CORONAVIRUS/ DI BENEDETTO (COMITES BAVIERA) E KUHLMANN: CITTADINI EUROPEI, UNIAMOCI!

MONACO\ aise\ - “Quella che stiamo attualmente vivendo è la più grande crisi umanitaria sin dalla seconda guerra mondiale e rischia di generare conseguenze catastrofiche anche per l'economia e l'unità politica dell'Unione Europea”. Si apre così la riflessione di Daniela Di Benedetto, presidente del Comites di Monaco di Baviera, che insieme a Peter Kuhlmann rivolge un appello ai cittadini europei: “uniamoci!”.
“Non dobbiamo e non possiamo permettere che questa crisi distrugga la nostra comunità europea”, affermano Di Benedetto e Kuhlmann, che rivolgono un appello anche “a chiunque rivesta una responsabilità politica o mediatica nei Paesi che la compongono, svolgendo un ruolo chiave nel suo sviluppo”.
“La priorità assoluta in questo tragico momento storico”, scrivono, “è salvare vite umane: nel nome di questo sacrosanto obiettivo dobbiamo soppesare ogni mezzo di azione e di intervento e ringraziare gli eroi che ogni giorno rischiano la propria vita per salvare quella altrui. Allo stesso tempo dobbiamo assolutamente avviare da subito una riflessione su come possa l’Unione Europea innescare quei processi che condurranno alla ricostruzione economica dopo che la crisi sanitaria sarà stata superata. La relativa controversia assume proporzioni che non promettono nulla di buono. In questo delicato momento vediamo pericolosamente riaffiorare, anche attraverso la stampa, vecchi stereotipi, risentimenti e rivendicazioni di natura nazionalistica”.
“Da questa riflessione prende le mosse questo appello”, continuano Di Benedetto Kuhlamnn, “rivolto a chiunque rivesta una responsabilità politica o mediatica e che sia cosciente della propria grande responsabilità al servizio di un'Europa unita: non puntiamo il dito l’uno contro l’altro, non riproponiamo vecchi stereotipi, cerchiamo in armonia una soluzione comune, che sia accettabile per tutti gli Stati membri”.
“Il tentativo di costringere singoli Stati ad assumere di volta in volta il ruolo del “cattivo” e a enfatizzare la presunta natura esemplare della propria posizione non può che risultare svantagiosa per tutti”, continuano. “Ogni presunto vantaggio in termini di popolarità in uno qualunque dei Paesi membri, finisce solo col favorire la ribalta di irresponsabili populisti di tutta Europa, che non vedono l'ora di raccogliere i frutti di un eventuale confronto privo di scrupoli”.
Di Benedetto e Kuhlmann si dicono “fiduciosi che alla fine si troverà comunque un compromesso, speriamo però che durante il processo che porterà al raggiungimento di tale accordo non si evidenzino troppi risentimenti reciproci. Se così non fosse i movimenti populisti saranno gli unici a trarne vantaggio: il veleno delle reciproche accuse difficilmente sparirà dalla memoria degli elettori”.
“Dobbiamo proprio aspettare che il virus tocchi con tutta la sua brutalità i Paesi veramente poveri di questo globo per renderci conto di quanto noi Europei, nonostante tutto, siamo ancora fortunati?”, si domandano. “Non sarebbe piuttosto il caso di renderci conto subito di quale grande valore sia il fatto stesso di avere Paesi fratelli europei con cui poter discutere su un programma comune di rilancio?”.
“Se una volta si inneggiava “Lavoratori di tutti i Paesi, unitevi”, oggi si dovrebbe dire “Cittadini europei, uniamoci!”. Non lasciamoci ingannare dal veleno del populismo in ciascuno dei nostri Paesi, non ripetiamo gli errori del passato, crediamo nel sogno di una Europa unita e combattiamo insieme per lei!”, concludono. (aise)