comunista Maduro, la cui conferma a presidente del Paese non è stata riconosciuta da ben quattordici Paesi americani”. Così il deputato Andrea Delmastro Delle Vedove (FdI) ha introdotto ieri pomeriggio in Commissione Esteri la discussione sulla sua risoluzione volta ad impegnare il Governo a “a non riconoscere l'esito delle elezioni presidenziali svoltesi in Venezuela il 20 maggio 2018 e, dunque, il secondo mandato presidenziale del dittatore comunista Nicolas Maduro” e “a dare precise indicazioni all'ambasciatore d'Italia in Venezuela di non accettare qualsivoglia invito a cerimonie ufficiali che prevedano la presenza del dittatore comunista Nicolas Maduro”. Presente alla seduta il sottosegretario agli esteri Guglielmo Picchi.
La discussione ha fatto emergere le diverse posizioni dei partiti, e non solo tra maggioranza e opposizione.
Il Venezuela, ha esordito Delmastro, è in emergenza “non soltanto, economica, tenuto conto dei dati relativi all'inflazione, alla disoccupazione e alla percentuale pari al 70 per cento di minori malnutriti, oltre allo straordinario flusso di profughi diretti verso i Paesi confinanti, l'assenza di beni e di istruzione primaria. La crisi politica in atto si colloca, pertanto, nel contesto di una crisi umanitaria che è già stata oggetto di attenzione da parte della Corte de L'Aja”.
Di fronte a questa situazione, secondo Delmastro, l’Ue mantiene una posizione “ambigua” perché “pur contestando le gravi carenze del processo elettorale per le elezioni presidenziali, ha riconosciuto di fatto la legittimità del secondo mandato di Nicolas Maduro a partire dal 10 gennaio scorso”. Inoltre, “i leader europei hanno, inoltre, assunto misure sanzionatorie nei confronti di alcuni esponenti del regime venezuelano senza proporre alcuna iniziativa politica concreta per ripristinare la legalità democratica ed affrontare la gravissima crisi umanitaria”.
Per l’Italia, ha proseguito, “si pone drammaticamente, in aggiunta a tutto ciò, l'esigenza di tutelare la consistente comunità di connazionali”. La risoluzione “mira, pertanto, ad impegnare il Governo a non riconoscere l'esito delle elezioni presidenziali del 20 maggio 2018 e, dunque, il secondo mandato presidenziale di Maduro”, ha concluso Delmastro delle Vedove, precisando che “il secondo punto della parte dispositiva deve ritenersi superato dalla condotta fin qui correttamente tenuta dal nostro Ambasciatore a Caracas”.
Nel dibattito, Cabras (M5S) ha contestato l'appellativo “dittatore comunista” usato da Delmastro Delle Vedove definendolo “inaccettabile e del tutto inadeguato”, anche perché “il sistema elettorale venezuelano è stato giudicato dal Carter Centre tra i migliori ed i più efficienti al mondo, come attestano le oltre ventitré elezioni che si sono celebrate in Venezuela dal 1998 ad oggi”. Per il deputato 5 Stelle ci sono sì “alcune carenze dell'assetto istituzionale”, ma “la stampa gode di un'ampia libertà di espressione, soprattutto se confrontata con la situazione di altri Paesi latino-americani”. dunque non si dovrebbe “alimentare le tensioni e contestualizzare le critiche al regime venezuelano, anche alla luce delle recenti esperienze in Libia e in Siria, laddove i Paesi occidentali sono intervenuti per contrastare i regimi al potere, determinando una situazione di grave destabilizzazione”.
Per Cabras ci sono “pericolosi intrecci di interesse tra l'Amministrazione statunitense e la borghesia compradora venezuelana”. Quindi, il Movimento 5 Stelle è “nettamente contrario alla risoluzione. Auspico la presentazione di un atto di maggioranza che, più prudentemente, riconosca la legittimità del processo democratico in Venezuela”.
Le parole di Cabras hanno provocato sconcerto in molti colleghi: Quartapelle (Pd) si è detta “allibita”, esprimendo, appunto, “sconcerto e profonda sorpresa per l'assenza di una visione coesa e condivisa all'interno della maggioranza di governo rispetto alle sofferenze e alla sorte della comunità italiana in Venezuela. Non credevo prevedibile il tentativo da parte della maggioranza di legittimare il regime di Maduro in discontinuità con le posizioni di condanna al regime che più volte, nella legislatura precedente, hanno assunto in modo unanime le Commissioni esteri dei due rami del Parlamento italiano”. Non solo: la deputata Pd si è detta “assai turbata dall'impegno profuso dal collega Cabras, con un intervento che ci riporta a stagioni politiche assai risalenti nel tempo, nello smussare le critiche al regime di Maduro, laddove ci si sarebbe aspettati soprattutto attenzione alla condizione di insicurezza e di grave difficoltà umanitaria che anche i nostri stessi connazionali stanno fronteggiando”.
