AL SERVIZIO DEI CITTADINI: INTERVISTA AL CONSIGLIERE COMUNALE DI SAINT-LAURENT FRANCESCO MIELE – di Fabrizio Intravaia

MONTREAL\ aise\ - “Avvocato di formazione, Francesco Miele è stato eletto per la terza volta consigliere di città (distretto Côte-de-Liesse) nelle municipali del novembre scorso, ottenendo la più alta percentuale di voti, 68%, fra tutti i candidati del suo partito "Ensemble Montréal" (ex Équipe Coderre). Miele, nato e cresciuto nell'arrondissement di Saint-Laurent, è al suo terzo mandato come consigliere comunale. È stato eletto per la prima volta nelle elezioni supplementari del 2009, a soli 29 anni”. Ad intervistarlo è stato Fabrizio Intravaia per il “Corriere italiano” che dirige a Montreal.
““Mi sono iscritto all'albo degli avvocati nel 2004 e per sei anni – racconta - ho fatto pratica nel campo del diritto dell'immigrazione, muovendo, contemporaneamente, i primi passi nel settore della politica. Sono stato direttore dell'ufficio di circoscrizione del deputato federale Stéphane Dion, un uomo da cui ho imparato molto. Mi occupavo di tutti i casi relativi all'immigrazione, oltre 400 all'anno, di competenza dell'ufficio del deputato. In tal modo ho potuto sviluppare un forte legame con la comunità. Poi nel 2010, l'ex sindaco Gérald Tremblay, e l'attuale sindaco dell'arrondissement di Saint-Laurent, Alan De Sousa, mi hanno offerto la possibilità di fare il salto nella politica attiva. La bellezza della politica comunale è che tocca tanti aspetti della vita delle persone. Ho sempre inteso la politica come un "dono di sé", come un servizio nei confronti dei cittadini, un modo per aiutare concretamente, onestamente e spontaneamente i cittadini a risolvere i loro problemi. E la soddisfazione è ancora più grande quando i risultati sono tangibili come, ad esempio, nel caso della biblioteca di Saint-Laurent che abbiamo inaugurato nel 2013 e nella quale entrano oltre 1600 persone al giorno. È diventata la seconda più utilizzata sull'isola di Montréal, dopo la biblioteca nazionale, una bella soddisfazione per noi amministratori e per i cittadini stessi”.
D. Che arrondissement è quello di Saint-Laurent?
R. Multietnico, fin dagli anni '70 quando iniziò a ricevere diversi immigrati provenienti dall'Estremo e dal Medio Oriente. Oggi conta oltre 104mila abitanti su un territorio di 44 km quadrati. Le persone d'origine italiana sono tra le 2800 e le 3000. La cosa interessante è che sul nostro territorio risiedono 5800 tra piccole, medie e grandi industrie. È il secondo quartiere più industrializzato di Montréal dopo il centro-città ed è facile accedervi perché siamo vicini a diverse autostrade come la 13, la 15 la 40. Se poi consideriamo che è ben servito dai mezzi pubblici ed è dotato di diverse infrastrutture possiamo capire perché il nostro è un arrondissement in costante crescita demografica.
D. La gente si lamenta dello stato delle strade e dei lavori eternamente in corso. È così anche da voi?
R. Qui è il contrario, nel senso che su 19 arrondissement siamo quello, forse, in cui lo stato delle strade è il migliore perché fin dalle precedenti amministrazioni è stato posto in essere un piano di refezione a lungo termine. Le strade principali sono state rifatte. Là dove, invece, dobbiamo migliorare la situazione è nelle "voies de service" e nei viadotti, per i quali transitano ogni giorno migliaia di veicoli pesanti. Se a ciò aggiungiamo i danni causati dal clima, gelo e disgelo delle strade, è facile capire il loro stato di deterioramento. Dobbiamo lavorare di concerto con il Ministero dei Trasporti per il loro rifacimento. Certo, ci sarà sempre qualcuno che si lamenterà, e se i servizi che forniamo non sono all'altezza dei cittadini, è giusto che lo faccia, ma se le giovani famiglie continuano a stabilirsi a Saint-Laurent ci sarà pure una ragione!
D. Parliamo della comunità italiana.
R. È un soggetto che mi sta molto a cuore e per tanti motivi. Il primo, ovviamente sono le mie radici. I miei sono emigrati in Canada nel 1967. Mio padre viene da Caira, una frazione di Cassino (Frosinone) e mia madre da Castelsilano (Crotone). Si sono incontrati a Toronto e poi si sono trasferiti a Montréal nel 1971, dapprima nella Piccola Italia e poi, nel 1980, a Saint-Laurent. La mia famiglia ha sempre frequentato la Piccola Italia alla quale è rimasta molto legata, in particolare alla Chiesa Madonna della Difesa. Sono 25 anni che la frequento ogni settimana. Ho iniziato a farlo a 10-12 anni per aiutare nelle diverse attività che organizzava. Attualmente faccio parte del consiglio dei fabbricieri. La chiesa è sempre stata un punto di riferimento per la nostra comunità e un "gioiello" da proteggere e salvaguardare non solo per il suo valore artistico ma anche per quello storico e sociale così come la Casa d'Italia che, con l'aiuto di tutti, merita di tornare ai suoi antichi splendori. Un'altra cosa a cui tengo molto è quello di avere, un giorno, una scuola privata, tutta italiana, come quelle che hanno le comunità greca, armena o ebrea. Credo che sia importante per tenere legate tra di loro le varie generazioni e per non perdere il "filo" della nostra italianità”. (aise)