SÌ DELLA GERMANIA ALLA DEROGA AL REGOLAMENTO CE 883/2004: CONTINUA LA LOTTA DI CONFSAL UNSA A TUTELA DEI LAVORATORI DI BELGIO, DANIMARCA E PAESI BASSI

ROMA\ aise\ - “Si tratta, con molta probabilità, di un risultato storico che vede un sindacato come la CONFSAL UNSA battersi da solo e in ambito internazionale per ottenere la salvaguardia dello stipendio netto e dei diritti previdenziali non solo dei propri iscritti, ma di un’intera categoria di lavoratori della Farnesina”. Così lo stesso sindacato commenta la decisione della Germania di accettare la deroga al Regolamento (CE) N. 883/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004.
Quest'ultimo, ricorda la CONFSAL UNSA, è “relativo al coordinamento dei sistemi di sicurezza sociale” e “impone, a decorrere dal primo maggio 2020, per la categoria degli impiegati a contratto della rete estera del MAECI il passaggio dal sistema previdenziale retributivo italiano al sistema previdenziale del Paese di residenza”.
“Noi abbiamo detto no al taglio dello stipendio netto”, rivendica il sindacato. “Noi abbiamo detto no al taglio della pensione. Un no subito difeso dai vertici anche politici del MAECI nei confronti di partner europei non certo morbidi nei confronti dell’italia. La prima breccia è stata aperta proprio a Berlino, dove il 17 febbraio scorso”, ricorda la CONFSAL UNSA, “il nostro segretario nazionale Iris Lauriola era al fianco del ministro Alessandro Gaudiano e del consigliere Susanna Schlein, i quali rappresentavano l’ambasciatore d’Italia Luigi Mattiolo, per esporre ai funzionari del Ministero del Lavoro tedesco il disastro derivante dall’applicazione del predetto regolamento che avrebbe implicato, se attuato, una perdita consistente del salario netto - tra i 380 e i 580 Euro - e una penalizzazione rispetto alle future spettanze delle pensioni fino a 700 euro mensili! Nonostante la tenacia e la fermezza nelle argomentazioni esposte dai nostri diplomatici, la prima risposta tedesca è stata negativa, inducendo il nostro Ambasciatore a Berlino a esortare una “soluzione politica” in un confronto diretto tra MAECI e Ministero tedesco”.
“Non sono mancati i parlamentari che con interrogazioni e altri interventi mirati hanno recepito e riformulato le nostre richieste sindacali, sensibilizzando i vertici politici del nostro Dicastero nonché quelli del Ministero del Lavoro e dell’INPS”, riconosce la CONFSAL UNSA.
“Ora è fatta!”, esulta. “Per gli impiegati a contratto in Germania, a seguito della richiesta della ministra Catalfo al suo omologo tedesco, si applicherà la deroga al personale in questione e lo stipendio e la pensione saranno salvi”.
“La lista dei ringraziamenti è lunga e la soddisfazione per questo ennesimo successo è grande, perché”, spiega l'organizzazione sindacale della Farnesina, “riguarda e coinvolge tutti gli impiegati a contratto in Germania, anche quelli che pagano la quota sindacale a sigle che questo problema di gravissima importanza non se lo sono mai posto, non lo hanno mai capito e forse nemmeno si accorgeranno che sia mai esistito”.
“Tuttavia”, si rammarica la CONFSAL UNSA, “abbiamo appreso che per il Belgio, la Danimarca e i Paesi Bassi i risultati, ancorché non definitivi, appaiono essere molto meno confortanti rispetto a quanto concesso dalla Germania, pur avendo investito uguali energie e impegno. La deroga, infatti, non è passata ovunque, poiché in Danimarca e nei Paesi Bassi vi è una trattativa difficile non ancora conclusa, mentre per il Belgio il ministro del Lavoro locale De Block, dopo una iniziale chiusura totale, ha rappresentato la volontà di concedere una deroga, ma unicamente per coloro i quali andranno in pensione entro il 30 aprile 2025”.
La CONFSAL UNSA Esteri annuncia “con fermezza” che “proseguirà la propria lotta, pur nell’estrema difficoltà attuale causata dall’emergenza COVID-19, al fine di ottenere un risultato che includa tutti i lavoratori interessati. In questo senso”, chiarisce, “il nostro sindacato ha già prospettato al ministro degli Affari Esteri, Luigi Di Maio, nonché alla ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, come pure al segretario generale, Elisabetta Belloni, e al direttore generale per le Risorse Umane, Renato Varriale, la soluzione di sistema da adottare, consistente nel rilascio del modello A1, già adottato in passato in singole situazioni di criticità”.
La CONFSAL UNSA ESTERI conclude rassicurando i propri iscritti in Belgio, Danimarca e Paesi Bassi che “proseguirà la propria battaglia fino al raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati”. (aise)