Human Trafficking e IA: all'Università di Tor Vergata il confronto internazionale sulle nuove schiavitù

ROMA\ aise\ - Un momento di riflessione interdisciplinare sulle modalità con cui l’Intelligenza Artificiale, le tecnologie digitali e le piattaforme online stanno ridefinendo attività criminali come la tratta e lo sfruttamento. C'è stato questo al centro della Giornata Internazionale a sostegno delle vittime di tortura, ospitata dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” nei giorni scorsi. Ciò è stato il primo incontro di un ciclo di sei conferenze sulla tratta di esseri umani. L’evento è stato promosso dall’Istituto Diplomatico Internazionale (IDI) insieme al Centro di Ricerche Economiche e Giuridiche (GREC) e alla Royal Consulting.
L’iniziativa è nata con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica, il mondo accademico e le istituzioni su uno dei fenomeni criminali più complessi e mutevoli del XXI secolo. Le nuove tecnologie sono infatti strumenti utilizzati dalle organizzazioni criminali per entrare in contatto con le vittime, ma anche, è stato sottolineato, risorse a disposizione delle autorità.
Ad aprire i lavori è stata Loredana Mirra, coordinatrice del CREG, che ha presentato un quadro allarmante sull’impatto economico del lavoro forzato, stimato in oltre 350 miliardi di dollari l’anno, sottolineando come le tecnologie di automazione e i meccanismi di manipolazione online siano oggi sistematicamente utilizzati per reclutare e controllare le vittime.
A seguire Paolo Giordani, presidente dell’Istituto Diplomatico Internazionale, che ha richiamato il valore della fraternità universale quale fondamento della cooperazione internazionale nella lotta contro le nuove forme di schiavitù, ricordando l’ottantesimo anniversario della Dichiarazione delle Nazioni Unite quale simbolo dell’ impegno collettivo a tutela dei diritti umani.
Particolarmente significativo è stato il contributo di Emanuela Attura, Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Roma, che ha illustrato un raro caso giudiziario di condanna per associazione a delinquere finalizzata alla tratta, riportando la testimonianza di una giovane sopravvissuta di origine nigeriana.
Laura Dryjanska, docente presso Asbury University e autrice di uno studio pionieristico sull’impatto dell’IA nella tratta, ha approfondito il concetto emergente di “familiar trafficking”, ovvero lo sfruttamento all’interno del contesto familiare, evidenziando il ruolo delle dipendenze emotive e della coercizione psicologica come fattori decisivi per l’assoggettamento delle vittime.
Tra i relatori anche Francesco Pace (Università degli studi di Palermo), che ha discusso il tema della “vulnerabilità algoritmica”, mettendo in guardia sui pericoli legati all’uso indiscriminato degli algoritmi, e l’Avv. Prof. Paolo Iafrate (CREG – Università “Tor Vergata”), che ha offerto una lettura sistematica del fenomeno, evidenziandone le connessioni con la criminalità organizzata e il tessuto sociale, in un focus particolare sulla città di Roma.
A chiudere l’incontro è stato il suggestivo intervento di J.R. James, già membro dell’amministrazione Obama come “Ambassador for Women & Children”, che ha presentato un confronto tra le forme tradizionali e quelle contemporanee di schiavitù, ricordando come, anche nei Paesi occidentali, e in particolare in Europa, la tratta sia diventata una realtà interna e non più solo collegata ai flussi migratori.
L'evento è stato una preziosa occasione di dialogo, per elaborare, con l’apporto di diverse competenze, nuove strategie di contrasto ad un fenomeno in continua evoluzione. (aise)