La libertà religiosa dei cristiani nel mondo: il World Watch List 2023

ROMA\ aise\ - 5.621 i cristiani uccisi, 4.542 quelli arrestati e detenuti ingiustamente, 5.259 i rapiti. Sono solo alcuni dei dati raccolti da Porte Aperte che oggi pubblica la World Watch List 2023 (WWL), nuova edizione della lista dei primi 50 paesi dove più si perseguitano i cristiani al mondo.
Giunto alla sua 30ª edizione, il Report registra la crescita della persecuzione anticristiana: secondo i dati del rapporto, sono oltre 360 milioni nel mondo i cristiani che sperimentano almeno un livello alto di persecuzione e discriminazione a causa della propria fede, cioè 1 cristiano ogni 7 (1 cristiano ogni 5 in Africa; 2 cristiani ogni 5 in Asia e 1 ogni 15 in America Latina).
L’indagine, spiega Porte Aperte, abbraccia 4 tipologie di comunità cristiana: comunità di espatriati o di immigrati, chiese storiche (come i cattolici, gli ortodossi e le chiese protestanti tradizionali), comunità protestanti non tradizionali (come gli evangelici, i battisti, i pentecostali e tutti gli altri gruppi di cristiani che non sono inclusi nelle prime tre categorie) e la comunità di convertiti al cristianesimo (dall’islam, dall’induismo ecc. spesso i più colpiti dalla persecuzione).
I LUOGHI PIÙ PERICOLOSI AL MONDO DOVE ESSERE CRISTIANI
La Corea del Nord torna al primo posto, ma con i livelli di persecuzione più alti di sempre. Questo aumento segue la nuova ondata di persecuzione promossa dalla “Legge contro il pensiero reazionario”, uno dei fattori che ha portato all’aumento degli arresti di cristiani e alla scoperta e conseguente chiusura di un maggior numero di chiese.
Nelle prime 5 posizioni, ci sono 3 nazioni fortemente islamiche: Somalia (2°), Yemen (3°) e Libia (5°). Qui le fonti di persecuzione sono connesse a una società islamica tribale radicalizzata, all’estremismo attivo e all’instabilità endemica di questi paesi: la fede cristiana va vissuta nel segreto e se scoperti (specie se ex-musulmani) si rischia anche la morte. L’Eritrea risale di due posizioni (4°), confermando la propria nomea di “Corea del Nord dell’Africa”, così come la Nigeria sale ancora (6°), confermandosi la nazione dove si uccidono più cristiani al mondo (5.014, mai così tanti).
Il Pakistan è stabile al 7° posto, rimanendo la seconda nazione al mondo dove si manifesta più violenza anticristiana (dopo la Nigeria). L’Iran (8°) rimane tra le nazioni dove la vita della chiesa è più difficile. L’Afghanistan scende al 9° posto: dopo la riconquista del potere dei Talebani nel 2021, molti cristiani sono stati uccisi, tramite una vera e propria caccia all’uomo. Il Sudan, su cui si erano riposte speranze nel 2021, risale al 10° con un aumento di 4 punti spalmati su tutte le sfere della vita del cristiano. All’11° posto l’India, nazione che ha il record di detenzioni di cristiani senza processo per ragioni legate alla loro fede (1.750).
CIFRE PRINCIPALI DELLA PERSECUZIONE
Le uccisioni di cristiani per motivi legati alla fede diminuiscono leggermente da 5.898 (2022) a 5.621 (2023). Diminuisce, invece, di oltre la metà il numero di chiese attaccate o chiuse, da 5.110 (WWL 2022) a 2.110 (WWL 2023), soprattutto per effetto della riduzione in Cina (da 3.000 a 1.000 casi) dove, comunque, dal 2016 ad oggi ne sono state chiuse più di 20.000.
Aumentano i rapimenti di cristiani da 3.829 a 5.259, di cui quasi 5.000 solo nelle 3 nazioni africane di Nigeria, Mozambico (32) e Congo DR (37).
Sono decine di migliaia ogni anno, invece, i cristiani aggrediti (picchiati o vessati con minacce di morte) esclusivamente a causa della loro fede: la stragrande maggioranza di questi casi non viene alla luce, ma un dato minimo di partenza per il periodo in esame va oltre le 29.400. Gli attacchi a case di cristiani (4.547) e loro negozi e attività economiche (2.210) superano 6.700 unità, creando spesso un danno permanente alla capacità di sostentamento di queste persone e costringendole spesso alla fuga (sfollati o rifugiati).
“Oltre 360 milioni di cristiani nel mondo sperimentano un livello alto di discriminazione o persecuzione. Famiglie ed intere comunità cristiane sono costrette a fuggire dalle loro case a causa dell’estremismo islamico, dando vita a una ‘Chiesa profuga’ che grida aiuto”, riflette Cristian Nani, direttore di Porte Aperte/Open Doors. “La nostra ricerca compie 30 anni e oggi registriamo la più alta persecuzione anticristiana in termini assoluti. 1 cristiano su 7 patisce discriminazione o persecuzione a causa della sua fede: è ora di mettere al centro del dibattito mondiale la libertà religiosa, il diritto orfano della Carta Universale dei diritti umani”.
“L’Africa Sub-Sahariana – continua Nani – ospita i paesi killer di cristiani. Ma i governi africani non sono gli unici a non affrontare la vera natura di questa epurazione a sfondo religioso: i governi di tutto il mondo possono e devono fare di più. Oltre a tanta sofferenza, però, assistiamo a un miracolo: la rinuncia alla vendetta, alla rappresaglia. Se la risposta dei cristiani fosse proporzionale, oggi saremmo di fronte a una catastrofe inarrestabile in Africa”.
I dati completi sono disponibili qui. (aise)