Addio a Gianni Minà: il giornalista scomparso a 84 anni

ROMA\ aise\ - Maradona, Sergio Leone, Che Guevara, Gabriel Garcia Marquez, Muhammad Alì, Roberto De Niro, Fidel Castro, Massimo Troisi, Pietro Mennea. Spaziava Gianni Minà. Spaziava in tanti ambiti, in tanti mondi, in tante lotte, in tante narrazioni, con il cuore che batteva a sinistra. Il grande giornalista, nato a Torino ma cittadino del mondo, è morto ieri, 27 marzo, alla soglia degli 85 anni, dopo una breve malattia cardiaca.
Calcio, atletica leggera, pugilato, motori, politica, rivoluzioni, letteratura, cinema. Il tutto sempre ai massimi livelli, così come ai massimi livelli erano le sue narrazioni. E sì, spaziavano su tanti argomenti. Rappresentativa, in questo senso, è l’immortale foto che lo ritrae con quattro giganti del ‘900 da “Checco il Carrettiere”. In quella cena trasteverina mise insieme, inaspettatamente, il Premio Nobel per la letteratura colombiano Gabriel Garcia Marquez, il pugile Muhammad “the Greatest” Alì, l’attore Premio Oscar Robert De Niro e il regista italiano di capolavori senza tempo Sergio Leone.
È stato Giornalista (con la G maiuscola), documentarista, scrittore, narratore. È stato uno dei volti più noti e apprezzati anche dagli italiani all’estero, anche grazie alle sue interviste televisive, come quelle a Maradona e Alì, per citarne alcune iconiche, o la sua radiocronaca famosa sulle gesta di Pietro Mennea, quando il barlettano stabilì, il 12 settembre 1979 a Città del Messico, il nuovo record sui 200 metri piani alle Universiadi.
Sport sì, ma anche impegno politico e sociale. Specie in quell’America Latina che amava e dove stavano sorgendo diverse esperienze socialiste, da Fidel Castro a Cuba a Hugo Chavez in Venezuela passando per Lula in Brasile. Resteranno negli annali le sue interviste al Comandante della Rivoluzione cubana, o i documentari su Che Guevara (ha collaborato anche al bellissimo film “I diari della motocicletta” su un giovane Ernesto Guevara alle prese con il giro del sub continente americano in moto), o l’intervista al Sub Comandante Marcos in Chapas o l’intervista sui desaparecidos al Generale argentino Lacoste, che gli costarono l’espulsione dall’Argentina dei Mondiali di calcio 1978.
“Non è stato mai lasciato solo – si legge nel post Facebook che ha annunciato la sua dipartita -, ed è stato circondato dall’amore della sua famiglia e dei suoi amici più cari. Un ringraziamento speciale va al Prof. Fioranelli e allo staff della clinica Villa del Rosario che ci hanno dato la libertà di dirgli addio con serenità”.
Oggi, per il mondo del giornalismo italiano, per il giornalismo, per l’Italia, per gli italiani e per tanti altri in giro per il mondo, è un giorno di lutto. (l.matteuzzi\aise)