Urso a Stoccolma per il vertice Ue

ROMA\ aise\ - Il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso sarà questa sera a Stoccolma per partecipare al primo Consiglio competitività sotto la presidenza svedese particolarmente significativo in vista del Consiglio d’Europa del 9-10 febbraio che esaminerà il documento della Commissione dal titolo “A Green Deal Industrial Plan for the Net-Zero Age”.
Alla riunione parteciperà anche il Commissario europeo al mercato interno e ai servizi, Thierry Breton, titolare del dossier più importante su cui si stanno misurando le istituzioni europee: come rispondere alla sfida americana dell’IRA e alla competizione globale sempre più forte della Cina.
Il “vertice” sarà anche l’occasione per una serie di incontri bilaterali: il primo, questa sera, con il ministro svedese del Clima e delle Imprese, Ebba Busch, che presiede il Consiglio nel semestre svedese e con lo stesso Commissario Breton che Urso aveva già incontrato a Roma in dicembre proprio su questo dossier. Nella giornata di domani sono previsti altri bilaterali, tra i quali con il ministro portoghese dell’Economia e del Mare, Antonio Costa Silva.
La visita del Ministro segue quella della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, venerdì scorso a Stoccolma con il Ministro degli Affari europei Raffale Fitto, in cui si è svolto anche il primo incontro con il Premier svedese, Ulf Kristersson che da gennaio ha assunto anche la presidenza di turno della Ue.
Urso e il viceministro Valentini hanno già avuto nei giorni scorsi numerosi incontri e colloqui bilaterali con diversi colleghi europei, al fine di illustrare il “non paper” nazionale della Presidenza del Consiglio sul documento della Commissione.
Il Ministro, riporta il Mimit, ha incontrato i ministri tedeschi Robert Habeck responsabile dell’Economia e Volker Wissings ministro per le infrastrutture digitali, il ministro Ceco dell’industria e del Commercio, Jozef Sikela e il Ministro allo Sviluppo economico ungherese Márton Nagy. Sempre oggi per il viceministro Valentini Valentini sono previsti colloqui con gli omologhi ministri di Croazia, Austria e Spagna e nei giorni scorsi ha parlato con i ministri di Grecia, Bulgaria e Romania.
Durante gli incontri Urso e Valentini hanno evidenziato come il Documento della Commissione sia una base di partenza importante ma non sufficiente, e che serve una maggiore ambizione per rispondere alle sfide globali. Per questo motivo, Il governo italiano ritiene necessario una ampia convergenza di obiettivi e strumenti al fine di deliberare una politica industriale europea assertiva, competitiva e solidale.
Quattro, per l’Italia, gli aspetti significativi.
Il primo: agire in una logica di “pacchetto sull’industria”, in linea peraltro con la posizione espressa dal Presidente del Consiglio europeo, Charles Michel. La discussione sugli aiuti di Stato (Temporary Crisis and Transition Framework) deve aver luogo contestualmente a quella sulla revisione della governance economica e sulla necessità di costruire una capacità fiscale centrale, sulla scorta dell’esperienza positiva di NextGenerationEU e/o SURE. La decisione deve essere complessiva per essere davvero unitaria e quindi efficace.
Serve, poi, migliorare la proposta di revisione delle regole europee sugli aiuti di Stato per garantire un’effettiva ed efficace semplificazione e velocizzazione delle procedure, premessa necessaria per una reale competitività delle imprese europee. Questo è tanto più importante per i settori strategici, sui quali si misura la competitività globale (es: semiconduttori, materie prime, energia, difesa e aerospazio, strumenti bio e ad alta tecnologia). In tale contesto occorre garantire che non vi siano differenti potenzialità nell’utilizzo degli strumenti che di fatto favoriscano i paesi con maggior capacità fiscale, con il rischio di frammentare il Mercato Interno e di aumentare il divario socio economico tra paesi e aree dell’Unione.
Per l’Italia, occorre poi affermare il principio di solidarietà, che è a fondamento della casa comune europea, sulla base dell’esperienza di successo del Programma SURE, al fine di consentire agli Stati membri l’accesso al credito a condizioni paritetiche, da utilizzare a beneficio delle imprese e quindi dell’occupazione nei settori chiave dell’economia, delle due transizioni (verde e digitale) e ai fini del perseguimento dell’autonomia strategica dell’UE. Infine, bisogna definire i settori da supportare e le modalità di finanziamento, funzionamento e tempistiche di attivazione del Fondo sovrano europeo, per sostenere il sistema delle imprese in una logica di coesione e competitività. (aise)