I FRATELLI RUSSO: L’ORGOGLIO ITALOAMERICANO CONQUISTA HOLLYWOOD – di Silvia Giudici

LOS ANGELES\ aise\ - "I registi italo-americani Joe e Anthony Russo sono fra gli artisti e gli innovatori di alcuni dei film e spettacoli televisivi più famosi e di maggior successo commerciale al mondo. Recentemente, i Russo Brothers, come sono soprannominati nell'industria cinematografica, per Marvel Cinematic Universe hanno diretto il successo da record "Avengers: Infinity War" che ha ottenuto un risultato stellare come quinto film campione di incassi di tutti i tempi". Li ha incontrati ed intervistati per il giornale bilingue "L’Italoamericano" di Los Angeles Silvia Giudici.
"Grazie ai loro comprovati successi al botteghino, l'enorme impatto sul genere dei supereroi, celebrato a livello internazionale, e il gusto evidente della narrazione, Joe e Anthony, nati solo a un anno di distanza, si sono affermati come caratteristiche voci nel mondo dei film e della tv più innovativi.
Hanno anche fondato un forum cinematografico che dà spazio a qualsiasi aspirante cineasta interessato a raccontare una storia unica per l'esperienza italoamericana, un esempio fondamentale di come i fratelli rendano omaggio al loro patrimonio italiano e preservino la voce della cultura di cui sono molto orgogliosi.
Il loro recente inserimento in una mostra permanente presso lo IAMLA intitolata "Italians in Hollywood" è solo l'ultimo riconoscimento del loro successo planetario.?
L'Italo-Americano ha avuto la possibilità di intervistarli.
D. Quanto vi sentite italo-americani e in che modo?
R. Ci sentiamo profondamente italo-americani. Siamo cresciuti in una famiglia italo-americana molto estesa, poiché entrambi i lati della nostra famiglia provengono dall’Italia. Siamo cresciuti in un quartiere italiano a Cleveland, quindi le caratteristiche della cultura italo-americana hanno sempre fatto parte della nostra vita familiare, della nostra educazione e della nostra vita sociale. Abbiamo un forte senso della famiglia, come si può vedere anche dal fatto che io e Joe lavoriamo insieme. Condividiamo molti valori. Penso che la cultura italo-americana sia caratterizzata da una forte etica del lavoro, dalla dedizione per la giustizia sociale e per le persone.
D. Crescere in una famiglia italiana ha avuto un impatto sul vostro lavoro e anche sul vostro successo?
R. Sì. Ad emigrare dall'Italia sono stati i nostri bisnonni quindi la nostra famiglia è negli Stati Uniti da diverse generazioni, ma siamo cresciuti sentendo storie sugli immigrati e sulle persone della nostra famiglia. Avevamo un forte rispetto per quei nostri familiari che ci avevano preceduto e credo che l'apprezzamento per quelle storie, per i racconti della nostra famiglia, per il viaggio dei nostri antenati dall'Italia verso l'America ci abbia portato ad amare la narrazione e a sviluppare un forte senso del personaggio. Penso che sia stato instillato in noi in età molto giovane e ad un livello molto personale.
D. C'è qualche storia particolare che i tuoi nonni ti hanno raccontato e che ti ha colpito?
R. Mio nonno, il padre di nostra madre, emigrò dall'Italia all'età di 16 anni e arrivò in una piccola città chiamata Steubenville, a un paio d'ore da Cleveland dove andò a lavorare nelle acciaierie e lì lavorò per tutta la sua vita. Ciò che ci ha sempre colpito è stata l'idea di quel lavoro duro, l’opportunità che l'America gli aveva offerto, il fatto che fosse stato in grado di trovare una vita migliore lontano dall’Italia, anche se è stata una vita molto dura sotto molti aspetti... Ma alla fine ha creato una famiglia meravigliosa! Penso che siano quel tipo di aspetti, il duro lavoro e l'opportunità dell'America che ci hanno sempre colpito molto.
