ITALIANI CAMPIONI DI EUROPROGETTAZIONE: A COLLOQUIO CON MATTEO LAZZARINI (CCIB), AUTORE DI UNO STUDIO SUI PROGETTI EUROPEI

BRUXELLES\ aise\ - Ancora una volta l’Italia si conferma ai primi posti per numero di enti e imprese che beneficiano di finanziamenti europei a gestione diretta, cioè erogati direttamente dalla Commissione sotto forma di appalti e progetti. È quanto emerge nel libro “Europrogettazione. Chi vince e chi perde nei progetti europei”, curato da Matteo Lazzarini – segretario della Camera di Commercio Italiana in Belgio – con la collaborazione di Francesca Palombo e Angela Tessarolo, pubblicato a gennaio 2018. Le imprese, gli enti e le associazioni italiane beneficiarie di un finanziamento europeo a seguito di un progetto sono state, lo scorso anno 3.771 rispetto alle 3.797 inglesi, alle 3.726 tedesche, 3.678 spagnole e 3.293 francesi. I dati, precisa Lazzarini, sono stati elaborati sulla documentazione della Commissione europea. Attraverso il Sistema di Trasparenza Finanziaria, infatti, è possibile sapere quali siano i beneficiari dei pagamenti della Commissione.
D. Lazzarini, in Italia, chi partecipa a progetti europei?
R. Il 58,24% delle imprese italiane che si sono aggiudicate un progetto o un appalto europeo è del Nord Italia, il 30,02% del Centro e l’11,74% del Sud. La Lombardia è di gran lunga al primo posto. Un’impresa italiana su quattro che lavora con finanziamenti europei a gestione diretta ha sede in questa Regione. Il programma nel quale l’Italia è più coinvolta è Horizon 2020, con 1.111 impegni di spesa. Un risultato che potrebbe sorprendere, viste le aspre critiche che sempre accompagnano il binomio “Italia-ricerca” ma che invece testimonia come le università, i centri di ricerca e le imprese private non aspettino fondi nazionali per condurre i loro studi, i loro esperimenti e le loro ricerche.
D. Dunque le nostre università sono ben inserite nell’europrogettazione?
R. La partecipazione delle università italiane ai bandi di gara è davvero incoraggiante, se non addirittura sorprendente. 842 progetti principalmente in Horizon 2020. Ancora una volta è da superare il falso mito della scarsa partecipazione del nostro Paese ed in particolare del mondo accademico ai meccanismi di finanziamento europei. Sono infatti 65 i nostri ateni che hanno preso parte ad almeno un progetto europeo con picchi di partecipazione molto elevati: Politecnici di Milano e Torino e università di Bologna e Padova. La distribuzione geografica per macroregione evidenza, ancora una volta, come il Sud e le Isole siano indietro rispetto alle altre zone del Paese, rappresentando appena il 14,85% del totale.
D. E i Comuni italiani?
R. La loro partecipazione ai progetti europei all’interno della programmazione 2014-2020 è in costante crescita. Nel 2014 sono stati 56 i progetti presentati da 50 Comuni. L’anno successivo i progetti hanno avuto un’impennata (100), ma il numero dei Comuni coinvolti è rimasto stabile (54), sottintendendo quindi che molte amministrazioni hanno vinto più di un progetto. Nel 2016, invece, entrambi i dati sono quasi raddoppiati: 115 progetti per 96 Comuni.
D. Recentemente una nuova figura professionale si è affermata a Bruxelles nel settore dell’europrogettazione, quella dell’agente di progetto. Di che cosa si tratta?
R. Complementare all’europrogettista, l’agente di progetto, esperto di project scouting, si rivolge ad una pluralità di attori ai quali propone la sua idea progettuale. Si parla di “Europrogettazione 2.0” per indicare questa nuova forma di interpretare e attuare il management che permette ad enti e società di ampliare la propria partecipazione a progetti europei. Negli ultimi due anni le Camere di Commercio italiane all’estero si sono avvalse anche di agenti di progetto per contribuire alla crescita del Sistema Italia a livello internazionale, partecipando a 30 progetti europei e coinvolgendo centinaia di imprese ed enti nei settori più diversi.
D. Si dice spesso che l’Unione europea butti via i soldi e che ci siano molti sperperi nei fondi europei. Cosa ne pensa?
R. Le Relazioni annuali della Corte dei conti europea sull’esecuzione del bilancio evidenziano sempre alcune criticità sul fronte della spesa. Si tenga conto però che l’84% dei fondi europei è erogata ai beneficiari finali (cittadini, associazioni, imprese…), direttamente dagli Stati. Si trovano qui le problematiche più rilevanti. Le rubriche che più incidono sul livello di errore stimato sono quella della “Coesione” e cioè il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di Coesione (FC), fondi gestiti, appunto, dagli Stati. Dare sempre la colpa ad una generica “Bruxelles” è una facile scorciatoia. (melina buonaiuto\aise)