BREXIT/ UNGARO (IV): LONDRA CHIUDE AI LAVORATORI STRANIERI? ANDREMO ALTROVE A CERCARE OPPORTUNITÀ, LORO NON RISOLVERANNO I LORO PROBLEMI

ROMA\ aise\ - “Come se il problema del Regno Unito fosse l'assenza di posti di lavoro o la necessità di avere l'accento cockney quando si spilla la birra. Stupiscono le dichiarazioni del Premier Johnson sulla prospettata “linea dura”- all'australiana - della Gran Bretagna verso chi desidera immigrare in quel paese”. Così Massimo Ungaro, deputato di Italia Viva eletto nella Circoscrizione Estero-Europa, commenta la posizione del Governo britannico sul nuovo accesso a punti per il visto di lavoro in Regno Unito.
“Stando ai piani governativi, - aggiunge Ungaro – il visto di lavoro destinato ad essere introdotto a regime dopo la Brexit potrà essere concesso solo ai richiedenti - europei e non - che abbiano un minimo di 70 punti. E i punti verranno attribuiti soltanto a chi avrà già in mano offerte di lavoro da 25.000 sterline l'anno in su, titoli di studio specifici, qualificazione per settori con carenza occupazionale nel Regno Unito e conoscenza dell'inglese”.
“Una posizione – annota il deputato – che dimentica secoli di storia della Gran Bretagna e i miliardi di sterline che oggi gli immigrati versano al Fisco di Sua Maestà. Una chiusura che, anche dalle reazioni in ambito comunitario, comporterà meccanismi "analoghi" nei confronti dei cittadini britannici in nome della reciprocità. Solo con un processo migratorio circolare si produce prosperità e integrazione altrimenti le opportunità si cercheranno altrove”. (aise)