Il tempo che vivi è più forte di te: l’opera di Martin Errichiello a Buenos Aires con l’IIC

BUENOS AIRES\ aise\ - Verrà inaugurata il prossimo 23 marzo alle 19.00 presso il Centro Cultural Recoleta – Sala 7 - “Il tempo che vivi è più forte di te”, un’opera filmica multicanale di Martin Errichiello prodotta dall’Istituto Italiano di Cultura di Buenos Aires con il Centro stesso.
“Il tempo che vivi è più forte di te” è un’opera filmica multicanale liberamente ispirata all’antica favola “Moralità del cieco e dello storpio” scritta originariamente da Esopo, riadattata da André de la Vigne (1470-1526), a sua volta ripresa e messa in scena da Dario Fo e rielaborata in chiave personale dall’artista Martin Errichiello in una installazione audiovisuale.
Il progetto è stato vincitore nel 2019 del Premio per l’arte Italia-Argentina ed è il risultato di un lungo soggiorno a Buenos Aires che ha permesso all'artista di immergersi nei centri e nelle periferie della città, catturare i chiaroscuri di una realtà complessa che ci interroga costantemente, avvalendosi in particolare della collaborazione di Walter Lo Votrico e Sergio Sotelo, due attori argentini con disabilità visive e motorie alla loro prima esperienza in performance artistica.
Citando le stesse parole dell’artista: “L’interpretazione che qui presento espande la sua azione narrativa e drammaturgica, proiettandola nello scenario storico e politico contemporaneo, tra i suoi fantasmi, nelle sue distopie. Così, l’espediente allegorico della parabola si fa, nel viaggio dei due attori, metafora attiva di quel dialogo impossibile che provo a riattivare, con i miei progetti, tra i “corpi” della società: tra Potere e Comunità, essenzialmente – e quindi tra Verità e Giustizia, Storia e Memoria, individuale e collettiva. Ed è proprio il corpo l’emblema concettuale e il medium drammatico di questo conflitto: con Walter e Sergio abbiamo performato l’ipotesi di un corpo resistente che in un lento viaggio dalle rovine dei margini urbani vaga verso l’indifferenza dei centri, tra i fantasmi dei corpi scomparsi della Storia: un esercito di voci che nel rituale trasognato dei mercati, luogo di memorie distratte, sembra riapparire (intrappolato?) nella vita degli oggetti, nell’attesa della merce, nella complicità e nell’assenza degli sguardi. Allo stesso modo agiscono i corpi installativi. Gli schermi sono sempre un inganno, e, per questo, anche una possibilità: sono porte, soglie, specchi. Corpi verticali, umani, da cui si scaglia il grido raccolto della moltitudine: un corpo liberato, almeno, con la violenza profetica della poesia”.
Martin Errichiello nasce a Napoli nel 1987. La pratica dell’artista esplora il potenziale performativo, politico e poetico delle immagini nella realizzazione di ricerche e contro-narrazioni visive sulla Storia contemporanea. Il suo approccio collaborativo combina strategie di indagine post–documentarie all’analisi teorica, utilizzando, a seconda del progetto, video, film, fotografia, installazione e scrittura. Le sue opere sono state pubblicate, esposte e premiate presso numerose istituzioni, festival e gallerie europee ed internazionali tra cui l’IIC di Melbourne Australia, The Milky Way (Galleria Lia Rumma), IIC Buenos Aires (Premio Italia – Argentina 2020), Lucy Art Residency 2018 (Lucy Art Foundation, Grecia), FOAM Talent (Foam Museum, Amsterdam; Atelier Néerlandais, Parigi; Red Hook Labs, Brooklyn New York; Beaconsfield Gallery, London; Frankfurt Kunstverein, Frankfurt), Plat(t)form #17 (Fotomuseum Winterthur), Premio Pesaresi 2016 (con il libro “In Quarta Persona”), Premio Mutti per giovani registi Italiani (Cineteca di Bologna), Echoes of Anthropocene (Millennium Monument, Beijing China), BJCEM (Biennale dei giovani artisti Tirana), Circulations (Parigi, Francia), Format Festival (Derby, UK), Triennale di Amburgo (Amburgo, Germania), Verso il Mediterraneo (Istituto per la Grafica - Palazzo Poli di Roma, Italia). (aise)