In memoria della deportazione degli ebrei dalla Stazione di Milano: domani l’incontro online di Sant’Egidio

MILANO\ aise\ - “Memoria della deportazione dalla Stazione di Milano - “coloro che non hanno memoria del passato sono condannati a ripeterlo” (30 gennaio 1944 - 30 gennaio 2021)” è il titolo dato all’incontro online promosso domani, domenica 31 gennaio, alle 11.30 dalla Comunità di Sant’Egidio, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Milano e il Memoriale della Shoah di Milano per fare memoria degli ebrei partiti dalla Stazione Centrale il 30 gennaio 1944 e nei mesi successivi.
All’incontro online – che sarà trasmesso in diretta sulla pagina facebook e sul canale youtube della Comunità di Sant’Egidio di Milano - porterà la sua testimonianza anche la senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta, partita per Auschwitz dalla Stazione Centrale, all’età di tredici anni, il 30 gennaio 1944.
Interverranno inoltre Andrea Riccardi (Fondatore Comunità di Sant’Egidio), Roberto Jarach (Presidente Fondazione Memoriale della Shoah di Milano), Rav Alfonso Arbib (Rabbino Capo di Milano), S.E. mons. Mario Delpini (Arcivescovo di Milano), Giuseppe Sala (Sindaco di Milano) e Mauro Palma (Presidente del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale).
Jovica Jovic, musicista rom, suonerà in memoria dello sterminio dei rom e dei sinti.
La commemorazione giunge quest’anno alla sua venticinquesima edizione consecutiva, da quando – il 30 gennaio 1997 – la Comunità di Sant’Egidio e la Comunità Ebraica, insieme con Liliana Segre, e poi negli anni anche con Nedo Fiano e Goti Bauer, si ritrovarono per fare memoria della deportazione nel luogo da cui partirono i convogli per i campi di sterminio che allora era un umido e buio sotterraneo della Stazione Centrale e oggi è parte del Memoriale della Shoah di Milano.
“All'ingresso del Memoriale, - ricorda la Comunità – Liliana Segre ha voluto scritto a caratteri cubitali la parola "INDIFFERENZA" per ricordare l’indifferenza dei milanesi di allora di fronte a quanto accadeva sotto i loro occhi e per richiamare con quel monito la responsabilità di ciascuno nel presente. Il ricordo dell’abisso di Auschwitz non appartiene infatti solo al passato, costituisce al contrario un monito ineludibile: nel momento in cui vanno scomparendo i testimoni di quella immensa tragedia è un dovere di tutti raccogliere la loro memoria e trasmetterla alle future generazioni. In un momento in cui l'affermazione, specie tra i giovani, di movimenti nazionalisti, sovranisti, complottisti e xenofobi suscita allarme in diversi Paesi, compresa l’Italia, la memoria della deportazione richiama tutti ad una maggiore vigilanza di fronte alla crescita dei pregiudizi antisemiti e razzisti”. (aise)