26062 CONTAGIATI/ 192 GUARITI IN PIÙ/ ALTRI 345 MORTI
ROMA\ aise\ - Salgono a 26062 i contagiati da coronavirus in Italia, 2989 in più di ieri. 192 persone sono guarite, ma 345 sono morte. I deceduti in Italia salgono così a 2503. Questi i dati aggiornati sull’epidemia forniti oggi pomeriggio dal capo della protezione civile Angelo Borrelli, affiancato da Nicola Magrini, Direttore generale dell’Aifa, e da Ranieri Guerra dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Le persone attualmente in isolamento senza sintomi, con sintomi lievi, è di 11.108; le persone in terapia intensiva sono 2060, sempre il 10% del totale dei malati. Prosegue l'attività di alleggerimento degli ospedali della Lombardia, attraverso la Centrale remota di soccorso sanitario (Cross): il numero dei pazienti complessivamente evacuati dalla Lombardia e distribuiti nelle altre regioni è di 50 persone, 3 più di ieri. Salgono anche i numeri delle forze in campo - 4682 volontari, 581 in più di ieri, che si aggiungono a tutto il personale sanitario, alle forze dell'ordine e di polizia.
Le tende per il pre triage sono 622 tende; 122 quelle allestite negli istituti penitenziari. Verrà allestito a Bergamo l'ospedale da campo offerto dell'Ana, l’Associazione Nazionale Alpini.
Borrelli ha poi fatto il punto sulla distribuzione dei materiali, sottolineando come la maggior parte di essi sia stata consegnata alla Lombardia, cioè la regione che oggi ne ha più bisogno.
A Magrini dell’Aifa il compito di aggiornare le notizie sulle sperimentazioni di nuovi farmaci: citate le nuove procedure adottate per “accelerare e semplificare l'accesso ai farmaci sperimentali e in generale a tutte le terapie disponibili per combattere il coronavirus”, e il ruolo dell’Aifa, cui il “Cura Italia” demanda il compito di decidere su tutte le sperimentazioni, Magrini ha parlato dei due studi sperimentali citati anche dalla stampa nazionale, su cui c’è “molta attesa” anche perché i giornali “ne hanno parlato molto anche in termini eccessivi generando alte aspettative”. La sperimentazione riguarda il farmaco contro l’artrite reumatoide – già somministrato a centinaia di pazienti - che da giovedì prossimo sarà somministrato a 330 pazienti, intubati da massimo 24 ore, in modo controllato e studiato. Saranno raccolti anche i dati degli altri pazienti. obiettivo è “valutare rapidamente l’impatto del farmaco”. All’Aifa “sono arrivati anche altri protocolli di studi” che “saranno valutati”. Inoltre si sta “valutando anche la proposta dell’Oms di uno studio comparativo”. L’agenzia per il farmaco ha poi “semplificato una serie di comunicazioni su farmaci già in uso” e pubblicato un comunicato “che suggerisce di non modificare le terapie per i pazienti solitamente trattati dai medici di medicina generale”. Pubblicate anche “note semplificate di diverse procedure per l'estensione dei piani terapeutici” per evitare che pazienti escano per il rinnovo delle ricette.
Sul fronte dell’Oms, l’organizzazione, ha spiegato Guerra, “segue con attenzione l'andamento dell'epidemia in Italia. Avete sentito nei giorni scorsi il nostro direttore generale esprimersi con estremo favore rispetto agli sforzi fatti e messi in campo” nel nostro paese, alla cui popolazione “che per una volta, con estrema coesione sociale, sta rispondendo in maniera eccezionale, è stata espressa solidarietà”.
Lo sguardo dell’Oms, ovviamente, si allarga a tutto il mondo, visto che altri Paesi “stanno seguendo con 5-8 giorni di ritardo quanto successo in Italia. È evidente come l'Italia sia in qualche modo un paese apripista”. Ribadita la “massima collaborazione” tra Oms e governo italiano, Guerra ha spiegato di essere il trait d’unione sia con la sede centrale di Ginevra che con l'ufficio regionale di Copenaghen.
Obiettivo, mantenere contatti continui e parlare “un linguaggio comune”. Dall’Oms è dunque ribadita la garanzia di “supporto e assistenza al governo italiano” a tutti i livelli.
Guerra ha poi spiegato che in Italia sono state fraintese le parole del Direttore generale sugli screening – cosa che per altro aveva detto anche Locatelli ieri – e cioè che l’appello a fare i test non era rivolto all’Italia, affinchè attuasse uno screening di massa.
“Non c'è nessuna nessun cambiamento di rotta, nel senso che non ci sono raccomandazioni di screening di massa”, ha chiarito Guerra. “Rimane ferma la raccomandazione dell'organizzazione a garantire i test a tutti i casi sospetti e ai loro contatti così da identificare quanto più possibile le persone esposte al rischio”.
L’unica “raccomandazione specifica” è quella di “aumentare ulteriormente il numero di test a favore del personale sanitario”.
Quanto infine a notizie su “test miracolosi” che in tre minuti ti dicono se sei contagiato o no, al momento non esistono. O meglio: all’Oms ne sono arrivati 200 che vanno valutati.
Guerra ha poi voluto evidenziare l’importante ruolo di collegamento dell’ufficio regionale dell’Oms in Europa: “in questo momento sul continente siamo praticamente gli unici ad avere una voce con il Regno Unito dopo la Brexit, con l'Unione Europea, con la Russia e con le repubbliche centroasiatiche”. Un collegamento che dovrebbe garantire comunicazioni e che vigilerà sull’adozione di procedure che, di paese in paese, contribuiscano a fermare il virus prima possibile. (aise)