PASSAGGIO DI TIMONE ALLA VIGILIA DELLA TEMPESTA: LORIS BASSO NUOVO PRESIDENTE DELL'ENTE FRIULI NEL MONDO

UDINE\ aise\ - “Cambio al vertice dell’Ente Friuli nel Mondo in un momento storico molto particolare. E così il neopresidente Loris Basso si è trovato non solo a dover gestire una situazione di emergenza in cui il network mondiale dei friulani sta dimostrando, come sempre, grandi capacità, ma è già impegnato a immaginare e progettare il “dopo”, ovvero come l’Ente e la rete dei Fogolârs dovranno evolversi per svolgere ancora meglio il proprio ruolo nelle mutate condizioni sanitarie, sociali ed economiche destinate a durare per lungo tempo”, come lo stesso Basso racconta in una intervista pubblicata nell'ultimo numero del bimestrale dell'Ente.
“Già sindaco del Comune di Corno di Rosazzo dal 2004 al 2014, Cavaliere al merito della Repubblica Italiana per il suo impegno nel sociale, Loris Basso è rappresentante in diversi consigli di amministrazione del Terzo settore. Cultore dell’enogastronomia friulana, è attualmente Duca (presidente) del Ducato dei Vini Friulani e Ambasciatore per le Città del vino. Basso ha ereditato dal presidente uscente Adriano Luci un Ente sano e in continua espansione, che ha saputo declinare la friulanità in maniera dinamica e innovativa, custode delle tradizioni ma anche promotore della valorizzazione di legami economici con i corregionali in Italia e all’estero.
Il suo è stato un debutto decisamente inconsueto…
“Effettivamente: ho assunto la presidenza con il rinnovo cariche direttive dell’Ente a fine febbraio ma purtroppo non mi è stato possibile effettuare nemmeno la riunione di insediamento del Consiglio Direttivo prevista per metà marzo”.
Qual è l’attuale operatività dell’Ente?
“Tutti i progetti internazionali da organizzarsi nel mondo con i Fogolârs, grazie ai contributi della Regione Friuli Venezia Giulia, attraverso il Servizio corregionali all’estero, e dei principali soci - in primis Comune di Udine e Fondazione Friuli, Confindustrie di Udine e Pordenone, e Confartigianato - sono stati sospesi. Mi riferisco innanzitutto al progetto ‘Geni friulani nel mondo’, ovvero una spedizione scientifica diretta nel sud del Brasile in collaborazione con l’Istituto di ricerca Burlo Garofalo, Sissa, Università di Trieste e due Università Brasiliane con l’intento di migliorare, attraverso uno studio di popolazioni discendenti di emigrati friulani, la comprensione delle cause di alcune malattie e identificare fattori di rischio genetici. E poi, il progetto Valori Identitari e Imprenditorialità con l’Università di Udine, il seminario a Bruxelles dedicato alle nuove generazioni in Europa e molti altri. Continua invece, pur con grande difficoltà, il progetto umanitario a favore dei nostri corregionali in Venezuela”.
Con che spirito affrontate questa delicata fase?
“In questi giorni di emergenza la voglia di fare e di essere utili, che contraddistingue ovunque la nostra friulanità, non si è arrestata prendendo le forme di un incontenibile slancio di solidarietà e generosità che il nostro Ente sta cercando di supportare e accelerare in ogni modo, nonostante ridotte condizioni di operatività. A tal proposito intendo mettere in evidenza le donazioni di mascherine dal Fogolâr di Shanghai all’Opi e dal Fogolâr di Hong Kong ai Comuni di Cormons e Capriva, la raccolta fondi del neonato Fogolâr della Baviera, la cui cerimonia di fondazione era pianificata per questa primavera, ma a Monaco non hanno perso tempo... Senza dimenticare, poi, le moltissime donazioni individuali, attraverso la Protezione Civile e la Nicopeja Onlus, a favore delle nostre strutture sanitarie. I friulani in Italia e all’estero organizzati attorno al nostro Ente, di fatto, rappresentano e si propongono come un vero e proprio strumento al servizio e a disposizione del sistema regionale, un veicolo alimentato dell’attaccamento per le proprie origini”.
Per lei, invece, come è iniziata questo suo nuovo impegno?
“Da poche settimane cerco di interpretare le nuove esigenze dei nostri corregionali, in particolare dei più giovani. Creare una forte rete di relazioni ritengo sia la sfida del prossimo futuro: certamente la tecnologia ci sarà d’aiuto e, se sapremo interpretare questi nuovi flussi emigratori dei giovani, implementeremo quelle importanti relazioni che sono alla base di ogni vivere civile”.
Come intende farlo?
“L’impegno deve essere rivolto alla valorizzazione del patrimonio identitario, culturale e sociale rappresentato dai friulani sparsi nel mondo, sapendo interpretare anche i nuovi fenomeni migratori. L’attuale migrazione è completamente diversa da quella antecedente i due conflitti mondiali, è frutto della possibilità di una maggiore mobilità, dovuta anche a minori costi, e alle opportunità scolastiche o di lavoro che hanno oggi i nostri giovani, alla loro capacità linguistica, alla possibilità di mantenersi in costante collegamento con le loro famiglie e le comunità di origine. Quindi ritengo sia un valore potersi mettere in contatto anche quotidianamente con le famiglie o amicizie, ma di pari importanza rimane il contatto umano e così la condivisione delle problematiche locali si può esprimere al meglio solo durante gli incontri nelle sedi identitarie. Compito dell’Ente è quello di mantenere vivo il filo conduttore che lega con la terra natia, affinché si possa continuare a divulgare la nostra cultura, mantenere vive le nostre tradizioni, far conoscere le nostre professionalità coltivando quei contatti necessari per ogni sviluppo economico”.
L’epidemia di Covid-19 ha sconvolto i vostri piani?
“Desidero fare da subito una riflessione sul post-emergenza. La vicinanza e la forza dimostrate dagli emigranti a beneficio della terra friulana è sempre emersa, esaltandosi senza nulla chiedere in cambio nelle difficoltà. Sono certo che la nostra rete di contatti e relazioni potrà essere determinante anche nel momento della rinascita e della ripartenza economica fungendo da catalizzatore e moltiplicatore degli ‘interessi’ della Regione Friuli Venezia Giulia. La precisa volontà di raggiungere questo obiettivo si manifesta con la promozione, da parte dell’Ente, di una serie di attività innovative che, tramite una diversa organizzazione dei rapporti, consentano di essere al centro di una rete mondiale di relazioni altamente proficue e influenti. Forti di importanti convenzioni di collaborazione con istituti regionali e internazionali, possiamo definirci il braccio operativo del sistema Friuli Venezia Giulia nella realizzazione di importanti progetti. Quindi i rapporti con i corregionali all’estero sono una risorsa straordinaria dalle potenzialità, credo, ancora inespresse!””. (aise)