25 APRILE/ NEL GIORNO DELLA LIBERAZIONE DAL NAZI-FASCISMO, ONORE AD UNA GRANDE TEDESCA – di Alessandro Butticé e Pierpaolo Rossi
BRUXELLES\ aise\ - Come noto, il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo di giovedì sera ha deciso di dare mandato alla Commissione Europea di definire il quantum, i modi e i tempi di un innovativo strumento di finanziamento della ricostruzione dell’economia europea, colpita dalla crisi dovuta alla pandemia. Il recovery fund.
In margine a questo storico Consiglio, la Cancelliera tedesca Angela Merkel ha formulato delle dichiarazioni di grandissima importanza.
Già alla vigilia del vertice, la Merkel aveva preparato il proprio Parlamento dichiarando che era necessario aumentare le risorse che la Germania pagherà al bilancio UE.
In esito al vertice, la Merkel nel commentare l’intesa raggiunta ed il mandato alla Commissione ha aggiunto che alla messa in comune di risorse deve conseguire una messa in comune di responsabilità.
Da esperti convinti europeisti non possiamo che rallegrarci per la decisa svolta dell’atteggiamento tedesco. E questa decisione è ancora più benvenuta alla vigilia del 25 Aprile, che noi italiani festeggiamo nella celebrazione della liberazione italiana dall’occupazione nazi-fascista. Una pagina tenebrosa della sanguinosa storia europea, che solo la creazione del progetto di unità europeo ha permesso di archiviare, offrendo alle nostre generazioni l’opportunità di una vita nella pace, nella libertà, nella democrazia e mettendoci nelle condizioni di concentrarci sulla costruzione della prosperità.
Con questo nuovo atteggiamento della Merkel è come se i tedeschi - che forse non tutti sanno amare all’estremo gli italiani, anche se non sempre li rispettano - abbiano messo da parte diffidenza e stereotipi, spesso ingiusti e sempre pericolosi, per dare una nuova chance agli italiani, perché europei, proprio come loro. I tedeschi.
Nella celebrazione, troppo spesso con etichette partitiche, di un giorno, il 25 Aprile, che è una vittoria non solo dell’Italia, che assieme alla Germania - non dimentichiamolo - è uscita sconfitta dalla Seconda Guerra Mondiale, ma anche di tutta l’Europa, ci poniamo una domanda. Ma gli italiani saranno capaci di apprezzare questo gesto, ed il radicale cambiamento dei tedeschi, sull’onda delle fake news e malevoli interpretazioni dei tanti che sembrano più essere interessati al consenso interno per piccoli interessi elettorali di bottega, piuttosto ai veri interessi nazionali?
Dalle prime reazioni diffidenti di molta parte della stampa e di alcuni leader politici italiani sembrerebbe proprio di no. Abbiamo letto soprattutto una rassegna di dichiarazioni ostili a quanto deciso, considerato genericamente “insufficiente”, “sbagliato”, “una trappola”, “una perdita di sovranità”.
Viene allora da chiederci se in realtà questi leader politici cosi scettici, cosi critici, sempre con la verità e la risposta giusta in tasca, ma mai disposti a concretizzarla in realizzazioni concrete, oltre alle chiacchiere, e a dispensarci le loro ricette miracolose sarebbero mai capaci del responsabile e difficile gesto della Cancelliera tedesca.
Questo vorrebbe dire: andare in parlamento, sfidare i propri populisti e sovranisti che urlano “prima la Germania”, e dire “pagheremo di più al bilancio europeo e daremo nella gestione dei nostri fondi fiducia nella Commissione Europea, togliendoci sovranità. Perché è la Commissione che protegge l’interesse degli italiani che è anche l’interesse tedesco, perché corrisponde a quello comune. Sarà la Commissione, anche con gli italiani che ci lavorano, a concedere i finanziamenti dove e quando saranno necessari all’Italia. Quella Commissione guardiana dei trattati che controllerà che le somme siano infine spese bene ed in maniera efficiente, proprio lì, proprio in Italia”.
Un gesto che probabilmente sarà salutato come una pietra miliare dell’integrazione europea, il raddoppio del bilancio dell’Unione, e farà passare alla storia la Signora di ferro della Germania. E anche della storia italiana.
Dubitiamo davvero che la maggior parte dei leader politici nazionali, governanti o di opposizione, con le debite eccezioni, sarebbero capaci di fare. Ricordiamoci che siamo il paese che sistematicamente non riesce a spendere i miliardi che l’Unione ci ha concesso, che non riesce a fare una riforma, che ha un sistema giudiziario che per decidere una causa civile impiega 20 anni. Un Paese le cui piaghe della corruzione, delle mafie, dell’evasione fiscale, della burocrazia paralizzante, delle frodi e del malcostume ci sono giornalmente testimoniate dalle cronache nazionali. Quelle italiane non tedesche o olandesi. Un paese dove i politici si accusano reciprocamente di tutto, e soprattutto di carpire la buona fede degli italiani, facendo volare gli stracci, nei nostri sguaiati talk show televisivi.
Sarebbe invece ora che i nostri leader politici, di governo e di opposizione, diventino capaci del gesto e della visione di Angela Merkel. Per difendere sì il nostro Paese, ma per una volta mettendosi in gioco, rimboccandosi le maniche, con umiltà e senso dell’autocritica. E invitando a farlo, con l’esempio, a tutti i nostri concittadini. Che per essere veri “patrioti” devono essere anche onesti contribuenti.
In un paese dove quasi la metà dei contribuenti dichiara di guadagnare meno di 15 mila euro, e solo il 6% dichiara più 50 mila euro, c’è da chiedersi quanti veri “patrioti” ci siano.
Abbiamo spesso criticato la lentezza e la freddezza dei nordici nel fare fronte comune rispetto alla tragedia della pandemia. Ma l’annoiata consuetudine con cui ogni anno constatiamo quante tasse evade un paese come l’Italia, che ha risparmi privati per oltre 4 mila miliardi ma "esige" l’aiuto degli altri, qualche riflessione dovrebbe suggerircela. Prima che a suggerircela in modo meno indiretto sia la leader più credibile del continente. che ha sostituito i nostri limitati leader, facendo quello che la maggior parte di loro non sarebbero mai capaci di fare.
Questa donna ha dato prova di coraggio. E lo ha fatto per noi. Per noi italiani. E per noi patrioti italiani ed europei, affinché crediamo nei nostri mezzi, nell’Europa unita e nell’interesse comune.
Solo con la capacità, l’impegno personale, la competenza e il lavoro potremo riscattarci. Possiamo liberarci dall’oppressione dell’immobilismo, dall’incapacità, dalla mancanza di visione e dalla tracotanza di tanti nostri leader politici nazionali e ispirarci al coraggio della cancelliera.
Nel giorno in cui ricordiamo la liberazione dell’Italia dal giogo nazi-fascista, auspichiamo che gli italiani di buona volontà scelgano ancora l’interesse dell’Italia, contribuendo al rafforzamento delle istituzioni comuni, e che si liberino dai lacci e laccioli, e con loro dai pantani della burocrazia e dei malcostumi nazionali. Non sarebbe forse anche questo un nuovo significato da dare alla giornata della liberazione? (alessandro butticé - pierpaolo rossi\aise)