D. Qual è il tuo rapporto con l'Italia?
R. Abbiamo passato i primi dieci anni della nostra vita vivendo nella stessa casa con la nostra bisnonna che parlava quasi esclusivamente italiano. In quell’epoca però i genitori volevano che i loro figli fossero americani e che si allontanassero dalla loro origine italiana in un certo senso. Non volevano che fossero stigmatizzati da questo, cosa che per fortuna con il tempo è cambiata! Con gli anni abbiamo iniziato ad apprezzare la cultura italiana. Quando avevamo 20 anni abbiamo iniziato a visitare spesso l’Italia, soprattutto dopo aver iniziato a studiare italiano. Ho studiato la lingua e io e mia moglie ci siamo sposati a Venezia. Anche mia sorella si è sposata in Italia, quindi abbiamo avuto l'opportunità di fare molte esperienze là e ci siamo legati all’Italia. Io e Joe abbiamo anche visitato i paesi da dove proveniva la nostra famiglia e abbiamo conosciuto i parenti lontani. È stata un'esperienza davvero incredibile. La nostra parte paterna proviene dalla provincia di Messina, in Sicilia, da una piccola città chiamata Longi e l'altra parte è dell'Abruzzo, una piccola città appena fuori Pescara chiamata Spoltore.
D. Parlando di cinema, i film italiani hanno avuto un impatto sulla vostra carriera?
R. Io e Joe abitavamo vicino a un teatro meraviglioso chiamato Cleveland Cinematheque dove proiettavano moltissimi film stranieri, un sacco di classici, di film d'arte e quindi siamo stati esposti a tutti i classici italiani. Il nostro primo film "Welcome to Collinwood" era in realtà basato proprio su questo. Quindi il cinema italiano è sempre stato molto importante e molto influente per noi e ci piace l'intera gamma.
D. Avete qualche regista preferito?
R. Adoriamo Monicelli e abbiamo visto tutti i film di Fellini. Ma amiamo anche film come Deserto Rosso e L'avventura. Michelangelo Antonioni ha avuto una grande influenza su di noi e Marcello Mastroianni è uno dei nostri preferiti come attore.
D. Cosa vi ha ispirato a fondare il Russo Brothers Italian American Forum Forum e a donare 8.000 dollari a registi italo-americani?
R. Ricordo di aver visto molti anni fa che Steven Spielberg era impegnato nell’archiviazione di film sull'esperienza ebraica e principalmente riguardo l'Olocausto, anche se non esclusivamente. Ho sempre pensato che fosse molto stimolante avere un impegno verso una causa per la quale si ha un legame culturale. Io e Joe abbiamo sempre cercato un modo per utilizzare la nostra passione per il cinema per aiutare a celebrare la nostra cultura italo-americana. Abbiamo quindi cercato un'opportunità per farlo per diversi anni. Siccome nostro padre ha lavorato a stretto contatto con due organizzazioni, la Italian Sons and Daughters of America, della quale è il presidente nazionale, e un'altra chiamata NIAF, la fondazione nazionale italo-americana, abbiamo deciso di collaborare con entrambe le organizzazioni. Volevo davvero trovare un modo per riconoscere e celebrare il fatto che la cultura italo-americana è molto attuale e viva, che cambia e cresce costantemente. L’idea quindi è quella di cercare registi che riescano a dimostrare come la nostra cultura si evolva col passare del tempo e cosa significhi nel mondo oggi.
D. Qual è il vostro rapporto con il cibo? C'è qualche tipo di piatto che vi piace dalla tradizione italiana?
R. Sì, siamo cresciuti attorniati da ottimi cuochi e abbiamo sempre aiutato in cucina. Quando avevo 11 anni ho iniziato a lavare i piatti nella pizzeria di mio zio. Quindi amiamo cucinare, entrambi amiamo il cibo e siamo fortunati per il fatto di poter viaggiare. Ho una strana ossessione per la parmigiana di melanzane e lo cerco ovunque. Mi piace il fatto che si possa trovare in versioni sorprendenti e differenti varietà. Quindi questa è un po’ la mia ossessione culinaria". (aise)