Il Regno Unito pronto a riaprire (parzialmente) le frontiere ai giovani europei – di Francesco Ragni


LONDRA\ aise\ - “Per decenni, giovani italiani (ed europei) hanno potuto vivere e lavorare nel Regno Unito senza bisogno di un visto. Un flusso continuo, interrotto dalle barriere introdotte con la Brexit. Quattro anni dopo la fine della “libertà di movimento”, questo flusso potrebbe ricominciare grazie a un nuovo programma di mobilità giovanile tra il Regno Unito e l’Unione Europa anticipato dal Times”. Ne scrive Francesco Ragni su “LondraItalia.com”, quotidiano online che dirige.
“Il piano, ispirato al modello già in vigore con l’Australia, permetterebbe ai giovani cittadini dell’UE (18-30 anni) di vivere e lavorare nel Regno Unito per un massimo di tre anni. In cambio, i giovani britannici godrebbero di un diritto simile nei paesi dell’Unione.
Il piano del governo britannico prevede un tetto agli ingressi e ulteriori limitazioni: i giovani europei dovranno pagare per avere diritto all’assistenza sanitaria e non potranno usufruire dei benefits.
La riapertura (parziale) delle frontiere per i giovani fa parte della strategia di Kier Starmer, desideroso di migliorare i rapporti con i paesi europei, e sarà discussa durante un vertice a Londra il prossimo 19 Maggio.
L’Unione Europea, che ha posto come prioritario il tema della mobilità giovanile, ascolta con interesse ma spinge per una mobilità senza restrizioni. Alcuni paesi, tra cui Germania, Polonia e Romania, hanno già detto di considerare le condizioni britanniche troppo rigide.
Nel modello australiano, i giovani che entrano nel Regno Unito devono pagare una fee di £298 piú ulteriori £1,552 per l’assistenza sanitaria nei due anni. Gli ingressi sono limitati al numero di 45,000 l’anno (relativo a una popolazione di 27 milioni).
Per i giovani europei il tetto massimo sarebbe di appena 70,000 ingressi l’anno, un numero molto basso se confrontato con i 450 milioni di cittadini dell’Unione.
Le posizioni sono distanti ma un compromesso sembra possibile. La sensazione è che la negoziazione sia già iniziata e ci siano le condizioni per raggiungere un accordo politicamente accettabile da entrambi i lati della Manica.
Per molti giovani italiani potrebbe riaprirsi presto la possibilità di un’esperienza di vita e lavoro a Londra, quasi come prima della Brexit”. (aise)