FRIULANI IN SIBERIA: LA STORIA DI ALBINA RUGO
LIONE\ aise\ - Abbiamo appena nominato un “console onorario” del Friuli a Irkutsk, città della Russia siberiana centrale, capoluogo dell'omonimo Oblast. La città è situata a soli 7609,7 km da Udine, piazza Libertà.
Romano Rodaro, l’ambasciatore delegato, durante il suo 7° viaggio ufficiale in Siberia, é stato elevato a cittadino onorario di Missavaya-Babuskin che si trova a sei ore di treno da Irkutsk.
Una volta arrivato in Siberia, Romano ha elevato Albina Rugo a rango di “Console Onorario del Friuli in Irkutsk”.
Ma chi é Albina Rugo?
Albina Rugo é la nipote di Sante Rugo (1877-1936) un pioniere friulano che nel 1900 lavorava alla costruzione della ferrovia transiberiana, esattamente nelle gallerie del Grand Khingan ai confini della Siberia, Manciuria, Cina.
Sante Rugo, il friulano, era nato a Campone -Tramonti di Mezzo (PN) partì per la Siberia in cerca di fortuna; lì sposò una russa, e nacque Amanda, la mamma di Albina Rugo, che conservò il cognome friulano di Rugo.
Albina parla perfettamente italiano ed ha sempre accolto a braccia aperte il nostro “ambasciatore friulano” Romano Rodaro ad Irkutsk.
A questo punto mi chiederete, come mai una friulo-siberiana, a 7600 km da Udine parla italiano con Romano, il friulo-italo-franco-buriata a Irkutsk?
La storia si complica un po’ ...nonno Sante muore nel 1936, la guerra é vicina, nel 1939 Stalin durante una delle sue tremende purghe assassine, accusa di spionaggio gli italiani, i più fortunati vengono espulsi in Italia, gli altri...pace all’anima loro! Più di mille italiani perirono…ma chi ci pensa più!
Mamma Amanda con la bimba Albina ed Edoardo arrivano in Friuli, “stranieri siberiani pidocchiosi”, nessuno li vuole, c’era già abbastanza miseria! Finiscono in Toscana dove un istituto accoglieva i profughi italiani che arrivavano da ogni parte del mondo: Libia, Eritrea, anche dalla Francia, a cui l’Italia aveva dichiarato la guerra il 10 giugno. Gli italiani da amici erano diventati nemici da eliminare, nel giro di qualche ora!
Per questa gente, il rientro in Italia fu difficilissimo: furono trattati come intrusi, esseri inferiori, parassiti. A proposito non vi rammenta qualcosa di più attuale?
Niente...Albina, il nostro futuro “console onorario”, impara ad essere italiana e ci riesce molto bene, ma alla fine della guerra, la famiglia friulo-italo-siberiana, credette alle sirene del comunismo, chiese un incontro con Togliatti per ottenere un passaporto e rientrare in Siberia. Un errore terribile che pagarono per una vita.
Albina dovette imparare il russo dai caratteri cirillici, piegarsi ad una nuova vita, lingua, tradizioni, usanze, cucina, natura diverse, tutto fu gelido e bianco per molto tempo!
Albina ed il fratello Edoardo sono la presenza friulana-italiana a Irkutsk e, nel loro piccolo, diffondono la musica lirica italiana, la storia, la cultura luminosa dell’Italia e del Friuli, finalmente senza limitazioni imposte dalla politica.
Albina è dunque parte di una rete “diplomatica” tutta friulana, che esiste da più di 100 anni, sin da nonno Sante, e che la nostra regione dovrebbe imparare a valorizzare. (danilo vezzio*\aise)
* presidente Fogolar Furlan di Lione