CORONAVIRUS/ SINDACATI ITALIANI E SVIZZERI: SUI FRONTALIERI SERVE UNA STRATEGIA COMUNE

ROMA\ aise\ - Per “limitare la rapida diffusione del virus” sarebbe opportuno adottare “provvedimenti il più possibile omogenei tra Roma e Berna”. Così i sindacati italiani e svizzeri operanti nelle aree transfrontaliere in una nota congiunta ribadiscono la necessità di una “strategia comune” tra Italia e Svizzera.
Nella nota – firmata da CGIL (Giuseppe Augurusa) CISL (Luca Caretti) UIL (Pancrazio Raimondo) UNIA Ticino e Moesa (Giangiorgio Gargantini) UNIA Regione Svizzera orientale e Grigioni (Arno Russi) Unia Regione Vallese (German Eyer) OCST Ticino (Andrea Puglia) e SYNA Grigioni (Ivan Cameroni) – si evidenzia l’importanza di omogeneità “rispetto ad aree geografiche di confine, fortemente interconnesse in termini economici e di sistema infrastrutturale, all’interno di un territorio che vede i più consistenti flussi del lavoro frontaliero in uscita dall’Italia”.
A tal proposito, i sindacati auspicano “ulteriori e più efficaci iniziative congiunte dei Ministeri degli Esteri dei rispettivi paesi al fine di individuare linee guida comuni anche con i Governi Cantonali di Bellinzona, Coira e Sion. In queste ore – rilevano – la preoccupazione delle Amministrazioni locali si è concretizzata con richieste accorate di Comuni e Province di confine nei confronti dei Governi Cantonali (nello specifico dei Comuni della Valchiavenna, della provincia di Como e del Verbano Cusio Ossola)”.
I sindacati fanno proprie queste preoccupazioni ribadendo che “la strategia d’intervento debba necessariamente passare attraverso: chiusura di tutte le attività non strategiche nei Cantoni di confine finalizzata alla riduzione dei flussi transfrontalieri; allargamento ulteriore dello smart working in tutte le attività compatibili; garanzia dell’effettiva possibilità di lavorare nel rispetto delle norme igieniche accresciute e delle distanze sociali di sicurezza nelle imprese strategiche in attività; disponibilità dei dispositivi di protezione individuale (DPI); mantenimento dei piccoli varchi aperti a garanzia tanto delle viabilità quanto dei controlli della polizia di frontiera”.
Infine, i sindacati esprimono “sostegno e vicinanza a quei lavoratori che, in queste ore in Italia, sono costrette a ricorrere allo sciopero per affermare il proprio diritto alla salute nell’interesse generale delle comunità”. (aise)