La settimana dei Comites

ROMA - focus/ aise – Il Com.It.Es. Berlino, in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura, ha presentato il Rapporto Italiani nel Mondo 2020, migrazioni e pregiudizi.
L’incontro, tenutosi online il 22 febbraio, è stato moderato dalla giornalista Andrea Dernbach del Tagesspiegel e ha visto ospiti le relatrici Delfina Licata della Fondazione Migrantes, curatrice del Rapporto Italiani nel Mondo, Edith Pichler dell’Universität Potsdam e Luciana Degano di PMG, autrici dei due saggi su pregiudizi e stereotipi in Germania.
Si sono affrontati temi legati alla mobilità italiana, distinguendo tra “vecchia e nuova migrazione” in Germania, con confronto di dati e differenze tra tipologie (categorie) di flussi migratori e portando in luce la differenza tra chi si trasferisce alla ricerca di un lavoro generico e chi, in maniera più strutturata, di un lavoro qualificato e qualificante con prospettive di crescita. Inoltre, sono state anche trattate le conseguenze che i cambiamenti possono generare nell’ambito della delicata sfera della psiche. Si è riflettuto, inoltre, insieme sulla percezione e sulla conseguente creazione di stereotipi e pregiudizi rispetto al migrante italiano.
La grande interazione del pubblico ha decretato la riuscita dell’incontro al punto da ipotizzare di proseguire con un nuovo momento di riflessione, visto l’interesse rilevato sull’argomento.
“Ancora una volta le raccomandazioni dell’ECRI sono identiche a quelle che il COMITES aveva fatto a suo tempo alla politica sammarinese”. È quanto afferma in una nota il Consiglio elettivo dello stesso Comites di San Marino, spiegando che “nella relazione dell’ECRI”, cioè la Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza, “ci sono tutte le osservazioni del Comites ad una altra mancata occasione per una legge completa e al passo con i tempi. La tempistica di 10 anni è stata bocciata clamorosamente, approvando invece quella di 5 anni proposta da noi, che risulta in linea con la Comunità Europea. Inoltre osservata la mancanza di partecipazione, il famoso elettorato passivo, cosa che noi abbiamo sottolineato per l’importanza nell’inclusione democratica. Per questo ci si era anche resi disponibili ad una rappresentanza minima di un rappresentante o due rappresentanti stranieri. Ma come sempre siamo rimasti inascoltati ed oggi l’ECRI ci da ulteriormente ragione”.
“Se si vuole avere accesso alla Comunità Europea”, osserva il Comites, “per accedere anche agli aiuti che questa attribuisce ai paesi membri, si deve fare uno sforzo in evoluzione democratica, partendo dalla Legge sulla Cittadinanza, a stretto giro, per risolvere e migliorare un’altra brutta legge che discrimina i cittadini stranieri residenti in Repubblica che vogliono integrarsi chiedendo la cittadinanza maturata”.
A tale proposito il Comites ricorda che “si è già migliorata la naturalizzazione almeno su tre punti essenziali”, ovvero: “da concessione straordinaria si è resa legge ordinaria permettendo cosi agli aventi diritto di andare a richiederla all’Ufficio di Stati Civile alla maturazione degli anni di residenza effettiva, con consegna per cerimonia due volte l’anno; diminuzione delle tempistiche che da 30 anni si sono portate a 20, e da 15 a 10 anni per matrimonio; aumento dei tempi per poter scegliere se mantenere o meno la cittadinanza di origine (5 anni per rinunciare)”.
“Purtroppo però la legge prevede ancora la discriminante, che tutti sentono come una violenza, che è la rinuncia alla cittadinanza di origine”, evidenzia il Comites, sottolineando che “la cittadinanza di origine è una caratteristica dell’uomo, come il colore degli occhi o dei capelli”.
“Attendiamo a breve che finalmente venga sistemata questa legge”, conclude la nota del Comites, “e vengano prese in considerazione anche le altre nostre osservazioni alle leggi che limitano l’integrazione nella piccola e stupenda Repubblica”.
