DI MAIO IN SENATO: LA LIBIA RIMANE UNA NOSTRA PRIORITÀ

ROMA\ aise\ - “La Libia rimane, soprattutto per noi, una priorità. L'Italia intende tutelare i propri interessi geostrategici, che coincidono con quelli del popolo libico, stremato da anni di scontri”. Così il Ministro degli esteri Luigi Di Maio che oggi pomeriggio in Senato ha risposto ad una interrogazione sull’impegno italiano per la risoluzione della crisi libica del senatore pentastellato Gianluca Ferrara.
Di ritorno dalla missione a Tripoli, Di Maio ha esordito spiegando che “la missione in Libia di ieri aveva l'obiettivo di dare nuovo impulso a un processo che, anche nel pieno dell'epidemia, non si era mai interrotto, ma deve tener conto di sviluppi importanti. La controffensiva delle forze di Tripoli ha spostato la linea del fronte verso Est, lungo la direttrice tra Giufra e Sirte. La missione di ieri è avvenuta in un quadro di massima condivisione con i partner europei: ricordo i recenti incontri con i colleghi francese e tedesco”.
La Libia, ha sottolineato il Ministro, “rimane, soprattutto per noi, una priorità. L'Italia intende tutelare i propri interessi geostrategici, che coincidono con quelli del popolo libico, stremato da anni di scontri. Al presidente Serraj, al ministro dell'interno Bashagha e al ministro degli esteri Siala ho espresso la preoccupazione che la contesa per il controllo di Sirte, considerata irrinunciabile da entrambe le parti, conduca a un'escalation militare, con l'intervento diretto di attori esterni, o che, invece di una tregua, si giunga a un congelamento del conflitto e a una divisione di fatto del Paese. Abbiamo convenuto sulla necessità di un'immediata e completa ripresa della produzione petrolifera, nell'interesse di tutto il popolo libico”.
“Nel confermare il pieno sostegno italiano alle autorità legittime della Libia, - ha proseguito il Ministro – ho trasmesso un invito alla moderazione e ho ribadito che l'afflusso di armi in violazione dell'embargo ONU deve cessare. Un ruolo fondamentale può svolgerlo la missione Irini in questo senso; l'Italia è determinata ad assicurare che sia bilanciata e operi con efficacia e imparzialità, in modo da monitorare, rilevare e comunicare tempestivamente al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite tutte le violazioni. Ho confermato la nostra disponibilità ad assistere il Governo di Tripoli nello sminamento delle aree intorno alla capitale: sono già state troppe le vittime civili. Ho ripetuto che l'unico percorso credibile verso la pace è un accordo inclusivo di tutti gli attori, con la mediazione delle Nazioni Unite. Per questo abbiamo accolto con soddisfazione la ripresa dei negoziati del comitato militare congiunto 5+5 e ci aspettiamo l'impegno di tutti per un cessate il fuoco”.
La missione di ieri, ha aggiunto, “ha permesso anche di fare un tagliando alla cooperazione bilaterale, in particolare in ambito migratorio ed economico. Il presidente Serraj mi ha consegnato le controproposte di emendamento alla bozza del memorandum del 2017. È un risultato importante, cui tenevamo molto. Le nostre richieste di modifica, formulate a seguito di una concertazione tra Ministeri, erano state sottoposte ai libici il 9 febbraio. Ad una prima lettura sembra che il riscontro fornito vada nella giusta direzione, recependo la volontà italiana di rafforzare la tutela dei diritti umani. Confido che il comitato misto possa riunirsi già il 2 luglio per negoziare il testo”.
Quanto alla cooperazione economica, Di Maio ha riportato in Senato che “l'attenzione si è concentrata sui principali progetti che vedono coinvolte aziende italiane. Ho riferito della mia precedente missione ad Ankara e Serraj ha riconosciuto l'importanza del ruolo turco per la Libia, ma ha sottolineato con convinzione che l'Italia resta un partner insostituibile. In questo senso il ruolo svolto dall'Europa è e continua ad essere determinante”.
Concludendo, il ministro ha ribadito che “la Libia è per noi sì una questione di sicurezza nazionale, ma riguarda la sicurezza di tutta l'Unione europea. A tal proposito ci faremo promotori di un piano europeo per la ricostruzione della Libia e il rafforzamento delle sue istituzioni, perché riteniamo essenziale che proprio dall'Europa arrivi un segnale chiaro e incisivo nei confronti del popolo libico”. (aise)