L’IMPATTO DEL COVID 19 SUL BUSINESS IN BULGARIA: L’INDAGINE DELLA CCIB

SOFIA\ aise\ - La Camera di Commercio Italiana in Bulgaria pubblica oggi i risultati della prima indagine dal tema “Semplici domande per comprendere quanto il COVID-19 sta impattando sul business in Bulgaria”.
L’indagine è stata condotta dal 12 al 24 aprile ed ha avuto il duplice scopo di esaminare le conseguenze delle misure di contenimento della diffusione del virus COVID-19 in Bulgaria e di carpire il “sentiment” della base associativa composta da imprese, bulgare e Italiane, presenti in Bulgaria e degli operatori economici bulgari aventi relazioni commerciali con l’Italia, durante questa fase così delicata.
Si è optato per lo sviluppo della ricerca – spiegano da Sofia – individuando due nuclei argomentativi, il primo con funzione introduttiva e di inquadramento delle aziende che hanno aderito all’iniziativa ed il secondo caratterizzato da un taglio più specifico e, quindi, volto a mettere in luce le nuove modalità di gestione del personale, le contromisure implementate, l’impatto atteso sul bilancio aziendale, le reazioni dei quartier generali rispetto all'emergenza sanitaria globale ed all’investimento in Bulgaria, le valutazioni concernenti la gestione dell’emergenza nei due Paesi.
Le informazioni raccolte hanno il fine ultimo di permettere alla Camera di Commercio italiana in Bulgaria di continuare a rappresentare i bisogni e le necessità delle imprese presso le Autorità Italiane e Bulgare, con l’obiettivo di garantire un maggiore supporto, assistenza e servizi tailor-made.
In prevalenza ha compilato il questionario un campione rappresentativo di 89 partecipanti tra piccole-medie imprese che offrono servizi pubblici (29%), esponenti del settore commerciale (29%) e che sono dedite all’erogazione di servizi intangibili B2B (19%), caratterizzate dunque da un numero di dipendenti inferiore ai 10 (54%) ed aventi sede su scala nazionale.
I dati emersi hanno, poi, messo in evidenza che la maggior parte degli intervistati non ha abbandonato la Bulgaria e che l’esatta metà di essi ha parzialmente mantenuto attivo il proprio operato; un altro 25% ha continuato a lavorare a pieno regime, nonostante siano state riscontrate diverse difficoltà, correlate principalmente al sentimento di paura di contrarre il virus sul posto di lavoro (40%), seguito dalle autorizzazioni del governo locale (35.7%) e dall’imposizione del regime di quarantena obbligatoria (23%).
Lo smart working è stato la modalità prediletta per l’espletamento dell’attività lavorativa, sia nella forma obbligatoria imposta dal datore di lavoro (34.5%), sia come opzione richiesta dagli stessi lavoratori (36.8529%), il cui impatto sull'efficacia ed il rendimento dei processi lavorativi è risultato essere, ad oggi, molto alto.
Gli intervistati hanno considerato piuttosto ottimistica la previsione del ritorno alla normalità, che viene individuato da poco meno della metà entro la fine di luglio (38%), mentre in un lasso temporale compreso tra i 3 ed i 6 mesi per il 25% di essi; mentre quelli che hanno affermato di non essere in grado di fare previsione si sono fermati a quota 8%.
Una fotografia preoccupante di un forte calo delle vendite è, invece, il quadro che emerge dalle previsioni dell’impatto della diffusione del COVID-19 sul business in Bulgaria. Circa la metà del campione rappresentativo prevede, infatti, una diminuzione della domanda (44% degli intervistati) e soprattutto una perdita dei ricavi superiore al 30%, o compresa tra il 10 ed il 30% (per il 38% dei dichiaranti).
Per quanto concerne l’opinione dei quartier generali aziendali rispetto alla situazione di crisi, dall’indagine è emerso che non si sbilanciano circa le decisioni assunte dal Governo italiano (40.5%), ma nutrono una consistente preoccupazione verso il Paese Bulgaria (29%), che, tuttavia non li distoglie dal continuare a condurre azioni di investimento sul territorio balcanico (33%).
In conclusione, è possibile affermare che le difficoltà individuate dai partecipanti sono per lo più contingenti e rientrano in un’ottica di visione a breve termine, ben più legate al mercato che alle misure di contenimento adottate dalle Autorità locali.
L’ultima parte dell’indagine si è concentrata su una specifica richiesta che la Camera di Commercio Italiana in Bulgaria avanza periodicamente alla base associativa ed agli operatori economici, coinvolti nelle attività camerali, con il duplice obiettivo di assicurare la qualità dei servizi, la fidelizzazione degli interlocutori attraverso efficacia ed efficienza, ma, al tempo stesso, di migliorare l’offerta adattando servizi all’emergenza sanitaria in corso che ha generato cambiamenti alla vita quotidiana ed alle attività lavorative, determinando una paralisi del business tanto in Italia quanto in Bulgaria.
In tal senso, l’indagine ha portato a rilevare che il campione rappresentativo ha espresso una predilezione per l’accesso a servizi su misura, maggiori informazioni sull’Italia e la Bulgaria insieme allo scambio di buone pratiche da parte degli altri associati.
Infine, alla domanda “Quale delle seguenti tematiche consideri importante per la Tua attività economica da includere nel programma di webinar al quale la CCIB sta approntando?”, è emerso un interesse di approfondire l’e-commerce quale chiave per superare la crisi Covid-19 in azienda (29%), seguito da coloro propensi ad confrontarsi sulla tematica della “trasformazione digitale” (24%) e dal desiderio di essere aggiornati sulle recenti misure economiche adottate in Bulgaria, (19%) quest’ultime ancora lacunose in termini di concreto supporto alle imprese.
Il report sull’indagine “L’impatto del COVID-19 all'interno della business communities italiana e bulgara e sui rapporti commerciali bilaterali” è disponibile qui. (aise)