ETIOPIA: L’UNICEF LANCIA L’ALLARME PER L’ESCALATION DI VIOLENZA A MEKELLE

GINEVRA\ aise\ - “L'UNICEF chiede alle parti in conflitto in Etiopia di risparmiare i bambini dalle conseguenze delle ostilità nella regione del Tigray, adesso alla terza settimana di conflitto”. Questo l’appello dell’UNICEF che ha anche fatto sapere come siano circa 500.000 le persone che vivono a Mekelle, nella zona del conflitto, di cui la metà sono bambini. Henrietta Fore, Direttore generale dell’agenzia delle Nazioni Unite si è detta “profondamente allarmata perché la minaccia di un’ulteriore escalation dei combattimenti dalle due parti potrebbe esporre le loro vite e il loro benessere a rischi immediati”.
E dunque, Fore ha chiesto a nome dell’UNICEF a tutte le parti in conflitto “un cessate il fuoco e di raggiungere una risoluzione pacifica. Le agenzie umanitarie dovrebbero avere un accesso urgente, continuo e senza ostacoli a tutte le aree colpite. Siamo anche preoccupati per la sicurezza di centinaia di operatori umanitari che sono ancora a Mekelle e in altre aree del Tigray. Chiediamo a tutte le parti in conflitto di adottare tutte le misure necessarie per assicurare loro protezione”.
Nella regione del Tigray, a causa di accesso ristretto e dell’attuale interruzione delle comunicazioni, circa 2,3 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria e non possono essere raggiunti.
L’UNICEF è particolarmente allarmato dai tassi di malnutrizione nella regione. La malnutrizione acuta è aumentata di un terzo tra il 2019 e il 2020 principalmente a causa dell’infestazione di locuste del deserto e del COVID-19.
Da quando ha avuto inizio il conflitto armato nella regione del Tigray in Etiopia all’inizio di questo mese, decine di migliaia di persone hanno cercato rifugio nel vicino Sudan. Secondo l’UNICEF sono migliaia i bambini – molti dei quali senza genitori o parenti – tra coloro che si sono rifugiati nei campi e nei centri di registrazione e sono a rischio. Le condizioni per questi bambini sono estremamente difficili. (aise)