MALINDIKENYA.NET/ ANCHE A MALINDI "SONO UNA BAMBINA, NON UNA SPOSA": SIMONA MALVASSORI E LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE ITALIANA

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MALINDI\ aise\ - “Una campagna di sensibilizzazione al femminile e tutta italiana, quella che a Malindi e sulla costa keniota avrà come referente e sostenitore Simona Malvassori. 

La creativa cremonese, autrice del blog malindino "bustling town" e anima di molti eventi anche mondani nella cittadina, non è nuova ad iniziative sociali. Proprio per questo motivo è stata scelta dalle ideatrici della campagna "Sono una bambina, non sono una sposa", contro i matrimoni precoci che costringono molte minorenni, specialmente in asia minore e nel mondo islamico, ad andare in spose anche prima dei 14 anni”. A darne notizia è “malindikenya.net”, portale diretto da Freddie del Curatolo.

“"L'iniziativa è stata voluta da quattro donne italiane - spiega Simona - la psicologa siciliana Giorgia Butera, con la collaborazione della fotografa e grafica Alessandra Lucca, dell'esperta di Medioriente Valentina Polini e della fotoreporter Federica Simeoli". La campagna è stata subito appoggiata da ONU ITALIA e la sua attività si divide in azioni sul territorio nazionale e all'estero. In quest'ultimo caso, tramite l'associazione internazionale "Hands off women" ha già preso contatti a vari livelli con istituzioni keniane e approderà nei prossimi mesi anche a Malindi, con la presenza "sul campo" di Simona. Curiosamente la Malvassori, che ormai risiede per buona parte dell'anno da molto tempo a Malindi, ha anche una casa di moda che produce abiti da sposa.
Chi meglio di lei può spiegare che, nonostante ancestrali tradizioni che affondano le radici in culture che non hanno mai tenuto conto dell'evoluzione della donna e del pensiero femminile, che esiste un'età ben precisa per convolare a giuste nozze e che bisogna sensibilizzare e coinvolgere più persone possibili affinché questa pratica sia definitivamente bandita anche da alcune comunità tribali del Kenya. Purtroppo nell'Africa Orientale è ancora molto alta la percentuale di ragazzine in gravidanza sotto i 14 anni che sono costrette a matrimoni riparatori precoci e ad abbandonare gli studi per diventare madri e di conseguenza il più delle volte mogli, spesso addirittura di coetanei”. (aise)