CORONAVIRUS/COMBATTERE LA DISUGUAGLIANZA PER SALVARCI DALLA PANDEMIA: L’APPELLO DI OXFAM

ROMA\ aise\ - L’Italia lotta con coraggio e con estrema fatica nel rispondere alla crisi con un medico ogni 243 persone: ma cosa può succedere in Zambia, dove c’è un medico ogni 10mila abitanti? Questa la domanda, lanciata oggi da OXFAM, attraverso una petizione dal titolo #NonSeiSolo, per chiedere ai leader del G20 l’accesso gratuito alle cure sanitarie. Per tutti.
La pandemia di COVID 19 sta avendo un impatto enorme su tutti, in tutto il mondo. Le persone vivono nella paura per la propria salute e per quella dei propri cari e si trovano ad affrontare difficoltà economiche crescenti: 40 milioni di persone rischiano la vita nei prossimi dodici mesi, mentre miliardi di persone rischiano di finire nella trappola della povertà. L’emergenza sanitaria è ormai pressoché globale e amplifica le disuguaglianze estreme che attraversano il pianeta: il divario tra i più ricchi e i più poveri, tra paesi ricchi e paesi poveri, tra donne e uomini. Se in Italia sono le persone più vulnerabili a soffrire l’impatto maggiore della pandemia, cosa può succedere in paesi dove tutti o quasi sono vulnerabili?
Un reale dramma in Italia, una catastrofe potenziale nei paesi in via di sviluppo
In Italia, paese con uno dei sistemi sanitari nazionali pubblici ancora tra i più performanti e inclusivi al mondo, l’emergenza COVID 19 ha portato molti ospedali vicini al collasso e il personale sanitario al limite delle forze. Tutto il paese si trova oggi ad affrontare la scarsità di dispositivi sanitari di protezione, ventilatori polmonari, tamponi. Gran Bretagna e Spagna stanno vivendo situazioni analoghe. In questo contesto, è fin troppo facile e devastante immaginare cosa potrà accadere, quando il virus inizierà a diffondersi in paesi a basso o medio reddito. In Italia c’è un medico ogni 243 persone: in Zambia uno ogni 10 mila. In Mali 3 ventilatori polmonari ogni milione di abitanti; in Yemen, metà delle strutture sanitarie sono state completamente distrutte in 5 anni di conflitto e quasi 20 milioni di persone non hanno accesso a cure di base. Quasi 3 miliardi di persone nei Paesi in via di sviluppo, non hanno accesso all’acqua pulita. Con sistemi sanitari cronicamente deboli e centinaia di milioni di persone che vivono in baraccopoli affollate o in campi profughi costrette a condizioni igieniche scarsissime, contenere la diffusione della malattia sarà una sfida senza precedenti che, in un mondo interconnesso come il nostro, non si deve perdere.
Per questo Oxfam lancia la proposta, contenuta in un nuovo rapporto, di un piano di azione globale mirato a rafforzare i sistemi sanitari dei paesi di tutto il mondo e garantire l’accesso di tutti alle cure. È necessario che i donatori e le istituzioni internazionali agiscano insieme per sostenere il raddoppio della spesa sanitaria nei Paesi più poveri e rispondere alla pandemia da Corona virus.
“Se la pandemia sta causando sofferenze immense in paesi, come l’Italia, che ha uno dei migliori sistemi sanitari del mondo, possiamo solo immaginare gli effetti devastanti che si produrrebbero, con l’espansione del contagio in paesi dove gran parte della popolazione vive in condizioni di povertà estrema o dove l’accesso ai servizi è fortemente diseguale – ha detto Roberto Barbieri, direttore generale di Oxfam Italia – Dopo aver soccorso la popolazione colpita dall’epidemia di Ebola in Africa, sappiamo che con un’azione rapida e decisa questa malattia può essere fermata. Ma occorre un’azione immediata e su una scala di ampiezza senza precedenti, altrimenti assisteremo davvero alla più grave emergenza umanitaria dalla fine della Seconda Guerra Mondiale”.
Le proposte di Oxfam
Di fronte a questo scenario globale Oxfam chiede al G20 di approvare ed attuare un piano in 5 punti per consentire ai paesi poveri di prevenire la diffusione della malattia e rafforzare i loro sistemi sanitari per prendersi cura delle persone colpite dal Corona Virus. Gli elementi chiave di questo piano di investimento sono: raddoppiare la spesa sanitaria degli 85 paesi più poveri del pianeta, che ospitano quasi metà della popolazione mondiale, finanziandolo con aiuti mirati al rafforzamento dei sistemi sanitari e con la cancellazione del debito estero che schiaccia i Paesi in via di sviluppo. Servono circa 160 miliardi di dollari, una cifra pari a meno del 10% del valore delle misure di stimolo economico adottate dagli Stati Uniti per fare fronte all’emergenza corona virus; diffondere le pratiche mirate a prevenire la diffusione del corona virus, coinvolgendo le comunità nella diffusione delle pratiche corrette, migliorando l’accesso degli operatori umanitari ai luoghi di emergenza, aumentando la fornitura di acqua pulita e servizi igienico-sanitari; retribuire e formare 10 milioni di nuovi operatori sanitari, dotandoli dei necessari dispositivi di protezione e prevedendo la dotazione di risorse ed equipaggiamento per il personale umanitario già attivo sul campo; garantire l’accesso alla sanità gratuito per tutti, eliminando qualsiasi forma di pagamento in particolare per l’accesso a test diagnostici e cure; favorire il pieno utilizzo da parte dei sistemi sanitari pubblici delle strutture sanitarie private e ricondurle per aumentare le capacità di contenimento dell’infezione e di cura dei malati; rendere vaccini e terapie un bene pubblico globale, assicurandone la piena disponibilità per tutti quando saranno disponibili.
Nessuno è al sicuro, se non lo siamo tutti
“I leader nazionali sono impegnati in questi giorni in una strenua lotta per portare i propri paesi fuori da una crisi senza precedenti – ha aggiunto Roberto Barbieri –. A tutela della salute di tutti, il G20 deve agire per intervenire nei paesi più vulnerabili e limitare il contagio. Riusciremo a sconfiggere la pandemia solo se agiremo in tutti i paesi e per tutte le persone. Nessuno è al sicuro, se non lo siamo tutti.”
Intanto, Oxfam, insieme ai propri partner, alle autorità sanitarie e alle Nazioni Unite, è già in campo in 65 paesi per aiutare le comunità più povere e vulnerabili a prevenire e ridurre la diffusione del contagio. Attraverso la distribuzione di sapone, acqua pulita e kit igienico-sanitari, e mediante campagne di informazione interviene in contesti di emergenza: in Yemen, per esempio, dove dall’inizio del conflitto nel 2015 ha portato acqua pulita e servizi igienico-sanitari a oltre 1 milione di persone nelle aree più difficili da raggiungere; in Giordania, nel campo profughi di Za’atari, dove sta già lavorando con 2milla bambini e punta a raggiungere 78mila persone; nei più grandi campi profughi del Burkina Faso, dove già si contano 780mila sfollati interni; in Bangladesh, al fianco dei rifugiati Rohingya.
In Italia, invece, Oxfam interviene al fianco di ospedali, personale sanitario e asl, in prima linea ogni giorno per salvare vite; delle scuole, delle famiglie in difficoltà e delle comunità straniere.
Questo il link per sostenere l’appello di Oxfam. (aise)