13 mesi lontana da figlio e marito, l'odissea di un'italiana travolta dal COVID-19 – di Francesca Valdinoci
MELBOURNE\ aise\ - “La vicenda di Carmelina Ciampa non rispecchia solo la situazione nella quale si sono trovati migliaia di cittadini australiani bloccati all'estero a causa del COVID-19, ma racconta anche di una famiglia che è stata divisa a metà per oltre un anno tra Italia e l'Australia, in un momento in cui mai come prima i due Paesi sono stati agli antipodi, e del coraggio nell’affrontare le sfide che la vita, nostro malgrado, a volte presenta”. Ne scrive Francesca Valdinoci che ha intervistato Ciampa per “Sbs Italian”¸ lo special broadcasting in onda in italiano in tutta l’Australia.
“L'odissea di Carmelina Ciampa ha avuto inizio a Broome in Western Australia nell'ottobre 2019 e si è conclusa 13 mesi dopo a Gisborne, in country Victoria, passando per la Lombardia, nel pieno della prima ondata di coronavirus in Italia, e per la Calabria 'zona rossa' a causa dell'emergenza COVID-19.
"Eravamo solite vederci ogni giorno con mia mamma in Italia, un giorno la videochiamata saltò e il giorno dopo lei mi chiamò per dirmi che stava facendo accertamenti medici", racconta Ciampa a SBS Italian, "dalla sua voce capii subito che c'era qualcosa che non andava e partii immediatamente".
Intuendo la situazione, Ciampa prepara in fretta le valigie per sé e per il figlio minore Oscar, tre anni all'epoca, lasciando a Broome il figlio Oliver di 5 anni e il marito, Travis, per scoprire al suo arrivo in Italia che le condizioni della madre sono in rapido peggioramento a causa di un tumore. Per poter ricevere delle cure mirate, i tre si trasferiscono a Milano dove di lì a poco sarebbe arrivato il COVID-19.
Quando la pandemia è arrivata, il sistema sanitario ha accusato il contraccolpo però ha retto nel senso che quello che si è potuto fare si è fatto, ma la situazione della mamma era già molto grave.
Dopo aver trascorso diversi mesi a Milano, Carmelina e Oscar tornano in Calabria a Serra San Bruno, in provincia di Vibo Valentia, dove la mamma di Carmelina trascorre gli ultimi mesi di vita.
Dopo la perdita della madre in agosto, Carmelina decide di trascorrere ancora qualche settimana con il padre, ma dopo troppi mesi lontana dal marito e dal figlio maggiore rimasti in Australia, arriva il tempo di tornare a casa.
A quel punto però inizia la sua odissea.
“Avevo deciso di rimanere qualche settimana in più per stare accanto a mio papà, ma quando ho cominciato a prenotare voli è stata una cancellazione dietro l’altra; call centre, tempo speso a cercare di trovare un volo che si è rivelata un’impresa molto più ardua di quello che pensavo”.
Intanto in Australia, il marito di Ciampa e il figlio maggiore da Broome si trasferiscono a Gisborne, un piccolo centro nella zona nord ovest del Victoria, proprio mentre nello stato inizia il lockdown.
“Mio marito ha sempre lavorato nel settore elicotteristico e poi ha deciso di fare qualcosa che lo facesse sentire utile per la comunità, quindi di occuparsi dell’elisoccorso”, ma come racconta Ciampa i due non hanno familiari o amici nella zona.
La permanenza in Italia si protrae irrimediabilmente, Ciampa perde il compleanno dei sei anni di Oliver, ma grazie alla tecnologia riesce a mantenere i contatti. All'epoca Carmelina ha raccontato a SBS Italian: “è dura ma abbiamo cercato di prendere il meglio, nelle videochiamate lui è sempre molto dolce e affettuoso... A volte penso che quando lo riabbraccerò avrò una gioia forse ancora più grande di quando è venuto al mondo, sarà come vederlo nascere di nuovo”.
Nonostante le peripezie dopo mesi di tentativi falliti, Carmelina e Oscar riescono a partire a novembre e da Roma, passando per Francoforte e Tokyo, atterrano finalmente a Sydney dove trascorrono la quarantena.
Da Tokyo Ciampa ha inviato alla redazione di SBS un messaggio vocale con queste parole: “Tutto quello che abbiamo superato in questo anno e l’inizio di questo lungo viaggio che ci porta a casa, è forse anche una metafora di quello che sta accadendo a tutti con questa pandemia: all’inizio eravamo spaventati, io arrivata in Italia lo ero molto - e la pandemia non era ancora una realtà - ero spaventata e arrabbiata pensando che la mia mamma avesse avuto una diagnosi così infausta e inaspettata, così grave, ma poi abbiamo cominciato a vivere questa situazione con i sentimenti e le emozioni che nascevano imparando a comprenderci e conoscerci meglio forse".
Anche se la mia mamma non c’è più, quello che mi ha insegnato è che le battaglie non si perdono mai quando si combatte, le battaglie si vincono sempre. Anche questa battaglia contro la pandemia, la si vincerà
Durante l’ultimo tratto del viaggio, da Sydney a Melbourne Ciampa sente improvvisamente calare su di sé il peso dei 13 mesi di lontananza.
“Per la prima volta mi sono scappate le lacrime, non riuscivo a trattenermi all’idea di aver realizzato un sogno. E poi in aeroporto, quando si sono aperte le porte e ho visto Oliver e Trevis... Oliver reggeva questo mazzo di fiori bianchi bellissimo ed era cresciutissimo, li ho riabbracciati e siamo stati felicissimi! Abbiamo fatto uno di quei selfie improbabili ma dove veramente si legge una grande gioia negli occhi di tutti".
"Ora siamo qui a Gisborne e mi rendo conto che la gioia è fatta veramente della quotidianità delle piccole cose" prosegue. "Io ho passato la mia vita a preoccuparmi di tante cose, ma c’è una frase di Battiato ne ‘La Prospettiva Nevski’ che dice ‘Il mio maestro mi insegnò a trovare l’alba dentro l’imbrunire’ e forse a me questo anno è servito proprio a questo””. (aise)