QUANDO LA SOLIDARIETÀ FA SISTEMA – di Nello Gargiulo

SANTIAGO DEL CILE\ aise\ - “Il mese di agosto dal 1994 in Cile è dedicato con una legge del parlamento alla Solidarietà in memoria a San Alberto Hurtado che morì il 18 agosto del 1952. Ma anche il 31 agosto del 1985, l’ONU in omaggio a Lech Walesa premio Nobel della Pace crea il giorno mondiale della solidarietà perché fu con questo nome che condusse le sorti del sindacato (solidarnosc) che dai cantieri di Danzica produsse le prime crepe nel blocco monolítico dell’oltre cortina. Lo sfaldamento del sistema con la caduta del muro di Berlino, porterà a 27 i Paesi dell’Unione accomunati dall’interesse comune della pace e del progresso. Questi legami di solidarietà oggi con la Pandemia sembrano rinsaldarsi anche per affrontarne insieme gli effetti devastatori”. Si apre con queste riflessioni l’articolo a firma di Nello Gargiulo, pubblicato nell’ultimo numero della rivista Presenza.
“In Cile i motori iniziano a riscaldarsi perché le conseguenze della pandemia sanitaria pressano a tutti i livelli. Le società sono più complesse e non reggono più da sole i decreti e le leggi per assicurare la pace e la giustizia che sono due beni supremi nella vita dei popoli. La Pandemia, rompendo gli equilibri anche quelli più consolidati, rende più fragile la convivenza umana. La solidarietà è il primo vaccino per iniziare a dare sollievo a questa fragilità che richiede interventi con urgenza.
Siamo anche noi invitati a collaborare con l’iniziativa promossa da questi settori delle nostra comunità italiana ed italo-cilena. È la solidarietà che spinge in questo caso a muoversi in doppia direzione: da una parte sostenere i ristoranti (oggi questi, domani altri ma tutti impiegano forza lavoro) con la confezione dei pasti e dall’altra andare in appoggio con questi ai programmi della Fondazione Don Bosco con ragazzi e giovani che vivono praticamente in strada e poi l’accoglienza della Parrocchia Italiana che da un ventennio è una vera porta aperta ai bisogni materiali e spirituali di emigranti latino-americani che arrivano in Cile cercando un futuro migliore.
Questa volta alle sbarre del cancello di Bustamante 180, già non fanno rumore per prenotarsi dalle primi luci dell’alba un posto sulla scala (ormai consumata e scivolosa per il tanto sedersi) in attesa che arrivi una “padrona di casa” per un lavoro, ma per chiedere un pezzo di pane. In quel salone sotto la Parrocchia, testimone in passato di significativi avvenimenti della nostra comunità, oggi centro di operazione per l’emergenza covid, accoglierà anche la nostra solidarietà.
Appoggiare questa iniziativa è anche riconoscere ed incoraggiare coloro che sono in prima linea in queste operazioni di solidarietà: i salesiani e gli scalabriniani e con questi due grandi italiani, San Giovanni Bosco e il Beato Giovanni Battista Scalabrini, amici fra loro in vita e più che mai oggi grandi maestri di educazione e di solidarietà.
La solidarietà quando fa sistema si moltiplica e diventa contagiosa”. (aise)