Le Commissioni Esteri pronte a sfruttare le potenzialità della Conferenza permanente

ROMA\ aise\ - Hanno partecipato anche Rosario Petrocelli, Presidente della Commissione Affari Esteri e emigrazione del Senato, e Piero Fassino, Presidente della Commissione Affari Esteri e Comunitari della Camera dei Deputati, alla riunione organizzata dal Consiglio Generale degli Italiani all’Estero - Cgie, volta alla presentazione della IV Assemblea Plenaria della Conferenza Permanente Stato-Regioni-Province Autonome-Cgie. Entrambi si sono detti pronti ad ascoltare le richieste della prossima Conferenza Permanente per le comunità italiane all’estero.
Petrocelli si è detto molto orgoglioso della sua Commissione per aver “riportato al centro i temi degli italiani nel mondo”. E questo, la Commissione Esteri del Senato, lo sta facendo “utilizzando lo strumento dell’indagine conoscitiva”, grazie al quale “abbiamo potuto invitare il Cgie in Senato e poterci confrontare con la rappresentanza italiana e sui temi della prossima Conferenza Permanente”. Temi che bisogna “aggiornare continuamente”. Questo è il “mio ruolo”. Ma questi sono anche temi che sono stati trattati durante questa legislatura. E “lo faremo ancora nei prossimi mesi, sfruttando al massimo potenzialità e proposte che verranno dalla conferenza permanente”. Il Parlamento, secondo il Presidente Petrocelli, “deve avere una duplice funzione: uno, sapere recepire le proposte che arrivano dall’associazionismo e dal Cgie. E due, deve essere in grado di saper mediare tra le proposte che già ci sono state che riguardano le nostre comunità all’estero e fare da mediatore con i gruppi politici”. Per questo bisogna “lavorare insieme anche a Fassino, portando le istanze che la riunione produrrà”.
È intervenuto poi Piero Fassino, che si è detto contento di incontrare il Cgie e i Comites, il che è “sempre una soddisfazione per me, oltre che un grande interesse, perché con voi si ha sempre una fotografia aggiornata sulle esigenze delle comunità degli italiani nel mondo”.
A tal proposito Fassino ha spiegato: “l’emigrazione è cambiata nel tempo”. E questo è dovuto al fatto che “i mezzi di trasporto e digitali consentono di avere relazioni strette con l’Italia”. E inoltre, il fenomeno è cambiato tramite “il flusso migratorio, dai laureati, ai ricercatori, ai managers”. Il flusso migratorio si è infatti “molto articolato”, e per questo “bisogna fare una politica adeguata e plurale, per esigenze diverse”. Quindi bisogna “ridefinire la rappresentanza degli italiani all’estero” e va in questa direzione l’istituzione della “commissione bicamerale”, che per metà sarà composta da “parlamentari eletti in Italia oltre che all’estero”, in modo da “coinvolgere il parlamento sulle questioni degli italiani all’estero”, in modo da “arricchire l’attività normativa anche dall’Italia” a riguardo. Infine, ha concluso dicendosi pronto e disponibile ad ascoltare le suggestioni e proposte che potranno essere tradotte in iniziative per italiani all’estero. (lu.matteuzzi\aise)