Il Comites di Madrid ha iniziato con l’artista Milena Ferraris la nuova serie di interviste che vuole svolgere a italiani in Spagna e dedicate alle iniziative artigiane iniziate per passione e poi trasformate in un lavoro vero e proprio, creativo e appassionante.
Di seguito la prima intervista della sera a Milena Ferraris, una sognatrice italiana a Tenerife:
“D. Ciao Milena da quando sei in Spagna?
R. Mi sono trasferita a Tenerife nel 1998, per una mia scelta di vita e un mio innato desiderio di conoscere un diverso modo di vivere. Rimasi infatti affascinata da questa piccola isola in mezzo all’oceano, generosa in clima e qualità di vita.
D. Di dove sei originaria?
R. Sono originaria di Omegna, una bellissima località sul lago d’Orta. Senza dubbio all’inizio non è stato facile adattarsi ad un cambiamento così radicale, ma giorno per giorno ho acquisito un modo diverso di vivere, più salutare e libero e ho fatto passi nuovi e stimolanti, scelte importanti e molte soddisfazioni e ora qui mi sento a casa.
D. Come è nata questa tua passione e creatività per la moda artigianale ed etnica?
R. La creatività è una dote che avevo sin da piccola. Mia nonna mi insegnò i primi punti all’uncinetto che trovavo stimolanti e potevano appagare la mia fantasia. Un modo poi per tenerti tra le mani concretamente le tue creazioni. La soddisfazione di veder realizzate materialmente le tue idee. Andando avanti con l’età e la pratica, ho sviluppato ulteriori interessi. Da sempre amo sperimentare nuovi modi di esprimermi e così ho potuto tenere sempre allenata la mia manualità.
D. Raccontaci il tuo percorso creativo e le esperienze fatte.
R. Ho fatto esperienze e indagato in molti altri campi creativi, dal restauro dei mobili al design d’interni, dalla creazione di gioielli alla pittura e anche all’abbigliamento, che richiede creatività, disegno e manualità. Nel campo dell’abbigliamento fatto artigianalmente posso dire che ci siano tutte quelle capacità che ho sempre coltivato e che mi danno molta soddisfazione.
Ho lavorato per molti anni anche nel settore dell’estetica che pure mi ha dato molte soddisfazioni, ma il mio sogno nel cassetto era questo di oggi, sogno che ho potuto realizzare da quando ho deciso di dare una svolta alla mia vita. Cioè dedicarmi a tempo pieno al mio hobby, incoraggiata anche dalla mia famiglia e dalle persone che vedendo le mie realizzazioni, ne hanno apprezzato il risultato.
D. Come vedi il tuo futuro? Hai sogni nel cassetto?
R. Oggi la mia esperienza è concentrata su come esprimermi al meglio col mio stile personale, cioè sulla creazione di capi d’abbigliamento unici e irripetibili. Uno stile che amo curare nei particolari e nei dettagli, che inizia dalla scelta dei tessuti, del tipo di cuciture, applicazioni personalizzate e abbinamenti di modelli disegnati interamente da me.
Finalmente il mio sogno si è avverato, avere il mio spazio dove, tra stoffe, lane, perline e cianfrusaglie varie, lasciar liberi i miei mille progetti e soprattutto poter dedicarvi il tempo per poterli realizzare. Questo mi coinvolge sempre di più.
D. Come raggiungi tuo pubblico?
R. Ho riscontrato molto interesse da parte delle persone, così ho voluto raggruppare parte del mio lavoro in una raccolta e collage di foto, per poter mostrare alcuni pezzi di ciò che realizzo.
Creare qualsiasi cosa con le proprie mani, per me è un po’ come meditare, aiuta a volte nei momenti difficili e rallegra nei momenti sereni. Comunque gratifica sempre”. (focus\ aise)