von der Leyen: è tempo che l'Europa pensi di nuovo in grande e sia artefice del suo destino

STRASBURGO\ aise\ - “Tra meno di 300 giorni i cittadini e le cittadine dell'UE saranno chiamati alle urne nella nostra democrazia unica e straordinaria. Come accade in tutte le elezioni, il voto sarà per tutti gli europei un'occasione per riflettere sullo stato della nostra Unione e sul lavoro svolto da chi li rappresenta. Ma sarà anche l'occasione in cui decidere quale futuro e quale Europa vogliono”. Così la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha iniziato il discorso sullo stato dell’Unione “Un'Europa pronta per l'appuntamento con la storia”. Dalle elezioni del prossimo anno all’allargamento, passando per migrazioni, innovazione, lavoro e competitività, von der Leyen ha sostenuto la necessità che l’Europa, ancora una volta, debba “rispondere alle sfide della Storia”.
Per farlo, occorre innanzitutto “guadagnare la fiducia degli europei e delle europee per rispondere alle loro aspirazioni e preoccupazioni”.
Ricordata l’importanza del Green deal e di Next Generation Eu, la presidente ha voluto anche rimarcare l’importanza delle politiche sulla parità di genere e rilanciato l’impegno a combattere la violenza contro le donne.
Che il Green deal, approvato 4 anni fa, fosse necessario lo dimostra anche l’estate che sta per finire “la più calda mai registrata in Europa”; nato per “proteggere il nostro pianeta”, il piano “è stato concepito anche come un'opportunità per preservare la nostra prosperità futura”.
“Abbiamo trasformato l'agenda per il clima in un'agenda economica”, ha ricordato von der Leyen. “Abbiamo dato un segnale chiaro della direzione da prendere per gli investimenti e l'innovazione” e si vedono già i primi risultati.
“Il Green Deal europeo fornisce il quadro necessario, incentivi e investimenti, ma sono le persone, gli inventori e gli ingegneri a sviluppare le soluzioni”, per questo “continueremo a sostenere l'industria europea durante questa transizione”.
A partire da questo mese, “terremo quindi una serie di dialoghi sulla transizione pulita con l'industria”, ha annunciato, per “sostenere tutti i settori nella costruzione di un modello imprenditoriale per la decarbonizzazione dell'industria”.
La Commissione vuole, dunque, “mantenere la rotta” perchè “il nostro obiettivo sarà sempre una transizione equa e giusta” e, al tempo stesso, “garantire a tutti lavori decorosi con la promessa solenne di non lasciare nessuno indietro”.
Citata le pratiche sleali della Cina – e annunciato l’avvio di “un'inchiesta antisovvenzioni riguardo ai veicoli elettrici provenienti dalla Cina” – la Presidente ha sottolineato che “l'Europa è aperta alla concorrenza, non a una corsa al ribasso”. Ciò non significa tagliare i ponti, perché “vi sono temi su cui possiamo e dobbiamo cooperare. Ridurre i rischi senza disaccoppiarsi: questo sarà il mio approccio con i leader cinesi al vertice UE-Cina alla fine di quest'anno”.
La Presidente ha quindi citato le diversità culturali dell’Ue, ma anche la biodiversità “unica” del Continente, ribadendo la priorità di difendere questi ecosistemi “garantendo che il nostro approvvigionamento alimentare avvenga in armonia con la natura”. Ringraziati gli agricoltori “per il cibo che ci forniscono quotidianamente”, von der Leyen ha aperto il lungo capitolo dedicato a imprese e lavoro.
“L'anno a venire porterà tre grandi sfide economiche per l'industria europea: la carenza di manodopera e di competenze, l'inflazione e la necessità di agevolare l'attività economica per le nostre imprese”, ha detto. Ricordato “SURE” e “NextGenerationEU”, von der Leyen ha citato i dati secondo cui “il 74 % delle PMI dichiara di trovarsi di fronte a carenze di competenze”. Di contro, “milioni di genitori, per lo più madri, faticano a conciliare lavoro e famiglia, data l'assenza di strutture per l'infanzia” e “ci sono otto milioni di giovani che non studiano, non frequentano corsi di formazione e non lavorano”.
Dunque occorre “migliorare l'accesso al mercato del lavoro, in primo luogo per i giovani e le donne. Abbiamo anche bisogno di una migrazione qualificata”. Per farlo “dovremo affidarci alle competenze delle imprese e dei sindacati, ovvero i nostri partner coinvolti nella contrattazione collettiva”. Le parti sociali “devono tornare ad essere il fulcro del nostro futuro”. Per questo nel 2024 “insieme alla Presidenza belga convocheremo a Val Duchesse un nuovo vertice delle parti sociali”.
Quanto all’inflazione, “Christine Lagarde e la Banca centrale europea (BCE) stanno lavorando sodo per tenerla sotto controllo”, ma ci vuole tempo. Nel mentre, “l'Europa ha iniziato a ridurre i prezzi dell'energia”.
Per agevolare le attività economiche, “entro la fine dell'anno nomineremo un rappresentante dell'UE per le PMI che riferirà a me direttamente. Vogliamo che le piccole e medie imprese possano parlarci direttamente dei problemi a cui devono far fronte quotidianamente. Per ogni nuovo atto legislativo procediamo a un controllo della competitività a opera di un comitato indipendente. E il mese prossimo presenteremo le prime proposte legislative atte a ridurre del 25 % gli obblighi di comunicazione a livello europeo”.
