INONDAZIONE: 18 MILA GLI SFOLLATI NEL DISTRETTO DI MALINDI/ LA COMUNITÀ ITALIANA SI ORGANIZZA PER GLI AIUTI ALLA POPOLAZIONE LOCALE

MALINDI\ aise\ - “La Croce Rossa Keniana, all'indomani della paurosa esondazione del fiume Galana che ha allagato migliaia di ettari di campi coltivati e sommerso interi villaggi nell'entroterra di Malindi, dà i primi tristi responsi. Sarebbero all'incirca 18 mila gli sfollati, rimasti senza casa. In alcuni casi, le capanne di fango sono state letteralmente distrutte dall'acqua e dal fango trascinato dal fiume, che nella furia ha portato con sè alberi e quant'altro trovato lungo il suo corso. Da entrambe le sponde del fiume che sfocia sei chilometri a nord di Malindi, i villaggi più prossimi sono stati invasi dall'acqua. Madunguni, Garashi, Sabaki e Kakuyuni le zone più colpite”. È quanto si legge su “MalindiKenya.net”, portale online fondato e diretto da Freddie del Curatolo.
“Molti dei terreni, degli "shamba" e dei villaggi appartengono a dipendenti del settore turistico malindino, o a impiegati di attività italiane.
La comunità italiana si sta già muovendo per organizzare raccolte di materiale e cibi per la prima assistenza.
Domani ci sarà un primo incontro con la Croce Rossa per capire quali sono le necessità più importanti.
Questa gente che ha perso tutto sono persone spesso incontrate, conosciute, che camminano e vivono insieme a chi frequenta le località turistiche della Kilifi County. Impossibile ignorarli, è ora di dare loro una mano e far vedere la solidarietà di cui siamo capaci.
Al più presto daremo ai nostri lettori le informazioni necessarie per aiutare questa gente.
ESONDAZIONE GALANA: DANNI ALL'AGRICOLTURA
"Duecentomila metri quadrati di colture, pomodori, cipolle, angurie e mchica tutto quasi pronto per i feeding program di oltre cinquecento bambini. Tutto distrutto. Un'enorme tristezza".
Il desolante commento del Presidente della NGO italiana Karibuni, Gianfranco Ranieri, è una delle testimonianze significative di una giornata tremenda per tutto l'entroterra di Malindi.
La piena del fiume Galana che é uscito dai suoi argini naturali a partire dal Parco Nazionale dello Tsavo ha avuto conseguenze devastanti sull'agricoltura dell'intera zona.
Migliaia di acri seminati a mais, ortaggi e verdura sono stati allagati, e i raccolti distrutti.
Centinaia di famiglie hanno perso il loro sostentamento principale, se non addirittura la loro casa. Danni incalcolabili considerando che questo é il periodo della semina e, per alcuni prodotti, del raccolto.
Una sciagura causata dalle piogge torrenziali cadute a nord del Paese e che anche verso la foce del Galana (che prende il nome di Sabaki) hanno fatto esondare il fiume.
Questi danni alla povera gente locale si uniscono a quelli subiti dai proprietari di lodge e campi tendati in savana, molti dei quali sono stati sommersi dalla furia delle acque. Nei prossimi giorni, sperando in un miglioramento delle condizioni metereologiche si potrá fare la conta delle perdite”. (aise)