ELETTI ALL’ESTERO PER LA SCUOLA

ROMA – focus/ aise - Nell’ambito dell’esame del decreto – scuola, il Governo ha approvato un ordine del giorno presentato dalla senatrice Laura Garavini, Presidente Commissione Difesa e Vicepresidente vicaria gruppo Italia Viva-Psi, per “risolvere l‘annosa questione dei ritardi dell’inizio dell’anno scolastico” nelle scuole italiane all'estero.
“L’invito al governo – spiega Garavini – è di mettere in atto ogni possibile intervento capace di garantire l’avvio puntuale dei corsi. E tra le diverse misure ipotizzo un intervento puntuale: consentire la destinazione all‘estero anche di quel personale scolastico (nominato dalle graduatorie di cui al decreto del Ministero degli affari esteri 9 agosto 2013, n. 4055) che aveva già svolto il servizio all'estero con un mandato temporale di quattro anni. Personale al quale, attualmente, la possibilità è preclusa".
"Le graduatorie scolastiche del bando del 2019 dei docenti abilitati per i corsi all'estero, per diversi paesi, - ricorda la senatrice eletta in Europa – si sono esaurite in breve tempo. Motivo per cui già nell'anno scolastico in corso si sono riscontrati forti ritardi nell'invio degli insegnanti. Anche l'inizio del prossimo anno scolastico rischia di presentare ritardi analoghi, se non peggiori, alla luce dei problemi arrecati dalla pandemia covid-19. Da qui il mio tentativo di tutelare il diritto allo studio di tanti studenti, alle prese con i ritardi dell’inizio dei corsi di italiano".
Le scuole italiane all'estero, sottolinea Garavini, “svolgono un inestimabile ruolo di promozione culturale e di mantenimento del legame degli italiani nel mondo con il Paese di origine. Anche per questo, è ancora più importante assicurare che i nostri corsi all’estero si svolgano in maniera regolare, iniziando senza slittamenti e con l’organico al completo. Purtroppo, invece, ogni anno si registrano problematiche nelle assegnazioni, con il conseguente ritardo nell'avvio dell’attività didattica. Ritardi dovuti spesso al fatto che le graduatorie per i corsi all'estero si esauriscono. E si rende quindi necessario individuare ulteriore personale docente, altrettanto qualificato che consenta di non penalizzare il diritto all'istruzione degli studenti".
Buone notizie, invece, sull’edilizia scolastica: "abbiamo ottenuto un bel risultato sul Decreto scuola. Non solo per noi di Italia Viva, che ci battiamo da settimane per conseguirlo. Ma per tutti coloro che hanno a cuore il bene delle nostre studentesse e studenti. Perché grazie all'approvazione del nostro emendamento, a breve sarà possibile sbloccare, senza burocrazia, una miriade di cantieri per la ristrutturazione delle scuole, così da approfittare di queste settimane di chiusura per mettere a nuovo le aule e consentire ai nostri ragazzi di riprendere la scuola in sicurezza. È una grande soddisfazione. Perché – conclude – si generano posti di lavoro e si rendono le aule più accoglienti e più sicure".
Vista l’incertezza provocata dalla pandemia da coronavirus che ha influito moltissimo sulla mobilità, il Governo potrebbe prendere in considerazione la proroga del mandato dei docenti nella sede estera dove sono stati impegnati quest’anno. A sostenerlo è Elisa Siragusa, deputata M5S eletta in Europa, che ha presentato in merito una interrogazione ai Ministri dell’istruzione e degli esteri Azzolina e Di Maio.
“Il 23 marzo 2020, - ricorda Siragusa nella premessa – con l'ordinanza n. 182, il Ministro dell'istruzione ha disciplinato la mobilità del personale docente, educativo ed A.t.a., per l'anno scolastico 2020/21. La successiva circolare ministeriale, uscita il 27 dello stesso mese, ha ricordato poi, al personale in servizio all'estero che avesse raggiunto il periodo massimo di permanenza fuori d'Italia (con mandato in scadenza al 31 agosto 2020), che sarà restituito ai ruoli metropolitani a decorrere dal giorno seguente, il 1° settembre 2020; purtroppo, - annota la deputata pentastellata – la pandemia e la conseguente emergenza sanitaria che, da mesi, vanno affliggendo il globo, rendono assai ardua l'ottemperanza a tale dovere. Sono molte, infatti, le criticità legate al futuro rientro in Italia dei docenti italiani. Come da alcuni di loro stessi rilevato (con lettera inviata, tra gli altri, ai Ministri interrogati, il 16 maggio 2020), è ad oggi difficile, se non impossibile, pianificare il rimpatrio, sia per quel che riguarda il volo, sia per quel che concerne le pratiche concernenti il rientro stesso. Sono questioni, tra l'altro, che nessuno conosce meglio del Ministro Di Maio”.
“Non è secondaria – aggiunge – anche un'altra problematicità, quella concernente il trasloco, data l'impossibilità odierna nel trovare una ditta disponibile a riprendere le attività internazionali”.
“Tutto ciò – come riportato nella menzionata lettera – rende difficoltoso anche il solo “raggiungere la sede per la firma di assunzione in servizio che, come previsto dalla prassi e dalla norma vigente, dovrebbe avvenire entro la mattina del giorno successivo a quella di cessazione, il 1° settembre, direttamente nella propria sede o città di destinazione”; a questi problemi logistici, si dirà così, si aggiungono preoccupazioni di altra natura: su tutte, la paura del contagio durante il viaggio”, osserva Siragusa che ai due ministri chiede di sapere se “dato il contesto eccezionale e lo stato di emergenza sanitaria mondiale, non intendano adottare iniziative per confermare i docenti all'estero in scadenza di mandato per almeno un altro anno ancora, lasciandoli nella loro attuale sede di servizio e, contestualmente, sospendendo i decreti di restituzione ai ruoli metropolitani, così prorogando il loro mandato almeno per l'anno scolastico 2020/21 o, eventualmente – con applicazione dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 64 del 2017 – prevedendo l'utilizzo di assegnazioni temporanee per un anno scolastico”. (focus\ aise)