DOLORE PER L’ENNESIMA STRAGE XENOFOBA IN GERMANIA – di Angela Schirò

ROMA\ aise\ - La strage di stampo razzista e xenofobo compiuto ad Hanau ci colpisce tutti, profondamente.
Il gesto di un killer solitario, soggiogato dall’odio razzista e dalla paura per il diverso, che ha ucciso dieci persone e ne ha ferite gravemente quattro prima di togliersi la vita, non può che essere condannato con fermezza.
Ancora una volta, si è trattato di un attacco vile alle persone, alla loro dignità e alla vita. E davanti alle immagini dei luoghi colpiti, ancora una volta, non possiamo che chiederci come sia potuto accadere. Le parole della Cancelliera Angela Merkel sono una risposta chiara e nello stesso tempo un monito: “Il razzismo è un veleno, l'odio è un veleno che esiste nella nostra società".
Nessuno ne è immune. Nemmeno la Germania, che pure è il paese europeo che più ha dovuto confrontarsi con il suo passato e con le atrocità generate dall’odio e dalla violenza razzista. Un Paese che continua a pagare un tributo altissimo al fanatismo estremista. In questi ultimi anni, le stragi di stampo xenofobo, antisemita, islamista hanno fatto decine di vittime. Sono passati pochi mesi dall’attacco della sinagoga di Halle e dall’assassinio di Walter Luebcke, e soltanto pochi giorni dalla scoperta di un commando terroristico che organizzava attacchi contro migranti. Tutto questo ci impone di fermarci e di riflettere. È necessario individuare risposte adeguate per contrastare la crescita di questi fenomeni, spesso difficili da riconoscere, ma di cui siamo quotidiani testimoni e che avvelenano la nostra convivenza civile.
Come italo-tedesca e come cittadina europea desidero esprimere la mia profonda solidarietà alla Germania e alle sue istituzioni, il mio cordoglio alle famiglie delle vittime e la mia vicinanza agli amici delle comunità curde e turche.
In Europa, in questi ultimi anni, abbiamo assistito a inediti flussi migratori provenienti da zone del mondo colpiti da crisi economiche, ambientali e guerre. Questi movimenti di popoli rischiano, oggi, di mettere in discussione i nostri valori fondamentali, legati alla dignità delle persone, alla pace e alla giustizia. Siamo testimoni quotidiani della crescita esponenziale di atti di intolleranza xenofoba e razzista, di un inedito uso di parole d’odio e di disprezzo che va di pari passo ad uno uso spregiudicato del linguaggio utilizzato dal dibattito politico e pubblico quando si parla d’immigrazione, di minoranze etniche, ma anche di donne.
Da europei sappiamo che non possiamo permetterci di alzare muri, costruire comunità chiuse ed esclusive, selezionare e scartare. Sappiamo con certezza che questa prospettiva genera violenza. Compito dell’Europa, il nostro compito, è piuttosto quello di ripensare il suo approccio alle migrazioni, alla giustizia sociale, alle pari opportunità, all’istruzione.
Da italo-tedesca, sono bene che l’integrazione nelle società di accoglienza è un processo complesso che necessita di tante cose, ma soprattutto di una visione fatta di politiche economiche, sociali e culturali adeguate, di formazione e istruzione, di sostegno alle famiglie di origine, di costruzione di reti sociali, ma anche di diritti civili essenziali, quali il diritto alla cittadinanza.
Dobbiamo sforzarci di dare risposte concrete a quello che sta a monte delle paure, dei pregiudizi, dei razzismi: le disuguaglianze sociali, la perdita e il degrado del lavoro, un’economia ingiusta per milioni di persone, la crisi ambientale, la solitudine e l’abbandono delle periferie.
In questa prospettiva, il ruolo e la sensibilità dei giovani europei sono fondamentali. Noi giovani italiani per la nostra storia collettiva, anche in emigrazione, possiamo fare la differenza per costruire le basi di un necessario rinnovamento europeo.
Alle famiglie delle vittime il mio pensiero e il nostro impegno di europei e di migranti per una convivenza pacifica e solidale. (angela schirò*\aise)
* deputata Pd eletta in Europa