Riadeguamenti retributivi per i contrattisti della Farnesina: il Pd interroga Tajani

ROMA\ aise\ - “Prevedere un incremento delle risorse di cui in premessa al fine di consentire riadeguamenti retributivi e dare “ossigeno” ai lavoratori a contratto delle sedi estere”. A richiederlo sono i deputati Pd eletti all’estero Porta, Di Sanzo, Ricciardi e Carè in una interrogazione al Ministro degli Esteri Antonio Tajani.
“Ai sensi dell'articolo 157 del decreto del Presidente della Repubblica n. 18 del 1967, - si ricorda nella premessa – la retribuzione annua base degli impiegati a contratto di cui all'articolo 152 è suscettibile di revisione in relazione al mutare del costo della vita, delle retribuzioni, corrisposte nella stessa sede da altre rappresentanze, nonché delle condizioni del mercato del lavoro locale; malgrado la ratio della norma sia chiara, questa viene disattesa in ragione sia della discrezionalità in materia esercitata dall'amministrazione, sia dell'inconsistenza delle risorse annualmente autorizzate, per far fronte agli adeguamenti sopra menzionati”.
“Nello specifico, - proseguono i deputati dem – le risorse per il riadeguamento stipendiale non sono stanziate in maniera automatica poiché il capitolo di spesa non è obbligatorio, ma sono aggiornate annualmente attraverso emendamenti, pertanto si tratta di un finanziamento variabile che è suscettibile della discrezionalità politico-amministrativa; in occasione dell'ultima legge di bilancio è stata autorizzata la spesa di appena 500.000 euro, metà di quanto stanziato per l'anno 2022. Tale cifra risulta assolutamente inadeguata per far fronte alle richieste di incremento stipendiale, attualmente sottoposte dalle sedi estere: per dimostrare quella che agli interroganti pare una assurda proporzione tra numero di contrattisti e risorse disponibili, si evidenzia che una loro distribuzione su 3150 unità di personale equivarrebbe ad un aumento di circa 13 euro pro capite”.
“Attualmente – continua i 4 deputati – risulta agli interroganti che nelle prime due settimane del 2023 la Direzione Generale per le risorse e l'innovazione del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sia stata destinataria di 30 richieste ufficiali di adeguamento da parte dei capi missione a cui si aggiungeranno almeno altre 40 nel corso dei prossimi mesi; ad aggravare il quadro delineato, si aggiungono le criticità economico-politiche dell'ultimo anno che hanno determinato una spirale inflazionistica che sta mettendo a dura prova la qualità della vita ed il potere di acquisto dei nostri contrattisti, in particolare quelli che percepiscono lo stipendio in euro, che in ragione dell'imperante deprezzamento, assistono ad una decurtazione retributiva che arriva anche al 35 per cento”.
“Tutto ciò – evidenziano Porta, Di Sanzo, Ricciardi e Carè – stride con il ruolo fondamentale da essi svolto nelle sedi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale dove la penuria di AAFF porta ad un sovramansionamento di quello a contratto ed un incremento della mole di lavoro, con conseguenze deleterie in termini di qualità e di efficienza dei servizi destinati ai connazionali e alle imprese, in controtendenza rispetto agli auspici di questo Governo”.
Per questo, i parlamentari chiedono al Ministro “se non si ritenga urgente adottare iniziative di competenza volte a prevedere un incremento delle risorse di cui in premessa al fine di consentire riadeguamenti retributivi e dare “ossigeno” ai lavoratori a contratto delle sedi estere”. (aise)