ADRIANO CARIO: "ABBIAMO PROBLEMI DA RISOLVERE CHE NON POSSONO PIÙ ASPETTARE" – di Pablo Mandarino


BUENOS AIRES\ aise\ - “Il termometro politico italiano è nelle ultime settimane dominato da due grandi temi che fanno ridefinire il nascente governo. I due leader del Governo Conte, sia Luigi Di Maio che Matteo Salvini, hanno saputo mantenere l'iniziativa politica alla guida dei ministeri più importanti del momento. A colloquio col senatore eletto per la ripartizione America Meridionale, Adriano Cario, l'italouruguaiano ha espresso la sua opinione sul primo mese del denominato "Governo del cambiamento" che ha appoggiato col suo voto al Senato”. È Pablo Mandarino ad intervistare il senatore Adriano Cario per “L’Eco d’Italia”, testata fondata a Buenos Aires dal padre di Adriano, Gaetano Cario.
“D. Come analizza il lavoro dei due leader dei partiti che sostengono il Governo nei loro rispettivi ministeri?
R. Da noi è strano immaginare due leader della politica che occupano cariche ministeriali. Comunque, il protagonismo che hanno saputo attrarre in due ministeri così fondamentali è stato totale. L'immagine pubblica di Salvini e Di Maio è cresciuta in tutti i sondaggi. Da una parte, le ricorrenti notizie di nuove e numerose navi con migranti che attraversano il Mediterraneo cercando i porti italiani trovano la dura risposta negativa del ministro dell'Interno Salvini. La negoziazione con l'UE sul protocollo usato per gli sbarchi è e sarà la sua maggior carta di credibilità. Dall’altra parte, uscire dalla recessione e ridurre l'ancora alto indice di disoccupazione sono le difficili sfide che ha assunto il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi di Maio a capo del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. La polemica che lo ha visto contro il presidente dell'Inps Tito Boeri sui numeri dei disoccupati è un precedente da tenere a mente, data l'indipendenza dell'Istituto di previdenza rispetto agli esecutivi. Sugli sbarchi è molto difficile per noi emigrati dare un'opinione imparziale che non sia collegata alla nostra storia famigliare. Sono comunque consapevole che l'Italia non può più farsi carico da sola dei rifugiati che attraversano ogni settimana il Mediterraneo. L'UE deve assumerne la responsabilità. Ma dall'altra parte c'è gente disperata decisa a mettere a rischio la propria vita per cercare un futuro più dignitoso.
D. Queste questioni di complessa attualità sono un’occasione per proporre la discussione dei problemi degli italiani all'estero?
R. Se fosse per me, sarebbe sempre il momento di prendere in considerazione i nostri temi, le nostre problematiche e anche le nostre soluzioni. Invece, oggi l'attenzione passa per altre urgenze. Urgenze che non sono le nostre che anche abbiamo cose da risolvere che non possono più aspettare".
D. E allora?
R. Allora, adesso è il momento di potenziare i nostri organi di rappresentanza come il CGIE e i COMITES affinché le discussioni di oggi siano la risposta e la soluzione del domani, quando finalmente potremo attrarre l’attenzione politica, mediatica e sociale su di noi. È difficile aspettare quando è da lunghissimi anni che aspettiamo risposte, ma questa volta abbiamo la decisione, il compromesso e la forza per esigere un vero cambiamento". (aise)