L’omaggio di Melbourne a Tonino Guerra

MELBOURNE\ aise\ - La città di Melbourne rende omaggio al poeta, scrittore e sceneggiatore italiano Tonino Guerra con la retrospettiva “The art is very jealous, Tonino Guerra, writing images”, organizzata dalla Cinemateca di Melbourne e dall’Istituto Italiano di Cultura.
Il professore di sceneggiatura Howard Rodman ha descritto il lavoro di Guerra, che nel corso della sua carriera ha collaborato con alcuni dei più importanti registi al mondo, come “il filo coraggioso e morale che attraversa il tessuto del cinema modernista“, ma la categorizzazione preferita di Tonino Guerra del suo contributo è stata semplicemente quella di affermare che “ha aggiunto una struttura“. Eppure nemmeno l'autore più accanito potrebbe negare che Antonio "Tonino" Guerra (1920-2012) sia stato essenziale per la creazione di alcuni dei capolavori più influenti del cinema europeo.
Guerra, che dichiarò di aver iniziato a scrivere sceneggiature solo per pagare i conti, si formò inizialmente come insegnante e iniziò a scrivere poesie nel suo dialetto nativo, il romagnolo, durante l'internamento di guerra da parte dei nazisti. A 32 anni si trasferì a Roma e, grazie all'amicizia con il futuro regista Elio Petri, iniziò a lavorare nel cinema, collaborando alle sceneggiature di Giuseppe De Santis. La svolta arrivò con L'Avventura (1960) di Michelangelo Antonioni. Il leggendario regista descrisse il suo processo di collaborazione con Guerra come fatto di “litigi lunghi e violenti“, ma “molto utili“. Collaborazioni così strette sarebbero diventate caratteristiche della carriera di sceneggiatore di Guerra: dei suoi 96 lungometraggi accreditati, dieci sono stati diretti da Antonioni, 11 da Francesco Rosi e 8 da Theo Angelopoulos. Ha collaborato in molti film con giganti come Federico Fellini, Vittorio De Sica, Elio Petri, i fratelli Taviani e Mario Monicelli.
Una volta, in riferimento alle sue collaborazioni con una tale varietà di registi, Guerra disse di avere “una faccia diversa per ognuno di loro“. Per Guerra la poesia era un mezzo di immagini tanto quanto il cinema e le sue doti per la metafora e la simbologia si sarebbero rivelate essenziali nei film più acclamati, opere lente e riflessive di artisti del calibro di Antonioni, Angelopoulos e Andrei Tarkovsky, registi che, nelle parole di Guerra, “lasciano sempre gli spazi aperti”.
La programmazione della rassegna di Melbourne si aprirà l’8 febbraio presso la Melbourne Cinémathèque e proseguirà sino al 22 del mese presentando i film: Amarcord (1973), Blow Up (1966), Nostalgia (1983), Il caso Mattei (1972), L'assassino (1961) e Il volo (1986). (aise)