Le imprese europee “hanno anche bisogno di accedere alle tecnologie chiave di innovazione, sviluppo e fabbricazione. Come sottolineato dai leader nel Consiglio europeo informale di Versailles, si tratta di una questione di sovranità europea. Preservare un vantaggio europeo sulle tecnologie critiche ed emergenti è un imperativo per l'economia e la sicurezza nazionale”. Ma ci vogliono soldi: “per questo motivo, nell'ambito della proposta di revisione del bilancio, abbiamo lanciato la piattaforma STEP, con cui potremo incrementare, mobilitare e orientare i fondi dell'UE per investire in qualsiasi tipo di prodotto: dalla microelettronica all'informatica quantistica fino all'intelligenza artificiale, come pure dalle biotecnologie alle tecnologie pulite”.
Allo stesso tempo, ha proseguito, “continueremo a promuovere un commercio aperto ed equo. Finora abbiamo concluso nuovi accordi di libero scambio con il Cile, la Nuova Zelanda e il Kenya. Dovremmo puntare a concludere gli accordi con l'Australia, il Messico e il Mercosur entro la fine dell'anno, per poi passare a quelli con l'India e l'Indonesia”.
“Queste tre sfide — manodopera, inflazione e contesto imprenditoriale — affiorano mentre chiediamo all'industria di guidare la transizione pulita. Nel frattempo dovremo essere più lungimiranti e definire un modo per salvaguardare la nostra competitività. Ecco perché – ha annunciato von der Leyen – ho chiesto a Mario Draghi, una fra le più grandi menti dell'Europa in materia di economia, di preparare una relazione sul futuro della competitività europea”.
Citati i positivi cambiamenti portati dal digitale ma anche i rischi insiti nell’uso dell’intelligenza artificiale, von der Leyen ha ricordato le “misure protettive” messe in atto dall’Ue perché “la nostra prima priorità è garantire che l'intelligenza artificiale abbia uno sviluppo antropocentrico, trasparente e responsabile”. La seconda è lavorare ad “un sistema unico di governance in Europa”, la terza “una guida per l'innovazione responsabile”.
Nell’ampio capitolo dedicato a migrazioni e sicurezza, von der Leyen ha parlato dell’instabilità africana: a pochi giorni dal terremoto in Marocco e dalle inondazioni in Libia – “l'Europa sarà sempre pronta a prestare aiuto, in tutti i modi possibili”, ha assicurato – von der Leyen ha ricordato “il susseguirsi di colpi di Stato militari che renderà la regione più instabile negli anni a venire e anche più soggetta all'influenza della Russia, che sta traendo vantaggio dal caos che si è creato”. Il Sahel “è diventato terreno fertile per una recrudescenza del terrorismo” e “questa situazione riguarda direttamente l'Europa, la nostra sicurezza e la nostra prosperità”.
Nei confronti dell'Africa “dobbiamo quindi dar prova della stessa unità d'intenti che abbiamo dimostrato per l'Ucraina”.
“Ogni giorno conflitti, cambiamenti climatici e instabilità spingono le persone a cercare rifugio altrove. Sono sempre stata fermamente convinta che la migrazione debba essere gestita. Ma ci vogliono pazienza, iniziative a lungo termine con i nostri partner e soprattutto unità all'interno della nostra Unione. È questo – ha sottolineato – lo spirito del nuovo patto sulla migrazione e l'asilo”.
“Abbiamo lavorato in stretta collaborazione con i nostri partner dei Balcani occidentali e abbiamo ridotto i flussi irregolari. Abbiamo firmato con la Tunisia un partenariato che comporta vantaggi reciproci che vanno al di là della migrazione: dall'istruzione e dalle competenze professionali all'energia e alla sicurezza. E ora – ha annunciato – vogliamo lavorare ad accordi analoghi con altri paesi. Abbiamo rafforzato la protezione delle frontiere”.
“Il nostro lavoro sulla migrazione si fonda sulla convinzione che l'unità è alla nostra portata. Un accordo sul patto non è mai stato così vicino. Il Parlamento e il Consiglio hanno un'occasione storica per portarlo a buon fine. Mostriamo – l’invito di von der Leyen – che l'Europa è in grado di gestire le migrazioni con efficacia e compassione e portiamo a termine il lavoro iniziato”.
Serve “un lavoro costante, importantissimo soprattutto nella lotta contro le reti dei trafficanti di esseri umani” e quindi servono nuove leggi e “dare un ruolo più incisivo alle nostre agenzie: Europol, Eurojust e Frontex”, ha aggiunto annunciando una prossima Conferenza internazionale sulla lotta contro la tratta di esseri umani.
Sull’altro fronte d’emergenza, l’Ucraina, von der Leyen ha ribadito che “saremo al fianco dell'Ucraina in ogni momento. Per tutto il tempo che sarà necessario”.
L’Unione deve “completarsi” delineando “una visione per il successo dell'allargamento”.
“L'adesione è basata sul merito, e la Commissione difenderà sempre questo principio”, ha precisato, ma “è ora di abbandonare le vecchie discussioni manichee sull'allargamento. Non si tratta di scegliere se approfondire l'integrazione o allargare l'Unione. Possiamo e dobbiamo fare entrambe le cose. Per acquistare il peso geopolitico e la capacità di agire”.
La Commissione “comincerà a dedicarsi a una serie di esami delle politiche pre‑allargamento, per valutare le modalità di un eventuale adeguamento di ogni settore a un'Unione più ampia. Dobbiamo riflettere sul modo in cui funzionerebbero le nostre istituzioni, su come si trasformerebbero il Parlamento e la Commissione. Dobbiamo discutere sul futuro del nostro bilancio: che cosa finanzierà, in che modo lo finanzierà e come sarà finanziato”.
È tempo che l'Europa pensi di nuovo in grande e sia artefice del suo destino”, ha affermato la Presidente. L'Europa, ha concluso, oggi “si trova nel momento e nel luogo in cui si scrive la Storia”. (aise)