Sentitosi chiamato in causa, Formentini (Lega) ha prima assicurato che “la tutela dei connazionali in loco costituisce una priorità per la Lega”, e poi rilevato l'opportunità di “operare con grande cautela su un tema così delicato”.
“Profondo dissenso” con le posizioni di Cabras è stato affermato da Boldrini (LeU) che ha tacciato il collega di “cinismo”: secondo Cabras “i regimi, ancorché autoritari, non dovrebbero essere messi in discussione per evitare pericolose destabilizzazioni. Alla luce di questa posizione alquanto cinica, la comunità internazionale non avrebbe dovuto interessarsi all'operato di Gheddafi o Assad al solo scopo di non creare incertezza”. Secondo Boldrini “rispetto al caso venezuelano, non è praticabile il “chiudere un occhio” solo perché più conveniente, poiché il contesto in questione non ha nulla in comune con la democrazia e con la garanzia trasparente di diritti e libertà”.
Cabras ha di nuovo preso la parola per ribadire “l'inopportunità di sancire l'illegittimità dell'elezione di Maduro, poiché ciò potrebbe compromettere la tutela dei nostri connazionali, la situazione dei diritti umani e, più in generale, gli equilibri geopolitici della regione. Il regime gode di un ampio sostegno popolare”, ha aggiunto, prima di sottolineare che “occorre evitare ogni forma di ingerenza, che rappresenta un principio di diritto internazionale, dal momento che analoghe interferenze esterne hanno prodotto situazioni di caos incontrollato, come è accaduto, in Libia”.
È quindi intervenuto Napoli (Fi) per dirsi, anche lui, “allibito dalle considerazioni del collega Cabras” e ricordando “le migliaia di sfollati che tentano, con ogni mezzo, di sfuggire alla grave crisi umanitaria che affligge il Venezuela. Mi chiedo come il collega del Movimento 5 Stelle valuti la congerie di notizie inquietanti e di immagini di esodi epocali che giungono dal Venezuela”, visto che “l'elezione del presidente Maduro è stata giudicata legittima da una minoranza di Paesi della comunità internazionale”.
I Paesi che riconoscono la legittimità delle elezioni, ha detto Cabras replicando al collega, “sono 108 e rappresentano la maggioranza della popolazione mondiale”.
Boldrini ha quindi ripreso la parola per sostenere che “il principio di non ingerenza negli affari interni di uno Stato trova un limite invalicabile nel diritto internazionale umanitario, la violazione del quale rende legittima e doverosa l'interferenza da parte della comunità internazionale. Ricordo la tragica esperienza della guerra nei Balcani, allorché le incertezze della comunità internazionale hanno creato le condizioni per il massacro delle popolazioni civili e gli stupri etnici, prefigurando la complicità di chi pur potendo e dovendo non è intervenuto a prevenirli”.
Delmastro Delle Vedove, dal canto suo, ha contestato “con fermezza le affermazioni del collega Cabras, secondo il quale la stampa in Venezuela sarebbe libera: segnalo, al contrario, che i giornali di opposizione sono stati chiusi e molti giornalisti sono detenuti o costretti a svolgere la propria attività in maniera clandestina”. Il deputato ha quindi invitato il gruppo della Lega ad “esprimere con maggiore chiarezza la propria posizione sul tema, senza limitarsi a dichiarare una generica solidarietà con la comunità italiana in Venezuela”.
“Ricordo le dimensioni della crisi umanitaria, con 2,3 milioni di persone che tentano la fuga dal Paese e 11 mila bambini che risultano denutriti”, ha aggiunto il firmatario della risoluzione. Quanto alla legittimità del rinnovo della carica presidenziale per Nicolas Maduro, “le elezioni si possono vincere assai facilmente ricorrendo in modo sistematico a metodi autoritari”. Gli italiani in Venezuela “cercano in modo disperato di potere trovare rifugio futuro in patria”.
“Al di là di un dialogo tra le forze politiche che a questo punto appare difficile e delle analisi su questioni ideologiche alquanto puerili – ha concluso - chiedo al Governo di dichiarare se le posizioni dell'onorevole Cabras sono condivise dall'Esecutivo”.
Yana Chiara Ehm (M5S), non volendo entrare “nel merito del dibattito”, ha infine annunciato “l'intenzione di presentare una risoluzione di maggioranza sul tema”.
A questo punto, la presidente della Commissione Marta Grande, ha rinviato il seguito della discussione ad un’altra seduta. (aise)