Risorse passaporti ai consolati: per il Mef la copertura prevista non è idonea
ROMA\ aise\ - La copertura prevista dalla proposta di legge a prima firma Toni Ricciardi (Pd) “Destinazione agli uffici diplomatici e consolari di quota dei proventi derivanti dal rilascio dei passaporti all'estero” non è idonea. A sostenerlo è il Ministero dell’economia e delle finanze in una relazione tecnica inviata alla Commissione Bilancio della Camera.
La notizia è stata ieri in Commissione Affari Esteri dal presidente Paolo Formentini nell’ambito dell’esame del provvedimento ripreso dopo uno stop di tre mesi.
Sul testo – che ha l’obiettivo di “lasciare direttamente a disposizione dei consolati una percentuale delle entrate (diritti e tasse consolari) derivanti dalla loro attività di rilascio dei passaporti, con lo scopo di disporre di più personale interinale per le mansioni esecutive (informazioni e gestione urgenze, verifica preventiva dei documenti dei richiedenti, presa delle impronte, foto eccetera) e aumentare i rilasci” - si sono espresse favorevolmente le commissioni Affari Costituzionali, Finanze e Lavoro.
Alla Commissione Bilancio, invece, “è pervenuta una relazione tecnica del Ministero dell'Economia che valuta come non idonea la copertura prevista”, ha confermato Formentini. “Su questa base, la stessa Commissione Bilancio compirà ulteriori approfondimenti”.
Proprio in Commissione Bilancio, nella seduta di ieri, la sottosegretaria al Mef Lucia Albano, ha depositato agli atti la relazione tecnica sul provvedimento, negativamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato, insieme a una nota predisposta dall'ufficio legislativo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dalle quali, ha spiegato, “emergono profili di criticità sul piano finanziario connessi all'attuazione delle disposizioni in esso contenute”.
La relazione tecnica trasmessa dall'amministrazione competente, ha puntualizzato Albano, “non individua puntualmente la quantificazione e la copertura finanziaria degli oneri derivanti dall'applicazione del provvedimento e non indica la base di calcolo della percentuale del 30 per cento dei proventi da destinare al rafforzamento dei servizi consolari previsti dalla presente proposta di legge”.
Inoltre, ha aggiunto il sottosegretario, “non risulta possibile riscontrare la quantificazione riportata, in quanto sul capitolo 3553, articolo 02, dello stato di previsione dell'entrata del bilancio dello Stato, a ciò appositamente deputato, non risultano affluiti versamenti nell'anno 2023”.
Quanto ai possibili fabbisogni di personale conseguente all'applicazione delle disposizioni previste dalla proposta di legge “in assenza di una specifica previsione normativa e di elementi di quantificazione, l'indicata misura di copertura mediante percentuale degli introiti di cui si tratta non è idonea a fronteggiare una spesa rigida e continuativa, quale è quella per l'assunzione di personale dipendente”.
Infine, ha concluso Albano, “la formulazione della disposizione prevista al comma 1 dell'articolo 1 (1. I proventi derivanti dal versamento degli importi dovuti da chi richiede il rilascio del passaporto all'estero, di cui all'articolo 27 della tabella dei diritti consolari da riscuotersi dagli uffici diplomatici e consolari, allegata al decreto legislativo 3 febbraio 2011, n. 71, sono attribuiti al bilancio dell'ufficio diplomatico-consolare che ha rilasciato il relativo passaporto, su base mensile, in misura percentuale rispetto al totale degli introiti collegati all'emissione di passaporti e carte di identità, secondo quanto specificato al comma 2 del presente articolo, tramite prelievo di pari misura dal conto corrente valuta tesoro della singola sede diplomatico-consolare. Tali risorse sono destinate al rafforzamento dei servizi consolari per i cittadini italiani residenti o presenti all'estero, con priorità per la contrattualizzazione di personale interinale e per l'acquisizione di servizi destinati, sotto le direttive e il controllo dei funzionari consolari, alle operazioni preliminari connesse al rilascio dei passaporti, alla validazione del codice fiscale per i residenti all'estero e ai servizi maggiormente richiesti, quali il rilascio del passaporto e della carta di identità elettronica) non risulta applicabile, né tecnicamente corretta, in quanto la stessa, prevedendo il diretto prelievo dal conto corrente valuta Tesoro in favore del bilancio autonomo della singola sede diplomatica-consolare, determina una gestione fuori bilancio non consentita dalla vigente normativa contabile”.
L'ufficio di presidenza della III Commissione, quindi, ha chiesto al Presidente della Camera di posticipare di due settimane l'avvio della discussione in Assemblea del provvedimento, inizialmente previsto l’8 luglio. (aise)